Attualità

Xenia, dove nessuno è straniero

Marco Lovero
Xenia
Nella Casa alloggio della Fondazione Opera Santi Medici vengono accolte donne in difficoltà con i loro bambini
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L’ospitalità come un dovere spirituale: è il concetto che ispira la Casa di accoglienza Xenìa, una delle realtà della Fondazione Opera Santi Medici. La struttura, inaugurata nel 1990 e inizialmente dedicata ai senza fissa dimora, ha poi ospitato persone con problemi familiari (come violenza o separazioni) o economici, ma anche ragazze madri e stranieri di nazionalità ed etnie diverse. In seguito, dal 1997 fino ad oggi, è stato avviato un programma di accoglienza che si differenzia in due tipologie: ospitalità d’emergenza di brevissima durata, dai tre ai quindici giorni; intervento da svilupparsi nel tempo per donne in difficoltà, in particolare gestanti e madri con figli di età inferiore a sei anni.

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La Casa dispone attualmente di dieci stanze dotate di servizi, per un totale di 22 posti letto, più soggiorno e cucina, una stanza giochi per i bambini e un ambiente per operatori e volontari.

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Anche a Xenìa sono le persone che fanno la differenza: in costante formazione, garantiscono un servizio efficiente e puntuale e l’integrazione con le istituzioni (Servizi Sociali dei Comuni, Questura, Tribunale di Bari) da cui provengono le richieste d’accoglienza. Esempio emblematico dell’impegno degli operatori sono i Progetti Educativi Individualizzati (PEI), frutto di supporto e osservazione continua, i cui obiettivi – verificati a breve, medio e lungo termine – sono divisi in quattro macro aree.

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L’area Identità e Autonomia mira allo sviluppo di una maggiore autodeterminazione, alla costruzione di un’identità capace di gestire le emozioni e le difficoltà emotive del passato, alla cura personale e ad una maggiore responsabilizzazione del vivere quotidiano.

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L’area della Famiglia, grazie all’affetto ricevuto nella Casa di accoglienza, cerca di sviluppare modalità positive di comunicazione e relazione.

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L’area del Sociale riguarda l’acquisizione di competenze e capacità relazionali e la riduzione dei comportamenti socialmente disturbanti, in vista del reinserimento nel tessuto sociale.

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L’area del Lavoro comprende il recupero di abilità professionali e prevede l’iscrizione al Centro territoriale per l’impiego, con l’obiettivo del reinserimento lavorativo.

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Molti gli interventi per madri e minori ospitati nella struttura: l’inserimento scolastico, l’iscrizione a medici di base e pediatri (con relativi accompagnamenti) e attività ludico ricreative adeguate all’età e alle varie ricorrenze. Ci sono anche i programmi culturali rivolti alle donne (giornate dedicate alla lettura di libri, alla visione di film e alla cucina) e le attività finalizzate alla crescita psicofisica e alla maturazione delle capacità relazionali, attraverso l’orientamento nella ricerca del lavoro e i colloqui con lo psicologo e con l’equipe della struttura.

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Anche durante la quarantena, Xenia ha continuato ad essere operativa, non riducendo alcuna attività e adattando tutti i servizi al rispetto delle nuove normative, così da poter continuare a lavorare in piena sicurezza. Naturalmente non sono mancati i disagi, dovuti principalmente ai limiti alle visite, all’ìmpossibilità di incontrare il personale per momenti di formazione, alla riduzione dei contatti tra gli ospiti. In pieno lockdown, periodo in cui sono stati fatti importanti sacrifici, a portare nuova energia positiva è stata la nascita di Alex, venuto al mondo ad aprile scorso. Un raggio di luce e di speranza nel buio di paura, morte e incertezza creato dal Covid.

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La Casa alloggio è una delle tante realtà della Fondazione che danno risposta alle fragilità e al disagio, fornendo continuo supporto e assistenza agli ospiti, affinché possano “rialzarsi” e imparare un nuovo stile di vita sano, responsabile e consapevole.

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venerdì 29 Gennaio 2021

(modifica il 28 Giugno 2022, 14:08)

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