Focus sui servizi turistici in città. Parte 2

Bitonto sempre più meta “tappabuchi”, accoglienza da riprogrammare  

Annarita Cariello
Annarita Cariello
Accessi distinti per cripta e scavi archeologici della Cattedrale
Accessi distinti per cripta e scavi archeologici della Cattedrale ©BitontoLive.it
Intervista alle responsabili della cooperativa ReArtù, che gestisce le visite agli scavi archeologici della Cattedrale e al Museo Diocesano
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Ingresso agli scavi archeologici della Cattedrale ©BitontoLive.it
Ingresso agli scavi archeologici della Cattedrale ©BitontoLive.it

Per approfondire la questione dei servizi turistici in città abbiamo intervistato Marilisa Rienzo, Ilaria Lavacca e Marika Anilli della cooperativa ReArtù, attiva da nove anni sul territorio, a cui è affidata la gestione del Museo Diocesano, degli scavi archeologici della Cattedrale e della chiesa di San Francesco della Scarpa.

Dopo il focus sul Museo Diocesano, analizziamo i punti di debolezza nella fruizione degli scavi archeologici della Cattedrale.

 

Anche qui vengono lamentate carenza d’informazioni e disorganizzazione.

Innanzitutto occorre distinguere l’apertura della Cattedrale e della cripta, che sono di competenza parrocchiale, dall’apertura degli scavi sottostanti, gestita dalle professioniste della cooperativa. Due gestioni diverse che spesso vengono invece confuse, creando disinformazione e cattiva pubblicità.

La Cattedrale e la cripta sono fruibili tutti i giorni, esclusivamente nelle fasce orarie visibili anche su internet (8-12/16.30-20) grazie alla buona volontà dei custodi della parrocchia. Discorso diverso per gli scavi, visitabili a pagamento con ticket di 3 euro (di cui solo il 20% va a ReArtù), previa prenotazione ai numeri della cooperativa o tramite l’app regionale Io Prenoto in qualsiasi fascia oraria che i visitatori o i gruppo organizzati comunichino in base alle proprie esigenze. Purtroppo anche qui la comunicazione influisce in maniera negativa: il sito della Cattedrale, che risale al 2013 e non è aggiornato, riporta orari degli scavi datati che non corrispondono a quelli attuali (al contrario della pagina facebook gestita direttamente dalla cooperativa) ed offre una modalità di prenotazione inefficace che non rimanda ad alcuna scheda, generando confusione e malcontento nel turista che cerca informazioni su internet.

Va da sé che il turista che volesse visitare la Cattedrale alle 14 di un qualsiasi pomeriggio d’estate o d’inverno e, trovandola chiusa, provi a contattare senza successo il numero pubblicato sul portale, riversi le sue frustrazioni sul contatto (quello della cooperativa relativo però solo agli scavi) che invece è sempre raggiungibile, grazie alla buona volontà delle operatrici culturali di ReArtù, ignaro che si tratti di due gestioni distinte. Gestioni che faticano a collaborare e che non possono contare sul supporto dell’infopoint turistico, chiuso da due anni.

«La nostra cooperativa si è sempre messa a disposizione per promuovere il turismo e le bellezze della nostra città. Abbiamo deciso di non proporre solo alcuni giorni e orari per la fruizione degli scavi – anche a causa della scarsissima affluenza di visitatori – proprio per offrire la massima disponibilità ai gruppi o ai singoli turisti. Abbiamo aperto gli scavi anche nei weekend, andando incontro alle esigenze dei tour operator anche per pochi turisti e con scarso preavviso, proprio perché per noi non è solo un lavoro – e di fatto non può esserlo perché gli introiti sono irrisori – ma una passione che coltiviamo da anni e per la quale abbiamo studiato e ci siamo accreditate come guide turistiche regionali. Ma da sole, con le nostre forze e senza il supporto e la collaborazione degli altri siti turistici, non possiamo fare più di quello che al momento offriamo», commentano le responsabili di ReArtù.

E aggiungono: «I tour operator con i quali siamo in contatto e che in passato spostavano masse di turisti nella nostra città, adesso trattano Bitonto come meta di passaggio prima di raggiungere l’aeroporto o il porto per la ripartenza, pretendendo di trovare siti, monumenti e locali aperti nel primo pomeriggio ( rigorosamente nelle fasce di chiusura delle nostre strutture) ed anche in questi casi la nostra la disponibilità è massima. A volte le loro visite sono così veloci, essendo Bitonto una città “tappabuchi”,  che ci risulta impossibile far confluire i turisti verso altri siti attrattivi della città, da quelli più vicini come la Galleria nazionale della Puglia o la Biblioteca comunale, a quelli più distanti come il Museo Diocesano».

Bitonto, dunque, è ancora una città turistica? Senza servizi di supporto ai siti da visitare, senza infopoint aperto al pubblico, senza personale impiegato e pagato regolarmente per offrire accoglienza e informazioni?

Cosa serve, dunque, per il rilancio turistico della città? Da cosa dovrebbe partire la neo assessora al turismo Serena Schiraldi?

Secondo le operatrici culturali di ReArtù, sicuramente bisogna garantire una migliore programmazione dei siti visitabili, in primis la Cattedrale, spesso ostaggio di ragazzini in sella alle famigerate bici elettriche (problema che si spera risolto a breve, con l’applicazione della specifica ordinanza emessa nei giorni scorsi, che obbliga a condurli a mano nel centro antico). Serve la presenza costante e rassicurante delle forze dell’ordine e l’apertura continuativa dell’infopoint, che sia gestito da personale competente e preparato, e la distribuzione di materiale informativo aggiornato a tutte le strutture ricettive della città: b&b, hotel, ristoranti, bar.

Infine – sottolineano Rienzo, Lavacca e Anilli – serve la collaborazione dei bitontini: guide turistiche non ci s’improvvisa, bisogna formarsi studiando e preparandosi, come hanno fatto tanti professionisti in città. L’accoglienza turistica non è un hobby ma un lavoro da remunerare adeguatamente, perché solo così si apprezza il servizio di cui si gode.

lunedì 1 Agosto 2022

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