Il dibattito

Riflessioni su Bitonto, Ricci: «No a catastrofismo e provincialismo»

Palazzo di Città
Palazzo di Città
Il sindaco replica a Francesco Sivo, cittadino deluso dopo un passato d’impegno politico 
2 commenti 585

Pubblicando ieri la riflessione amara a firma di Francesco Sivo sullo stato della città, abbiamo auspicato che si aprisse un dibattito pubblico sulle criticità e sulle priorità dell’agenda amministrativa a Bitonto. Invito raccolto dal primo cittadino Francesco Paolo Ricci, del quale pubblichiamo volentieri la replica. 

 

«Accolgo con piacere l’invito di BitontoLive a margine dell’intervento di un apparente inesperto lettore sulla discussione relativa alle priorità dell’agenda amministrativa.

Scrivo per ricapitolare lo stato dell’arte in città e ricordare ai lettori il punto di partenza di questa Amministrazione al fine di immaginare approdi possibili.

Lo faccio per denunciare due piaghe principali che da sempre abitano il cittadino bitontino e che dobbiamo combattere con tutte le nostre forze fisiche e culturali: il catastrofismo e il provincialismo.

Due piaghe di cui è impregnato l’articolo del signor Sivo, la cui lunga esperienza politica e partitica, a tratti condivisa, conosco senz’altro e ritengo debba consigliare all’amico Francesco una riflessione più profonda e ottimistica.

Chi guarda a Bitonto come una città in cui negli ultimi trent’anni non è cambiato nulla, o che è addirittura peggiorata, guarda la città volutamente con lenti deformanti o, peggio ancora, sembra che a Bitonto sia venuto solo a dormire.

La città è cambiata e progredita in tanti suoi aspetti e probabilmente il passato che rimpiangiamo è quello della nostra gioventù, ma non la realtà dei fatti di un immaginario che non è mai esistito.

Descrivere la città con le categorie della “catastrofe” non aiuta né la città né i suoi abitanti a migliorarla. Gli aspetti lambiti con superficialità nell’intervento (sicurezza, spaccio, furti) afferiscono a situazioni ataviche che questa Amministrazione ha ritrovato e che continuerà a combattere con tutti i pochi strumenti di cui potrà avvalersi in stretta sinergia con gli organi inquirenti e di pubblica sicurezza. Per questo abbiamo scelto di costituirci parte civile in tutti i processi contro la criminalità organizzata.

Così come lo stato delle strade (da ultimo sono state asfaltate diverse arterie comunali), se confrontato con tante città vicine, e la cronaca degli ultimi giorni lo dimostra, è di gran lunga migliore, anche se vanno attenzionate con maggior frequenza gli interventi di rattoppo maldestri e altre strade che richiedono interventi di manutenzione.

Quanto alla domanda di welfare, la stessa non è confinata agli aspetti sanitari. Il Comune è dotato di una fitta rete pubblico-privata, che per fortuna funziona ed è fiore all’occhiello della città, per alleviare lo stato di bisogno dei suoi cittadini. Nel silenzio “si fa” tanto bene alle fasce deboli della popolazione. Quanto agli aspetti più strettamente sanitari, la riconversione dell’ospedale cittadino in presidio territoriale di assistenza è conseguenza di decisioni assunte a livello regionale ormai dai tempi del governatore Fitto, ma il pta di Bitonto è vivo ed efficiente. La mia interlocuzione è continua e costante. Il laboratorio di analisi, che versava in uno stato fatiscente, necessitava d’interventi di potenziamento che saranno a breve ultimati per favorire un più efficiente accesso dei cittadini alle prestazioni erogate.

Questa Amministrazione non ha inteso né mai intenderà mettere sotto il tappeto la polvere delle criticità e degli aspetti da cambiare per migliorare la città. Ma lotta quotidianamente, come ogni Comune ormai allo stremo, con la carenza di risorse economiche, i tempi fagocitanti del Pnrr per i progetti già avviati e che vanno conclusi, un deficit di personale amministrativo attirato da altri livelli di autonomia locale.

Tutte cose che, soprattutto chi ha lunghe parentesi di impegno politico alle spalle, può ben capire e comprendere. E dunque, invece di puntare il dito, dovrebbe spiegare ai cittadini, avendo esperienza e competenza.

Il catastrofismo della rassegnazione non appartiene a quest’Amministrazione e non deve appartenere alla cittadinanza. Perché il catastrofismo chiama la piaga del provincialismo: non possiamo e non dobbiamo considerarci città satellite del capoluogo, semplicemente perché non lo siamo.

Ma è anche necessario entusiasmo e partecipazione dei singoli cittadini. È prioritario che nessuno di noi si pensi “provincia”, spingendo su tutto quello che ci fa splendere di luce propria: il mondo del volontariato e delle fondazioni, l’offerta culturale multiforme della città, una vitalità mai riscontrata prima di associazioni sportive (con grandi risultati raggiunti grazie a società lungimiranti), un tessuto industriale e artigianale sempre più vivace, il nostro oro verde con il suo carico di tradizioni e innovazioni, personalità bitontine che ci rendono orgogliosi di quello che siamo e delle nostre radici.

Solo nell’ultimo periodo sono partiti, a beneficio della città, i lavori per la realizzazione del ponte sulla strada provinciale 231 e del sottopasso ferroviario su viale Giovanni XXIII in direzione Santo Spirito, per l’adeguamento della Biblioteca comunale. La pulizia delle strade e degli arredi urbani è svolta egregiamente dalla Sanb che continua nell’ottimo lavoro relativo alla raccolta differenziata. Diversi atavici contenziosi del Comune sono ormai in via di definizione con risparmio di spesa sul bilancio comunale. Ci siamo opposti in giudizio, con ottimi risultati, all’insediamento della discarica Fer.Live in località Colaianni.

È forse questa solo una città dormitorio? È forse questa una città che è solo provincia?

I giorni della Pasqua e del Triduo Pasquale sono manifestazione di una città che pensa sé stessa in grande. Una città che dà il meglio di sé unendo la forza della tradizione alla voglia di futuro, che non è provincia di nulla e che ha tutte i requisiti culturali per imporsi. Le manifestazioni religiose che tutti ci invidiano, tanto da meritare di entrare nel circuito di Europassione come deliberato pochi mesi fa dal Consiglio comunale sposando il sogno di bitontini che hanno saputo guardare oltre, sono esempi di quanto siamo bravi se ci impegniamo tutti insieme per obiettivi comuni.

Ecco, vorrei passare più tempo a pensare in grande e a discutere di questo, a proposito delle priorità dell’agenda amministrativa, come mi accade con cittadini di città e paesi vicini che apprezzano ed elogiano Bitonto, anziché soffermarmi con i miei concittadini sulle piccolezze e sulle criticità, che ci sono ma che non possono essere il fulcro del nostro agire e dire.

Come Amministrazione, vorremmo pensare in grande invece di passare tempo a difenderci da accuse e lamentele, molte delle quali pretestuose. Trasformare le rivendicazioni in entusiasmo: è la sfida che ci riguarda tutti e che attende la nostra città nei prossimi anni».

giovedì 28 Marzo 2024

Notifiche
Notifica di
guest
2 Commenti
Vecchi
Nuovi Più votati
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
la carretta di una volta
la carretta di una volta
29 giorni fa

“…, guarda la città volutamente con lenti deformanti…” NESSUNO NE è ESENTE..A PARTIRE DAL 1° CITTADINO PRO TEMPORE

Angela Carelli
Angela Carelli
29 giorni fa

Forse il sindaco dovrebbe pensare a rispondere coerentemente ai punti portati in discussione, piuttosto che a sviare arrampicandosi sugli specchi e portando argomentazioni deboli. Cosa c’entra la bellezza dell’arte cittadina con il fatto che effettivamente ci sia degrado?
Il fatto che abbiamo delle tradizioni interessanti non significa che Bitonto sia una città viva o “europea” (a discapito del circolo).
Magari invece di attaccare il cittadino e l’opinione legittima, può fare mea culpa e togliersi le banane dagli occhi.

P.S. Asfaltare le strade vuol dire togliere il manto precedente e metterne uno nuovo, non riempire le buche facendo effetto “grattugia”.