Tributi

Conguaglio Tari, per Bitonto stangata da 1,1 milioni. Brandi: «Intervenga la Regione»

Mariella Vitucci
Mariella Vitucci
Discarica
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Per effetto della sentenza del Consiglio di Stato del 6 dicembre scorso, che ha bocciato il sistema di tariffazione degli impianti cosiddetti “minimi” deciso da Arera, bisogna versare ai gestori la differenza per gli anni dal 2017 al 2023
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Dopo la sentenza del 6 dicembre scorso con cui il Consiglio di Stato ha bocciato il sistema di tariffazione degli impianti cosiddetti “minimi” deciso da Arera (l’agenzia nazionale per reti, energia e ambiente), i comuni dovranno farsi carico del conguaglio Tari per gli anni dal 2017 al 2023.

Per Bitonto la stangata notificata dall’Ager, l’agenzia regionale dei rifiuti, ammonta ad un milione e 100mila euro. Costi che andranno spalmati sulla tassa rifiuti a carico dei cittadini, ma i criteri di distribuzione sono ancora da decidere. Lo spiega a BitontoLive l’assessore al bilancio Francesco Brandi: «Stiamo facendo le nostre valutazioni, ma il perimetro in cui ci muoviamo è ancora incerto. C’è un’interlocuzione aperta tra Anci e Regione, per chiedere un intervento finanziario a sostegno dei comuni per questo maggiore esborso, dovuto alla carenza impiantistica della Puglia». Dal Gargano al capo di Leuca, infatti, si contano appena sei impianti dove conferire la spazzatura indifferenziata: a Conversano, Massafra, Manfredonia, Cavallino, Poggiardo e Ugento. Impianti “minimi” dove, per effetto della delibera Arera del 2017, erano state fissate tariffe di conferimento inferiori ai costi richiesti dai gestori. Ma la sentenza del Consiglio di Stato azzera questo sistema adottato dalle Regioni e impone che siano versati ai gestori i maggiori costi che non hanno intascato negli ultimi sette anni, quantificando gli adeguamenti tariffari sulla base dell’indice Istat dei prodotti industriali.

Da qui il calcolo di 1,1 milioni a carico del nostro comune. Se consideriamo che nel 2023 il gettito Tari è stato di poco superiore ai 12 milioni di euro, parliamo di un aggravio importante che andrà distribuito sulle utenze domestiche e non domestiche di Bitonto, Palombaio e Mariotto.

La data ultima per la definizione del gettito Tari 2024 è il 30 aprile. «La Tari la fisseremo, come regolamento e tariffazione, in base al Piano economico finanziario che sarà fornito dall’Ager. In sostanza il Pef ci dice quanto dobbiamo raccogliere con il tributo, ed entro il 30 aprile il consiglio comunale dovrà deliberare» spiega Brandi.

«Confidiamo che la Regione si faccia carico almeno in parte – ribadisce – dei costi che derivano da questi adeguamenti tariffari e che si ripercuotono sui comuni, “vittime” della mancata chiusura del ciclo dei rifiuti. Si può anche negoziare con i gestori delle discariche una dilazione dei pagamenti, che riguardano ben sette anni e non possono essere pretesi in un solo colpo. Di certo, questa vicenda ha fatto emergere i punti deboli del nostro sistema di gestione dei rifiuti: dalla carenza di impianti pubblici ai livelli inadeguati di raccolta differenziata, non solo come quantità ma anche come qualità».

Il dato medio regionale del 2022 è fermo al 58,6%, ma quel che preoccupa di più è la percentuale media di frazione estranea (cioè conferita non correttamente) riscontrata nella raccolta differenziata multimateriale: 27%. Ciò significa che più di un quarto della plastica e delle lattine raccolte devono finire in discarica perché differenziate male. Un dato che è peggiorato negli anni, nel 2021 era infatti pari al 20,2%.

«I costi ambientali del modello di raccolta e smaltimento rifiuti della nostra regione sono insostenibili, e bisogna fare un grande salto culturale per migliorare la raccolta differenziata “pulita”. La vagliatura dei rifiuti costa caro, e a pagare siamo tutti» conclude l’assessore.

domenica 4 Febbraio 2024

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Annalisa
Annalisa
2 mesi fa

Una bella sveglia per tutti quegli ingenui che avevano creduto alla favoletta della differenziata che fa calare la Tari e permette il riciclo della spazzatura.

GIUSEPPI
GIUSEPPI
2 mesi fa
Rispondi a  Mariella Vitucci

TUTTO GIUSTO. MA C’ENTRA ANCHE E SOPRATTUTTO IL PERVICACE OTTUS0 IDEOLOGICO RIFIUTO A QUALSIASI INIZIATIVA CHE PREVEDA L’INSTALLAZIONE DI IMPIANTI NEL PROPRIO TERRITORIO
ABBIAMO UNA “LOTTA ” APERTA PER QUANTO RIGUARDA BITONTO CITRCA LA ZONA INDIVIDUATA PER IL NOTO IMPIANTI.
PIANGERE SUL LATTE VERSATO NON HA MAI RISOLTO ALCUN PROBLEMA.
PREVENZIONE E PRAGATISMO FAREBBERO ANDARE MOLTO MEGLIO LE COSE..MA PURTROPPO IL PIENO DI DEMOCRAZIA/ELEZIONI/RICORRENTI BLOCCA QUALSIASI PROGRAMMAZIONE CON CONSEGUENTE “INGRASSO” DEI POLULISMI VARI E NOTI A TUTTI.
UN SANO REALISMO E’ CIO’ CHE MANCA AI POLITICI, MA SOPRATTUTTO AL POPOLO CHE LI VOTA.

Pasquale Tampoia
Pasquale Tampoia
2 mesi fa

A) il P.E.F. (Piano Economico Finanziario) elaborato dalla A.S.V. era carta straccia?
B) Periodi 2017 e 2018 risultano prescritti?
C) che valore assume la buona fede del contribuente?
D) chi ha predisposto l’ultimo P.E.F. : la Samb ovvero L’Ager?
E) quanto ammontano le spese generali del P.E.F. e la distinta voce per voce?
F) quel milione e cento mila euro sarà recuperato a partire dagli esenti e dai parzialmente esenti, oppure dai soggetti privi di agevolazioni?
Tanti appaiono i punti oscuri che richiedono trasparenza ex lege.