Cultura

Quattro meraviglie del Museo Archeologico di Bitonto in mostra a Parigi

La Redazione
Pelike raffigurante Eros arciere
Stasera il vernissage dell'esposizione allestita nell'Istituto Italiano di Cultura, di cui fanno parte i preziosi reperti prestati dalla Fondazione De Palo-Ungaro
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Il Museo Archeologico della Fondazione De Palo-Ungaro è fra i protagonisti della mostra “APULIA. Mystères des Pouilles entre terre, pierres et mer”, dal 4 luglio al 28 settembre all’Istituto Italiano di Cultura di Parigi.

 

I REPERTI DEL MUSEO ARCHEOLOGICO DI BITONTO IN MOSTRA A PARIGI

Quattro preziosi reperti del nostro museo saranno in prestito temporaneo per l’esposizione parigina. Li descrive con dovizia di particolari il professor Nicola Pice, presidente della Fondazione De Palo-Ungaro.

La pelike che raffigura Eros arciere è stata ritrovata nel settembre del 1981 in una tomba lungo via Traiana. Il dio dell’amore è qui raffigurato in modo molto originale: è rappresentato nell’atto di tendere l’arco per scagliare una freccia in un ambiente campestre, sottolineato dalla vegetazione ai suoi piedi. Benché resa con i caratteri androgini propri del linguaggio figurativo apulo, la posizione e la tensione delle membra riecheggiano il tipo di Eros realizzato da Lisippo, il grande scultore greco che operò a Taranto sul finire del IV secolo a.C., introducendo decisive innovazioni nel patrimonio iconografico locale. Il dio alato ha in questo vaso un grande effetto luministico e una sorprendente freschezza: la diafana trasparenza della figura, il capo pieno di riccioli avvolti da una “cuffia” a reticella, lo sguardo e la freccia puntati sulla vittima da colpire. Graziosa la sua postura (la gamba sinistra flessa e la destra tesa e portante), belli il profilo agile e mosso e le ali spiegate e striate, mentre una armilla avvolge il braccio destro.                                                                    

La seconda pelike, rinvenuta nel 1983 nella seconda traversa di via Antica della Chinisa, raffigura una fanciulla nuda presso un louterion ha la mano destra immersa nella vasca, mentre avvicina la sinistra al rivolo d’acqua che scende da una fontana soprastante a forma di testa leonina. Alle sue spalle, un drappo sospeso ed un alabastron. Particolarmente curata è la resa di alcuni dettagli (i monili, l’acconciatura della donna, i piani d’appoggio, indicati dalle sottili linee puntinate), le modanature della vasca). L’intento realistico è ancor più accentuato dalla plasticità della protome leonina, del panneggio, della figura femminile la cui impostazione, con la gamba destra portante e la sinistra flessa, rimanda a modelli della statuaria greca, in particolare alla celebre Afrodite di Prassitele, certamente nota in età ellenistica attraverso le sue copie.                                                             

Gli altri due reperti, ritrovati nel maggio del 1981 in una tomba a fossa lungo via Traiana, sono una lekane apula, il cui coperchio presenta quattro colombe alternate a quattro ghepardi in corsa, rappresentati con grande vivacità e con un’efficace resa dei corpi in movimento, e un alabastron, il tipico vasetto utilizzato nel mondo antico per la conservazione di olio, profumi o oli da massaggio, dal corpo longilineo e allungato, collo abbastanza stretto per permettere al liquido di cadere goccia a goccia, sul quale è raffigurata di profilo una figura femminile o forse meglio una piccola maschera teatrale dai tratti ben caratterizzati, con una reticella che raccoglie i capelli, affiancata da una complessa decorazione floreale a girali, fiori e foglie di vario tipo, indice della meticolosità del bravo artigiano che l’ha realizzata seguendo il decorativismo greco adattandolo alla forma dell’oggetto scomposto in tre bande orizzontali.       

 

LA MOSTRA

L’esposizione “I misteri della Puglia fra terra, sassi e mare” traccia l’evoluzione dell’ambiente culturale e del paesaggio architettonico pugliese nei secoli, dalla Magna Grecia ad oggi. In esposizione eccezionali opere d’arte, tesori archeologici e medioevali, fotografie d’autore e sculture contemporanee.

La Puglia da sempre affascina il pubblico estero, francese in particolare, per la sua autenticità e per i suoi paesaggi incantati, tra spiagge dal mare blu, cattedrali luminose ed eccellenze enogastronomiche. L'Istituto Italiano di Cultura, esplorando una nuova forma di conoscenza del talon de la botte (Tacco dello Stivale), invita a compiere un viaggio ancora più sorprendente, in cui il visitatore potrà scoprire i misteri della nostra regione e immergersi nella sua storia. Quattro sezioni (archeologica, rupestre, medievale e contemporanea) sveleranno al pubblico francese ed internazionale opere mai esposte prima in Francia e inediti assoluti.

La mostra, realizzata con il sostegno della Regione Puglia – Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e Valorizzazione del Territorio, è a cura della storica dell’arte Francesca Marocchino. Componenti del comitato scientifico sono Daniela Ventrelli, co-curatrice per la sezione archeologica, Gioia Bertelli, Giuseppina Caroppo, Carmela D’Auria, Antonio Frugis e Giorgia Lepore.

Il Museo Archeologico della Fondazione De Palo-Ungaro di Bitonto è tra i sette musei pugliesi partecipanti, insieme al Museo Archeologico Nazionale di Taranto, al Museo del Castello Svevo di Bari; al Museo Archeologico Nazionale di Canosa di Puglia, al Museo Sigismondo Castromediano di Lecce, al Museo Archeologico Nazionale Jatta di Ruvo di Puglia. Artisti invitati a contribuire con proprie opere sono i fotografi Domenico Fioriello e Lorenzo Scaraggi (entrambi bitontini), Gabriele Torsello (Kash), Paolo Azzella, Nicola e Giorgio Amato; gli artisti plastici Lino Sivilli e Francesco Schiavulli; Giovanni Bozzi, maestro parietaro. La produzione della mostra è affidata a Synergia Puglia, mentre la scenografia è di Lina Lopez.

La mostra sarà visitabile fino al 28 settembre, dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18. Chiusa il 14 luglio e il 15 agosto. Stasera il vernissage, al quale parteciperà il professor Nicola Pice.

lunedì 4 Luglio 2022

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