Attualità

A passo lento lungo Lama Balice, con Beppe Cazzolla

Mariella Vitucci
Beppe Cazzolla
L'avvocato ambientalista, responsabile locale di Fare Verde, guiderà la passeggiata di domenica mattina lungo il percorso urbano della lama, nell'ambito del festival Viator
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Ritorna il Festival dei cammini Viator in versione settembrina. La rassegna, che della tematica dei cammini indaga l’aspetto più filologico e filosofico, è alla sua settima edizione e quest’anno propone dal 17 al 19 settembre un ricco percorso a Bitonto.

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Se la musa ispiratrice di quest’edizione è la storia tra passato e futuro, non poteva mancare l’originale passeggiata nella lama Balice per osservare con un altro sguardo e ad un’altra velocità questo nostro mondo.

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“Con i nostri passi faremo un viaggio nella storia del territorio bitontino in un presente che vede una trasformazione voluta da madre terra, ma anche per volontà dell’uomo”, annuncia Beppe Cazzolla, responsabile dell’associazione Fare Verde Bitonto che cura l’organizzazione della camminata nella lama.

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Il percorso, di circa 7,5 chilometri, partirà domenica mattina da piazza Cavour, con ritrovo dinanzi alla chiesa di San Gaetano alle 8.15. L’arrivo in piazza Minerva è previsto per mezzogiorno, dove ci sarà un momento musicale.

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Per partecipare all'escursione, riservata ad un numero limitato di partecipanti, occorre prenotarsi e registrarsi inviando una e-mail all’indirizzo di posta elettronica fareverdebitonto@gmail.com. È obbligatorio indossare un abbigliamento adeguato (scarpe da trekking, vestiti comodi, cappellino), portare con sé una borraccia d’acqua e indossare la mascherina. I partecipanti verranno sottoposti al preventivo controllo della temperatura corporea. Il percorso, che sarà circolare, in parte su sterrato in parte su strade asfaltate, è sconsigliato ai bambini troppo piccoli e a chi non ha molta voglia di camminare nella natura. Il servizio di assistenza civica sarà a cura dei volontari del SASS Puglia.

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Viator, con la direzione artistica di Giovannangelo de Gennaro e Michele Lobaccaro, è un festival itinerante che per il secondo anno fa tappa a Bitonto, dopo la prima esperienza datata dicembre 2018. “Organizzammo la passeggiata lungo il corso del Tiflis il 30 dicembre. Un’incognita, visto il clima… ma venne fuori una splendida mattinata e fu un’escursione molto apprezzata, a cui si unì anche un gruppo di giapponesi, ricorda Beppe Cazzolla. “Non sono un escursionista né una guida – tiene a precisare – ma per me la scoperta e riscoperta dei luoghi è anche tutela, in un’ottica ecologista e civica. È un’occasione per riappropriarsi di ritmi più lenti, di riflettere”.

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“In quel tratto urbano della lama Balice che va dalle grotte di Chiancariello alla Masseria Lama Balice – spiega – c’è la storia di Bitonto, perché è lì che s’insediarono i primi abitanti, nelle grotte lungo la lama. E poi si sviluppò tutta la città sul costone della lama”. Un cambio di prospettiva: la città vista dal basso, e non di corsa, un percorso lento che consente di abbracciare tutta Bitonto con lo sguardo.

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“Nel nostro percorso vediamo piazza Minerva, l’acropoli di Bitonto, e poi i campanili delle chiese, le mura normanne e angioine, i ponti del Castellucci, porta del Carmine, l’istituto Maria Cristina e ancora, allargando lo sguardo, la città nuova che ha quasi deviato il corso della lama. È un viaggio nella storia ma anche un’immersione nella natura, una sorprendente scoperta dal punto di vista botanico, geologico e agricolo. Superato il tratto di lama incolto, si arriva agli orti e ai campi coltivati, con i muretti a secco a difesa della proprietà, i terrazzamenti per impedire frane e allagamenti. Ma c’è anche il brutto, purtroppo: le discariche a cielo aperto, i rifiuti abbandonati e dati spesso alle fiamme…”, riassume Cazzolla. E aggiunge: “In questa passeggiata non c’è solo il passato, ma anche il presente e il futuro della nostra comunità: che visione e prospettiva abbiamo della lama? Il progetto del lungolama può restituire valore a questo patrimonio salvandolo dal degrado, ma a patto che si rispetti la lama e la sua storia, recuperandone l’essenza originale che custodisce una enorme ricchezza di biodiversità e agricoltura”.

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“Sulle rocce della lama – ricorda l’avvocato ambientalista e contadino – poggiano le mura della città. Qui sono le nostre radici, e dobbiamo averne rispetto. Questo è il giardino delle case che affacciano sul lungolama e può tornare ad essere il giardino di tutti i bitontini. Non è un immondezzaio. E credo sia necessario il controllo costante del territorio, attraverso un servizio di guardia ambientale”.    

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E qui emerge l’anima ecologista di Beppe Cazzolla, impegnato in Fare Verde dal 2008, quando si ricostituì il gruppo a Bitonto dopo un blackout di oltre dieci anni. Dell’associazione, attiva dal 1986, l’avvocato è anche consigliere nazionale oltre che responsabile locale.   

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La sua filosofia “verde” (non green, termine che ripudia “come tutti gli inglesismi che usiamo quando non vogliamo farci capire”), è apprezzare la natura in ogni suo aspetto. “Dal contatto con la terra – dice – riscopriamo quello che ci è stato insegnato dai nostri padri e dai nostri nonni: i ritmi antichi, a cui si aggiunge l’esperienza e la tecnologia del presente”.  

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Il verde come stile di vita, declinato in un’idea di “decrescita felice realizzabile con il buon senso e con i giusti valori”. Per lui, che si ostina a coltivare le olive secondo il metodo biologico nonostante siano difficili da piazzare perché più care, la terra è una necessità, un luogo dove rigenerarsi. “Non potrei vivere senza toccare la terra, senza respirarla”, confessa.

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“Verde per me è la casa comune, dobbiamo identificare nel verde tutto ciò che vediamo. Il verde non è solo l’albero ma anche la casa, il modo che scegliamo per riscaldarla e illuminarla, l’auto che usiamo… Non mi piace l’ambientalismo snob o di facciata – aggiunge – è la nostra coscienza che dev’essere verde. Non abbiamo bisogno di tre tv e due telefonini, possiamo e dobbiamo ridurre i consumi, tagliare il superfluo: è questo che insegno ai miei figli e che mi sforzo di praticare ogni giorno”.  

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Anche sulla decarbonizzazione è scettico: “Non serve, se eliminiamo il carbone per sostituirlo con l’elettrico. Riempiremo il pianeta di batterie, e fra vent’anni ne saremo sommersi. La transizione ecologica dev’essere ragionata, o l’energia elettrica rischia di diventare solo un surrogato del carbone”.

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venerdì 17 Settembre 2021

(modifica il 28 Giugno 2022, 12:44)

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Leonardo Losito
Leonardo Losito
2 anni fa

Interessanti riflessioni che dovremmo tutti far nostre. Grazie per l'impegno.