Cronaca

«Guardava le nostre donne», il racconto spaventoso dell’aggressione mortale

La Redazione
Paolo Caprio
Così il 20enne bitontino Fabio Gianpalmo, esperto di arti marziali, ha giustificato i tre pugni sferrati in pieno volto a Paolo Caprio, ucciso in una stazione di servizio
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Uno sguardo non gradito ad alcune donne, frasi di sfida e poi tre pugni in pieno volto, seguiti da una caduta con la testa che sbatte violentemente sul marciapiede. È morto così Paolo Caprio, l’imbianchino 40enne bitontino aggredito la notte scorsa all’esterno del bar di una stazione di servizio sulla provinciale Bitonto-Modugno.

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A colpirlo è stato Fabio Giampalmo, 20 anni non ancora compiuti, con precedenti penali per droga, ricettazione e furto. Il giovane, anch’egli bitontino, che si è consegnato ai carabinieri alcune ore dopo il fatto, ha confessato ed è stato sottoposto a fermo e poi portato in carcere con l'accusa di omicidio volontario aggravato dai futili motivi e dall'aver commesso il fatto “attraverso l'uso di tecniche di combattimento tali da ostacolare la privata difesa”. Secondo la Procura di Bari avrebbe colpito Caprio con l'intenzione di ucciderlo.

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La dinamica dell'aggressione è stata ripresa dalle telecamere di videosorveglianza della stazione di servizio: alle 3.06 Caprio è caduto dopo i tre pugni sferrati da Giampalmo, esperto di boxe e arti marziali. La vittima – come confermato dai video e poi anche dal racconto del presunto assassino – era nel bar con un amico. Giampalmo ha detto di conoscerlo di vista, spiegando che prima del litigio finito in tragedia, Caprio e l'amico avevano iniziato a “provocarli”. Il 20enne e i suoi amici sono poi rimasti nel bar a giocare alle slot machine, mentre le loro mogli e compagne, alcune con bambini di pochi anni in braccio, erano all'esterno. 

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A quel punto il 20enne avrebbe notato la vittima e l'amico parlare con le loro donne. “Siamo immediatamente usciti – ha raccontato ai carabinieri e al magistrato – e ci siamo avvicinati a loro. Mentre stazionavamo sulle panche sotto il gazebo con le nostre mogli a parlare di quello che era accaduto, uno dei due si è avvicinato per origliare e ha guardato in maniera provocatoria le nostre compagne. Allora io mi sono alzato e gli ho tirato tre pugni colpendolo al viso: l'ho visto cadere a terra e sbattere la testa sul marciapiede. Non pensando che sarebbe morto, sono andato via”. L’ha abbandonato privo di sensi sull'asfalto, fuggendo in auto. Quando il 118 è arrivato, i tentativi di rianimare il 40enne sono stati inutili.

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Giampalmo ha detto nell'interrogatorio di aver saputo che Caprio era morto solo dopo essere rincasato, avvertito dagli amici che erano nel bar con lui. Uno di loro “ha cominciato a piangere – ha raccontato – pensando alla gravità dell'accaduto”.

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Il 20enne ha poi vagato a piedi nel centro storico di Bitonto per alcune ore, prima di convincersi a contattare un avvocato e consegnarsi. I carabinieri l’avevano già identificato e cercato a casa, senza trovarlo, quando alle 8.15, cinque ore dopo il fatto, si è presentato in caserma accompagnato da un avvocato. Il pubblico ministero Ignazio Abbadessa l’ha interrogato, raccogliendone la confessione e firmando il provvedimento di fermo.

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Nei prossimi giorni sarà eseguita nel Policlinico di Bari l'autopsia per accertare le cause della morte di Paolo Caprio, mentre il 20enne comparirà davanti al gip per la convalida del fermo.

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lunedì 6 Settembre 2021

(modifica il 28 Giugno 2022, 12:48)

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Domenica Modugno
Domenica Modugno
2 anni fa

Paolo parlava con le loro donne, forse chiedeva solo l’ora o se avessero un accendino o qualsiasi altra banalità, non le stava aggredendo, non avevano bisogno di essere difese. E che fa questo “moccioso”?! Lo ammazza. Sto male da che ho saputo questa triste notizia. Sto male al pensiero della vita spezzata a questo bel ragazzo, sto male al pensiero che nessuno degli amici ha fermato la furia omicida, che nessuna delle donne gli abbia detto che non erano state molestate o aggredite insomma non abbiano fermato questo pazzo. Sono colpevoli anche gli altri perlomeno di mancato soccorso e omertà

Maria P.
Maria P.
2 anni fa

Tipica versione di alleggerimento e tentativo di derubricazione concordata con l'avvocato per limitare i danni. Al momento però c'è solo una furia omicida che si serve di arti marziali. Uno che ammazza, lascia per terra la sua vittima e va via come se niente fosse. Un film horror.

Jay M.
Jay M.
2 anni fa

“Le loro donne”, già, perché quello sono. Proprietà in mano a questi esseri primitivi. Mi dispiace per i bambini e per gli astanti. Non posso capire perché, dopo tanti anni, alcuni nostri concittadini vengano presi da una furia violenta perché “hai guardato qualcuno negli occhi”. E si creano tragedie, di continuo.

Maria P.
Maria P.
2 anni fa

Tutto ancora da verificare questo maldestro tentativo autoassolutorio. L'assassino ha infatti dichiarato che conosceva la vittima, non è quindi da escludere la presenza di vecchie ruggini o precedenti dissapori.

Leonardo Antonio Pinto
Leonardo Antonio Pinto
2 anni fa

Pene severe all'omicida, è al disotto delle bestie feroci.

Maria P.
Maria P.
2 anni fa

E non continuiamo a ripetere che è morto per aver sbattuto la testa per terra, come fosse un dato di fatto. Per terra ci è andato perché colpito al capo e dovrà essere l'autopsia ad accertare il tutto..

Graziano
Graziano
2 anni fa

Ora dovrà imparare a sue spese che la violenza non paga mai.

Maria P.
Maria P.
2 anni fa

Dunque “l'ha visto cadere a terra e…sbattere la testa sul marciapiede”…. ma non ha fatto nulla per accertarsi su cosa gli era successo. Un tentativo puerile di derubricare la causa di un omicidio violento in una presunta fatalità (il marciapiede, ammesso che sul posto ce ne sia davvero uno). Non una parola di pentimento. Storia triste di violenza.

Ss
Ss
2 anni fa

Le nostre donne!!!!!!Ma vergognatevi !20 Anni siete dei mocciosi,senza Un briciolo di coscienza.Che
Motivo banale.Gente di bassissimo livello.Questo è il problema.