Cultura

Pittura e filosofia, l’originalità delle opere di Nicola Petta

Mariagrazia Lamonaca
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Pittura e filosofia nelle opere di Nicola Petta
Un'esposizione molto interessante perché su tavole e affreschi vengono riprodotti pensieri filosofici
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Fino al 5 giugno, al museo Archeologico della “Fondazione De Palo-Ungaro” è possibile ammirare una mostra davvero originale: “Pittura e Filosofia, un incanto possibile nelle opere di Nicola Petta“.

Si tratta di un’esposizione molto interessante perché, applicando su tavole e affreschi la tecnica del frescante di età medievale, vengono riprodotti pensieri filosofici. Le tecniche pittoriche utilizzate sono disparate e frutto di sperimentazione: tempera a colla di coniglio, acrilico casalingo (pigmento con colla vinavil diluita), tempera a tuorlo d’uovo, pittura acrilica, affresco con sabbia di fiume, calce, acqua e pigmento.

Lavori frutto di una passione che Nicola Petta, piccolo imprenditore tessile bitontino con una laurea in filosofia, ha sempre coltivato e adesso mette a disposizione della comunità, in particolare delle scolaresche che possono approcciarsi in maniera diversa e originale alla disciplina filosofica.

«Sono immagini – spiega a BitontoLive Nicola Pice, presidente della “Fondazione De Palo-Ungaro” – che traducono pensieri filosofici e sono espressione di interpretazioni e considerazioni dell’esistenza e sull’esistenza e quindi, a tutti gli effetti, la mostra si configura come racconto-metafora dell’esistenza».

«Il tema principale di questi dipinti – continua Pice – è quello della limitatezza del proprio essere. Il fatto stesso che la tavola abbia una sua dimensione limitata e il fatto che l’affresco necessita di un tempo limitato per poter essere realizzato (deve necessariamente essere completato entro 3 o 4 ore), si può collegare all’idea dell’esistenza umana, caratterizzata da fragilità e consapevolezza (acquisita o da acquisire) della limitatezza del proprio essere».

«Come la tavola – chiarisce il professore – ha una sua dimensione definita (perché oltre di essa non si può dipingere), come l’affresco ha un suo tempo definito per essere realizzato, così la vita dell’uomo ha una sua dimensione spaziale e temporale definita. Non per niente, tra i temi raffigurati c’è proprio il “Gnōthi seautón” (“Conosci te stesso”) o il “Medèn agan” (“Niente in eccesso”)».

«Questa mostra – conclude Pice – è particolare innanzitutto per l’originalità dell’argomento trattato, perché non è sempre scontato che pittura e filosofia siano accostate. Ma insisto anche sulla valenza didattica di questa esposizione: studenti non solo di scuola superiore, ma anche media ed elementare, possono affrontare in maniera diversa questioni di natura filosofica, approcciandosi alla disciplina attraverso una lettura diretta e immediata di queste immagini».

Ma cosa vuole esprimere Petta nei suoi lavori? «In realtà – ha spiegato a BitontoLive – nelle mie opere non voglio parlare dell’antico. I contenuti che esprimo sono contenuti che riguardano la contemporaneità. Ad esempio, nel dipinto “Le Opinioni umane“, utilizzando l’immagine dei papaveri, voglio lanciare il messaggio che i papaveri, al pari delle opinioni umane, vogliono sostenere qualcosa di insostenibile per le proprie forze. Perché, con i loro esili steli, vogliono sorreggere una realtà, che identificano come preziosa, ma che non riescono a sorreggere. Il riferimento è alla perpetua ciarla (di rapporti umani, o ciarla politica, o ciarla sul web) che caratterizza la nostra contemporaneità, dove chiunque si erge a detentore di un sapere acquisito in modo estemporaneo».

La mostra è visitabile fino al 5 giugno presso il museo Archeologico (via Mazzini 44) tutti i giorni (esclusi i festivi) dalle 9 alle 12.30 e dalle 17 alle 19.30. L’ingresso è libero.

giovedì 24 Maggio 2018

(modifica il 28 Giugno 2022, 20:27)

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