Calcio

Notti magiche all’Olimpico, cronaca della gara tra Roma e Barcellona con gli occhi di un bitontino

Tommaso Cataldi
Francesco Pio Naglieri
Il 20enne Francesco Pio Naglieri ha seguito la partita lavorando come steward allo stadio romano durante la partita di Champions League
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La magia che può essere generata dal calcio, si sa, è affascinante e capace di trascinare anche i tifosi più “lontani”, coloro che non seguono abitualmente questo sport o che non lo amano in modo particolare. Ed è ciò che è successo lo scorso martedì sera, quando la Roma, per passare il turno, doveva rimontare il Barcellona vincendo con un secco 3-0.

Per chi fosse meno avvezzo, stiamo parlando di Champions League, la massima competizione europea per club. Siamo ai quarti di finali e la Roma, squadra abbastanza blasonata a livello nazionale, affronta nella partita di ritorno il Barcellona, uno dei club più titolati d’Europa e del mondo, con una fucina di campioni al proprio servizio, capitanati da un marziano, Leo Messi. Giusto per far comprendere la sua forza, nella Champions League 2017-2018, la squadra blaugrana non ha ancora subìto sconfitte e registra appena due gol al passivo. La Roma è reduce nella partita d’andata da una sonora sconfitta per 4-1 e al ritorno i tifosi romanisti e gli addetti ai lavori pensano ad una formalità perché il Barcellona avrebbe passato facilmente il turno. Ma accade l’impensabile…

Un bitontino, che studia e lavora a Roma, ci ha raccontato quella memorabile serata, vissuta da molto vicino. Francesco Pio Naglieri è un ragazzo di 20 anni, trasferitosi nella capitale per studiare ingegneria del suono e, per mantenersi gli studi, ha deciso di intraprendere la carriera da steward proprio nello Stadio Olimpico, uno dei tempi del calcio per eccellenza. «La mia mansione fondamentalmente – ci racconta Francesco – prevede tutto ciò che riguarda le relazioni con il tifoso, a partire dall’accoglienza, passando per il controllo, fino all’instradamento all’interno dei vari settori dello stadio».


La cronaca della gara

Accorrono in 60 mila spettatori allo stadio, c’è il tutto esaurito ma il morale dei supporters romanisti appare già segnato. «Sentii pronunciare – ci testimonia Francesco – esattamente questa frase: ‘Andrè, lascia stare, ‘sta partita vedila come un amichevole…». Frase sintomatica dello stato d’animo pre partita dei romanisti. «La gente era certa di una buona prestazione da parte della Roma ma non avrebbe mai pensato di riuscire a passare il turno in quanto è molto difficile non prendere gol da una squadra come quella catalana».

E invece… 6’ minuto: gol di Dzeko. Roma subito in vantaggio. 58’ minuto: 2-0 della Roma con rigore del capitano De Rossi.

Ora i giocatori in campo prendono forza, assistiti da un’ondata di tifosi che gridano a squarciagola e supportano i loro beniamini sino all’inverosimile perché credono in un’impresa epica. Il Barcellona invece è una squadra irriconoscibile. I padroni mondiali del palleggio sono alle corde, annichiliti dalla volontà d’animo dei romanisti, non riescono a costruire gioco, perdono sempre più palloni. E Messi? Un omino invisibile, non tocca quasi mai palla, è ingabbiato così come lo è tutto il Barcellona.

E a meno di dieci minuti dalla fine accade l’inverosimile, l’impensabile fino a qualche ora prima. Da un calcio d’angolo battuto dalla destra, un difensore della Roma, Kostas Manolas, anticipa tutti i difensori blaugrana in area di rigore e segna di testa un gol favoloso. 3-0 per la Roma.

È il delirio. Giocatori in campo impazziti, tifosi sugli spalti con lacrime di gioia che sgorgano dagli occhi. La Roma rimonta il Barcellona, lo sconfigge e si qualifica per le semifinali. Non accadeva dal lontano 1984.

E, come racconta Francesco, «a fine partita vedevo gente emozionata, persone adulte che uscivano dallo stadio con le lacrime agli occhi, molti chiamavano i loro amici o parenti juventini aprendo una sfida sulla partita di mercoledì contro il Real Madrid. In molti ci hanno ringraziato per essere sempre lì con loro, nei momenti meno piacevoli ma soprattutto nelle giornate come quella di martedì. In particolare, un signore di mezza età che avevo sottoposto a controllo, è passato davanti a me ed è venuto ad abbracciarmi urlando ‘È sto pugliese che c’ha portato fortuna’! Non immaginavo potesse ricordarsi di me e della mia ‘pugliesità’ tra tutte le persone che aveva visto».

«Dopodiché, ci siamo posizionati in modo tale da ‘scortare’ i calciatori in auto per permettere loro il passaggio tra i tantissimi tifosi accorsi per salutarli e festeggiare all’uscita. Florenzi si è sfogato suonando il clacson, mandando letteralmente in visibilio i tifosi e complicandoci un po’ il lavoro… ma dopotutto, non c’era momento migliore per farlo. I festeggiamenti sono andati avanti fino a notte inoltrata, in particolar modo al Circo Massimo e in Piazza del Popolo dove il presidente James Pallotta, festeggiando con tutti i tifosi, si è regalato un bagno nelle acque della fontana. La gente era ed è tuttora al settimo cielo, i tifosi romanisti non vivono emozioni del genere da molti anni. Roma è una città in cui si respira ovunque aria di calcio, anche quando le cose vanno male. Figurarsi dopo la partita di martedì…

Quando a gennaio ho intrapreso questa carriera, non avevo assolutamente preventivato di potermi ritrovare a far parte del corpo steward di una delle partite che resteranno nella storia del calcio europeo. È stata un’emozione unica!».

giovedì 12 Aprile 2018

(modifica il 28 Giugno 2022, 20:50)

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