Cultura

La “traccia” di Raffaella Leone scava nel cuore dei piccoli

Marino Pagano
La copertina del libro (particolare)
Nuovo testo a sua firma, illustrato da Lorenzo Sangiò e pubblicato da Secop edizioni
scrivi un commento 36

Figlia di papà poeta e di mamma poetessa, moglie di editore. La letteratura e l'arte del libro nelle corde. Una sensibilità innata e un acume interpretativo che davvero la caratterizzano. Raffaella Leone, insegnante per professione e per vocazione, bitontina di origine, è tutto questo, compresa un'affabulante abilità dialettica. Ed è scrittrice, vive cioè dentro di sé il parto sofferto della scrittura e così, attraverso l'espressione del pensiero che si fa parola che incanta, Raffaellla realizza e invera la sua sensibilità stessa. Sulla pagina ecco allora la Raffaella più pura e sincera.

nn

All'attivo ha diverse pubblicazioni, ma è sull'ultima che vogliamo soffermarci. Si tratta di un testo per giovani lettori, cofirmato con Lorenzo Sangiò. "E… di lui nessuna traccia" il suo titolo, edito naturalmente per i tipi della Secop edizioni di Peppino Piacente, marito della nostra autrice. A Raffaella le parole, al disegnatore Sangiò le immagini: un perfetto lavoro nato da due menti fertili. Poche pagine ma dirette lì, al cuore di chi legge, anagraficamente giovane o meno che sia. Non racconteremo la trama, diremo dell'emozione che questa lettura suscita. Un testo che restituisce, e addirittura consegna, piena compresione dell'umano al mondo dell'infanzia. Non instilla in realtà nulla nel bambino rispetto a quanto il particolare sguardo dei più ispirati già offra naturalmente. Il magnifico che nei pargoli alberga e abbonda qui è semplicemente rassegnato con trasporto agli occhi del lettore. Grande spazio, nella breve ma intensa storia, alla curiosità del bambino, soprattutto alla sua gratuita generosità. Si pensi poi al senso della riscoperta del dono, tema caro ai sociologi e agli antropologi e che i ragazzini gelosamente custodiscono come ineludibile e grande valore.

nn

L'ordito ha quasi i tratti di un piccolo giallo, una storia persino misteriosa ma di un mistero semplice e gigante insieme. Il testo ci presenta un bambino che aspetta chissà cosa e poi comprende quanto la felicità risieda in ciò che già si ha, anche quando apparentemente insufficiente. Tutto sta nel dare spazio alla propria creatività. Una morale non, dunque, fatalista, che si accontenta di poco, al contrario un messaggio fonte d'induzione all'azione volitiva verso una felicità che sia reale.

n

venerdì 24 Marzo 2017

(modifica il 29 Giugno 2022, 0:03)

Argomenti

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti