Il nostro "fardello"

Franco Rogadeo, politico galantuomo

Marino Pagano
Franco Rogadeo
Alla generosità dell'ammiraglio si deve la conservazione del bel palazzo di famiglia, sede della biblioteca comunale
2 commenti 307

Un capitolo poco approfondito dalla storiografia nostrana è quello legato ai politici novecenteschi cittadini assurti a considerevoli ranghi. Forse perché non certo peregrino appare il rischio di memorie ancora vive e vivissime: quando la storia è forse ancora cronaca, soprattutto familiare. Si pensi al silenzio che ha offuscato la pregna consapevolezza di ciò che il fascismo, anche in periferia, ha significato. Un buio su cui solo recentemente si sta facendo luce anche nella nostra città.

nn

Quanto al 900, onestà imporrebbe di riconoscere come Bitonto non abbia potuto contare su figure di primissimo piano a livello nazionale, pur giocando però un ruolo in certe circostanze assolutamente centrale (si vedano gli accadimenti salveminiani del 1913). Né mancano diverse figure interessanti, su cui tanto ancora ci sarebbe da scrivere.

nn

Una su tutte, quella del bitontino di origine, brindisino di adozione, Giulio Italo Caiati. Un vero cavallo di razza democristiano, potentissimo nella città dove morì Virgilio, nel cui collegio fu più volte eletto. Fu ministro della Repubblica e sottosegretario in diversi governi. Ricoprì anche il delicato ruolo di presidente dell'Acquedotto Pugliese. Tante vicende legate a Brindisi non si spiegano senza riferimenti alla sua personalità: dai lavori al porto alla presenza del Petrolchimico.

nn

Altri nomi sono sicuramente quelli del senatore socialista Angelo Custode Masciale (che fu anche sindaco della città) o del democristiano Michele De Capua, deputato per tre legislature, vicino a tanti big Dc e poi, chissà come mai, sindaco del piccolissimo centro dauno di Celle San Vito (indagheremo).

nn

Ineludibile anche un cenno ad Arcangelo Lobianco, ancora oggi legatissimo alla città di origine, eletto con la Balena Bianca nel casertano per sette legislature, presidente nazionale della Coldiretti e più volte sottosegretario al Ministero all'Agricoltura.

nn

Ma è del senatore Franco Rogadeo (1892-1985) che questa volta vogliamo parlarvi più diffusamente. Simbolo di politico e cittadino assai munifico e generoso. Munifico perché è grazie a lui e alla sua lungimiranza se il bel palazzo di famiglia è ancora oggi e per sempre patrimonio della città e sede della biblioteca comunale. Del resto, grazie all'interessamento del podestà fascista Serafino Santoro, nel 1934, il Comune aveva già acquistato, per 45.000 lire, il fondo librario dei Rogadeo, entrando così in possesso del patrimonio di base della biblioteca. La donazione della dimora storica dei Rogadeo, invece, si concretizzò definitivamente nel 1973 (sindaco era Domenico Larovere e assessore alla Pubblica Istruzione Carlo Sblendorio) ma fu pensata già nei primi anni cinquanta e annunciata nei sessanta. Esponente del Partito Monarchico, Rogadeo fu eletto senatore nel 1953, in pieno clima "legge truffa". 

nn

Discendente del casato proveniente in età angioina da Ravello (Sa), iscritto nel Libro d'Oro della nobiltà italiana, ammiraglio di squadra navale, è ricordato con il titolo di conte di Torrequadra. Suo padre fu il paleografo Eustachio (al cui nome volle consacrare la biblioteca) e suo nonno Vincenzo, padre nobile del Risorgimento bitontino e pure parlamentare. Studiò alla prestigiosa Accademia della Nunziatella di Napoli, dove già un altro bitontino si era più che distinto: Francesco Traversa, poi generale del Regno delle Due Sicilie, coerente nella difesa del suo re, morto sotto i colpi di Enrico Cialdini a Gaeta nel febbraio del 1861 (basterebbe questo a farci pensare davvero all'abolizione di via Cialdini a Mariotto, per non parlare dei nefandi crimini del presunto eroe). Da ammiraglio fu impegnato nella guerra italo-turca del 1911-12, in Libia, in Africa Orientale e in altre situazioni belliche che videro gli italiani al fronte. Medaglia d'argento al valor militare ricevuta direttamente dalle mani di Umberto II, attivo nei drammatici frangenti dell'armistizio del 1943, riuscì a salvare le sue navi e il suo equipaggio. Convintamente monarchico, dopo il referendum del 1946, da direttore generale del Personale della Marina, sciolse il suo giuramento.

nn

Dopo qualche anno di ritiro a vita privata, ecco palazzo Madama. Nel frattempo, trovò tempo per produrre il "Rosato delle Mattine" nell'azienda agricola di Torrequadra, che curò con la consorte, nobildonna Maddalena de Riseis, instancabile crocerossina durante la seconda guerra mondiale. Poi, come scritto, l'importante donazione del palazzo avito alla città e di gran parte del cospicuo patrimonio storico-artistico di famiglia alla curia vescovile (era amicissimo del vescovo Aurelio Marena), alla badia di San Leone e all'ordine di Malta (notizie che recuperiamo dai volumi "Brevi cenni biografici sugli illustri bitontini" di Giuseppe Pastoressa e da "Il corteo dei Nobili" di Domenico Schiraldi).

nn

Franco Rogadeo, amatissimo ancora oggi nella memoria collettiva anche di Mariotto, si spense l'8 settembre del 1985, proprio in occasione della ricorrenza del noto armistizio, topico momento storico che non poco lo mise in crisi. Il nostro non conservò un bel ricordo della politica e del suo impegno nelle istituzioni: "Le mie considerazioni su quest'aspetto sarebbero polemiche e amare, è assolutamente inutile anche tramandarle perché non servirebbero a nessuno", disse a Giuseppe Pasculli (che riportò il colloquio nel suo "Storia di Bitonto": un grazie a Pasquale Cioce per il suggerimento bibliografico). Alla fine della cerimonia ufficiale di donazione, nel 1973, l'ammiraglio proferì parole che oggi suonano attuali: "Nutriamo nel cuore una speranza: che il complesso cattedrale-palazzo vescovile-biblioteca possa essere il punto di partenza per la rivalutazione del centro storico di Bitonto, mondandolo dalle brutture esistenti quasi a ridosso della magnifica cattedrale".

nn

Il centro storico, sembrò dire l'ammiraglio, si fa e si ravviva con la storia stessa, rispettando la storia e individuando in essa la nostra più grande risorsa. Parole profetiche, da tenere sempre a mente. 

n

giovedì 23 Marzo 2017

(modifica il 29 Giugno 2022, 0:04)

Argomenti

Notifiche
Notifica di
guest
2 Commenti
Vecchi
Nuovi Più votati
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti
fra diavolo
fra diavolo
7 anni fa

che uomini! Nobili anche di animo.”Signori si nasce” diceva il grande Totò. Oggi invece si intestano strade a gente inutili e sconosciute. Vergognatevi.

Angelo
Angelo
6 mesi fa