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Omaggio a Mariano Magrassi, appassionato cercatore di Dio

Marino Pagano
Monsignor Mariano Magrassi
Oggi l'intitolazione in suo nome della sala riunioni della fondazione Santi Medici
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Cerimonia particolare oggi in città. Sarà intitolata a Mariano Magrassi, indimenticato vescovo della diocesi di Bari Bitonto, la sala riunioni della fondazione Santi Medici Cosma e Damiano.

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E del resto fu proprio Magrassi a firmare l'atto costitutivo della fondazione, nel novembre del 1993.

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A partire dalle 17.30, alla presenza dell'arcivescovo Francesco Cacucci, avrà luogo la cerimonia, alla quale seguiranno i momenti legati al Giubileo della Sanità e alla chiusura dell'anno giubilare in basilica (funzione alle 18.30).

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Ritratto di Magrassi

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Ma è su Magrassi che è utile soffermarsi, figura forse poco ricordata dalla chiesa locale, eppure vescovo di Bari dal dicembre del 1977 fino al 3 settembre del 1999: ben 22 anni. Dal 1982 anche di Bitonto. In un primo tempo come vescovo di Bari e Bitonto e poi, dal marzo del 1986, come pastore della nuova diocesi di Bari Bitonto. Lasciò la guida della diocesi per gravi motivi di salute. Al suo posto, Giovanni Paolo II nominò Cacucci.

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Appartenente all’ordine dei benedettini, Magrassi morì il 15 aprile del 2004 nell’abbazia della Madonna della Scala a Noci, luogo incantevole di meditazione e preghiera, retto da uno dei tanti rami dell’albero benedettino, dove si ritirò dopo la fine del suo episcopato.

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Nato il 4 settembre del 1930 a Mombissaggio di Tortona (Alessandria), fu ordinato sacerdote nel 1953. L’anno dopo prese i voti monastici. Fu nominato nel 1972 abate della stessa abbazia di Noci.

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“Ha amato la chiesa di Bari Bitonto sentendola un cuor solo. È stato suo pastore e padre, guidandola nel cammino di evangelizzazione, liturgia e carità, arricchendola di iniziative culturali e di apertura all’ecumenismo”, ricordò il messaggio di cordoglio della diocesi al momento della morte.

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L’amministrazione comunale di Bitonto dell’epoca, a nome del sindaco Nicola Pice, rese omaggio alla figura di Magrassi “nel ricordo del suo magistero arcivescovile sorretto da serafico ardore”.

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Indubbiamente, gran parte dell’azione pastorale e culturale del vescovo Magrassi è stata indirizzata a riallacciare i rapporti con le varie confessioni cristiane: numerosi, in questo senso, gli incontri di studio da lui organizzati a Bari, soprattutto nelle vesti di presidente della Conferenza episcopale pugliese.

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In un articolo apparso sulla rivista Odigos (n.3/82), addirittura, scrisse: “Nei nostri reciproci rapporti con l’oriente ortodosso, le differenze sono più sottolineature che non vere divergenze”.

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L’avvenimento più memorabile degli anni del suo episcopato fu sicuramente la visita di Giovanni Paolo II a Bari e Bitonto, il 26 febbraio 1984.

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Era molto attento alle forme di religiosità popolare, alla preghiera, alle devozioni. Acceso ed entusiasta propagatore della pratica del Rosario, aveva speciale attenzione per la Madonna, “colei che ci è sempre accanto e ci guarda, addolcisce tutte le nostre croci, veglia su tutti i passaggi difficili della nostra vita, fino all’ultimo che ci farà passare dal tempo all’eternità”.

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Il vescovo fu grande studioso di liturgia, patristica e agiografia. Non si contano le sue pubblicazioni su Ambrogio, Agostino, Bernardo di Chiaravalle, sulla storia della liturgia stessa.

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Ha pubblicato appunti di viaggio (“Per le strade del mondo”), testi di evangelizzazione e catechesi, interventi sulla nostra difficile contemporaneità. Da segnalare, una laurea honoris causa ricevuta, in liturgia appunto, dal Pontifico ateneo Sant’Ansellmo di Roma.

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Da alcuni etichettato come vescovo “progressista” (con tutti i limiti di un termine mutuato dal lessico politico), fu tra i presuli firmatari, nel giugno del 1988, di un documento che esprimeva netto sconcerto per la crescente militarizzazione in Terra di Bari. Si esprimeva parere negativo sull’ipotesi di stazionamento di settantadue cacciabombardieri americani F16 nell’aeroporto di Gioia del Colle.

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“La nostra coscienza, se da una parte ci vieta di entrare nel terreno delle scelte politiche concrete, per altro verso ci obbliga a parlare con chiarezza ogni volta che sono minacciati gli orizzonti complessivi della pace, di cui dobbiamo essere, e non per mandato popolare ma in nome del Vangelo, solerti annunciatori” diceva quell’appello, firmato anche da altri pastori della metropolia di Bari, tra cui l’allora vescovo di Molfetta, Tonino Bello (ma anche lo stesso Cacucci, a quei tempi vescovo ausiliare di Bari).

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Magrassi diede inoltre alle stampe un volumetto dal titolo significativo: “Una chiesa più povera e più libera”, scritto dopo il nuovo concordato del 1984, firmato da Bettino Craxi e dal cardinale Agostino Casaroli.

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Costante, nella sua pastorale, il riferimento ai giovani, al mondo degli scout, al volontariato. “È importante aggiungere più vita agli anni, non più anni alla vita”, il suo motto. Il vescovo Magrassi è stato anche gran priore dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, dal 1982 al 1999.

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Con la sua figura, la Puglia perse (e rimpiange ancora), in questo ispirato monaco piemontese d’importazione, un uomo pensoso, forse non propriamente adatto al ruolo di “governo” e gestione quale quello di una diocesi (ma fu una scelta non isolata, a quei tempi, di “pescare” tra i contemplativi: Bari stessa ebbe anche il carmelitano Anastasio Ballestrero), ma certamente uno studioso di acuto spessore, un uomo di Dio illuminato dall’amore e dalla ricerca spirituale e teologica, nel solco dei diversi carismi cristiani.

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Oggi, è noto, si tende a privilegiare il quotidiano lavoro cristiano, la strada, la "chiesa in uscita". E ci sta. La fede si vive sulla strada, come sulla strada Cristo cercava i suoi amici. Quasi due millenni di contemplazione e ricerca ci dicono, però, che vera è anche una fede "pensata", volta all'amore verso Dio. Che pure, proprio Benedetto da Norcia insegna, cerca il lavoro e la dimensione attiva. Ma siamo coscienti, con questo, di aprire un altro capitolo e tutta un'altra storia.

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sabato 12 Novembre 2016

(modifica il 29 Giugno 2022, 1:00)

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