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Il Pirata, simbolo triste del nostro tempo

Lorenzo Scaraggi
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 Amare non amare, eroi o non eroi, o antieroi.
rnNell’anima di ogni eroe c’è amore, eppure c’è tanta solitudine. 
rnE c’è anche egoismo.
rn
rnUn eroe, un eroe fatto di materia umana, fatto di pensieri umani, è miseramente ed umanamente egoista.
rnEppure il cuore pieno d’amore lo porta a riempire d’orgoglio il petto di chi lo ama.
rnPantani che muore da solo, il giorno di san valentino è la quintessenza di questo paradosso.
rnImmagina una scalata, la puzza del sudore, il caldo assordante le gambe flessuose eppure ormai dure come il granito.
rnImmagina ogni pedalata che è una bestemmia, ogni metro in più è una preghiera. 
rnE dietro, il rumore strisciante delle ruote degli avversari che diventa un’eco, un sibilo lontano, un suono quasi fuori dal mondo.
rnImmagina l’impresa dell’eroe che pregando e bestemmiando tira avanti fino all’ultimo metro.
rnImmagina serpenti di vernice bianca sulla strada a raccontare la distanza dal traguardo.
rnL’eroe solo, l’eroe in piena solitudine che vede quasi al ralenty le gocce del proprio sudore cadere sulle mani, infragersi sull’asfalto sottostante.
rnTutto è rallentato in questi pensieri.
rnRespiro che scandisce le pedalate.
rnEd ogni pedalata è un "chi me l’ha fatto fare" ed al tempo stesso ogni pedalata ti dice che non puoi arrenderti.
rnperché? 
rn
rnE qui c’è il dilemma l’egoismo? la voglia di farcela di superare i propri limiti, di combattere contro la propria fatica di uomo
rnl’amore? l’amore verso gli altri, la voglia di dimostrare a tutti che un piccolo uomo può essere capace di tanto, di divorare strada di montagna come se l’alluminio dei cerchioni si muovesse per inerzia, verso chi ti incita insinuandosi nel tuo mondo ovattato io dico che c’è una terza spiegazione, che forse lega all’amore l’egoismo:
rnl’umanità essere uomini, saper ascoltare fino in fondo la propria anima, sentire il mondo, le emozioni fin nella punta delle dita, sapere che il mondo è un prolungamento limitato della propria volontà dei propri pensieri. sentirsi parte di quel mondo.
rn
rnGesù è il figlio di dio, eppure il suo più grande gesto è essere umano fino in fondo.
rnMi riferisco al Gesù in carne ed ossa che piange sul golgota e non al Gesù bacchettone che ci hanno propinato per secoli.
rnEssere Achille è facile, eppure in Achille c’è la cecità e la coglionaggine propria dell’uomo arrogante (che poi io mi sono sempre chiesto perché non proteggeva il tallone sapendo che era il punto debole) l’umanità di chi va oltre, di chi fa del mondo un posto dove val la pena esserci passati.
rn 
rnIl coraggio di San Francesco, la coerenza di Che Guevara, la calma ostinazione di Gandhi, l’incredibile ottimismo di Annibale, la caparbia di Giovanna d’Arco, la sbruffoneria di Maradona, lo sguardo triste di Coppi.
rnQuesta è l’umanità di cui parlo.
rnAmore ma anche egoismo.
rnEd umanità a quintali.
rn
rnEroi? uomini? campioni di amore? carogne egoiste?
rnChi lascia il proprio segno paga sempre un pedaggio altissimo alla vita, proprio perché vive fino in fondo, proprio perché la vita è un solco indefinito in cui lasciare un seme. e non tutti se ne rendono conto.
rnViviamo in un mondo poco umano, ormai.
rnSarò scontato ma la gente oggi non vuole più questo tipo di eroi.
rnLa solitudine di Pantani, il sigillo dell’infamia, le lacrime di coccodrillo: copioni visti da secoli.
rnOggi più che mai il ciclismo si sta uniformando agli sport che fanno business.
rnOggi più che mai sei un eroe se tiri due calci ad un pallone vai a letto con una velina guadagni milioni di euro ed hai un fisico innaturale.
rnOggi i giovani hanno questo concetto di eroe.
rn
rnMio zio, emigrato come tanti nella Torino plumbea degli anni Sessanta, era un amico di Omar Sivori.
rnLo venerava perché parlava di lui come di un ragazzo dalla testa dura e le braccia ancor più dure.
rnGli stava simpatico perché spesso lo incontrava al mattino presto, mentre andava ad allenarsi.
rnIn realtà, detto tra noi, probabilmente non sono mai stati così amici, e non è che sivori fosse un santo, ma era un eroe molto umano.
rn
rnUn eroe geniale, basso, non proprio bello e soprattutto muscoloso come una persona comune.
rnMuscoli da fatica e non fisico da alieno.
rnQuesto è il problema.
rnIl concetto di eroe autentico, eroe umano, ce lo stanno violentando, lo stanno pestando con un mare di falsi miti, è il caso di dirlo.
rnPantani ormai aveva fatto il suo tempo.
rnPantani ormai apparteneva al ciclismo romantico di una volta.
rnMaldestramente dopato si muoveva ormai in un mondo che non era più fatto per i vecchi eroi.
rnEcco perché era rimasto solo.
rnMa non parlo della solitudine consapevole, la solitudine cercata, quella dell’egoismo umano di ogni eroe non la solitudine di chi ama quello che fa, di chi dedica la vita ad esplorare la propria umanità, a scoprirne i limiti, a cercare di render più alto il
rnconcetto di uomo.
rn
rnParlo dell’emarginazione, del concetto di usa e getta tanto caro ai protagonisti del nostro tempo.
rnVorrei dire tante cose ma forse mi sto perdendo un po’, non credo neanche di rileggere quanto scritto.
rn
rnForse ho seguito il flusso della coscienza, ma, caro Mario, quello che voglio dirti è che oggi, a pensare a Pantani ed a tutti gli eroi-antieroi di cui la società non vuole, ripeto non vuole più avere bisogno, siamo almeno in due.
rnTu poeta malinconico, io esule attaccabrighe accomunati dalla nostalgia per quel mondo che ormai dimentica il fuoco della passione per le luci a risparmio energetico…
rn
rnAlla prossima

giovedì 20 Maggio 2010

(modifica il 29 Giugno 2022, 15:40)

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