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Debiti Asv, Onda Civica: «Le spiegazioni del liquidatore non ci soddisfano affatto»

La Redazione
Cassonetti per i rifiuti
«Speravamo che la nota raccontasse una situazione differente da quella da noi denunciata», si legge nella nota che riportiamo
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“La missiva fornita dal liquidatore della Asv SpA non ci soddisfa e tranquillizza affatto”. Così Onda Civica, che ne spiega le ragioni nel comunicato che riportiamo di seguito.

 

Piuttosto che sconfessare le doglianze del gruppo Onda Civica, di modo da rassicurare e rasserenare i contribuenti di Bitonto,  la nota a firma del dottor Angelo Mancazzo, quale liquidatore dell’Asv SpA, è una mera precisazione circa l’avvenuta trasmissione dei dati contabili all’ente comunale, non certo una smentita del “quanto sia dovuto”.

La stessa nota si trincera dietro semplici facoltà, tutte utilizzate al fine unico di rendere meno pubblica o notoria possibile l’intera vicenda (eppure, senza fare demagogia, a rimetterci saranno solo i contribuenti di Bitonto, Mariotto e Palombaio). Avremmo gradito che si tentasse la strada del concordato preventivo, ovvero quella dell’auto fallimento, con il deposito delle scritture e dei registri presso il Tribunale di Bari con la garanzia di terzietà e trasparenza, posto che l’odierno liquidatore vanta la carica di ex segretario della locale sezione del Pd.

Dalla nota non emergono le esatte imputazioni afferenti la contabilità per centri di costo sulla commessa di Bitonto per periodi successivi al 2018 (2019, 2020 e 2021), così come non è dato comprendere la quantificazione degli ulteriori servizi affidati, rispetto a quelli contrattualmente previsti, in uno alle ragioni che hanno indotto l’amministrazione uscente alla copertura dell’intero costo degli ulteriori servizi, posto che l’Asv SpA, sui soli servizi contrattualizzati, già realizzava un utile d’esercizio di circa un milione e cinquecentomila euro.

Speravamo che la nota raccontasse una situazione differente da quella denunciata da Onda Civica: che le perdite dell’Asv saranno integralmente assorbite solo e soltanto da coloro che hanno amministrato o omesso di vigilare sull’operato amministrativo della nostra municipalizzata (fu fiore all’occhiello della nostra comunità, invidiataci dalle amministrazioni viciniori e non solo (citiamo le dichiarazioni dei consiglieri Franco Natilla e Michele Daucelli).

Ed inverosimilmente e apoditticamente, non un cenno circa un esposto presso la competente Corte dei Conti. Evidentemente non se ne ravvisano i presupposti?

Eppure noi ci limitiamo solo a riportare uno stralcio di quanto relazionato in sede di esame ed approvazione del progetto di bilancio al 31 dicembre 2018: «Non può sottacersi che l’elaborazione corretta della contabilità per centri di costo, eseguita soltanto nel 2020, ha consentito di avere contezza dei risultati della gestione dei servizi acquisiti in appalto e resi ai Comuni di Cerveteri, Mesagne, Grumo Appula, Santeramo e Cassano delle Murge. È plausibile ritenere, quindi, che la gestione dei predetti servizi è stata condotta in forma distopica, generando perdite incontrollate. Infatti, con particolare riferimento al Comune di Cerveteri, dalle risultanze della contabilità per centri di costo, è emerso che la società ha realizzato nel 2017 e nel primo semestre 2018 (ante stipula scrittura del 1° agosto 2018) un margine di contribuzione positivo rispettivamente di 6.890,80 euro e di 188.616.17 euro, mentre a seguito delle intervenute pattuizioni di cui alla predetta scrittura privata del 1° agosto, il risultato del primo semestre 2018 è stato negativo per 329.038,63 euro, e nel 2019 la perdita registrata è stata di 430.240,51 euro».

Ancora: «Pertanto, è necessario che il sindaco ovvero chi legittimamente lo sostituisca in seno all’Assemblea dei Soci del giorno 7 giugno 2021, sottoponga all’attenzione del liquidatore la necessità della verifica di situazioni di eventuale responsabilità degli organi sociali e gestionali/tecnici dell’Asv SpA, nel tempo di volta in volta interessati, in merito alle valutazioni prodromiche espletate dai medesimi organi circa le condizioni di economicità e di utilità della partecipazione dell’Asv SpA alle gare per l’affidamento dei contratti di appalto di cui trattasi presso i Comuni di Cerveteri, Mesagne, Grumo Appula, Santeramo e Cassano delle Murge, dalla cui esecuzione e gestione sono derivate le ingenti perdite evidenziate dal liquidatore nella Relazione sulla Gestione ex art. 2428 del Codice Civile e sopra riportate, e che la verifica,  considerate le ingenti perdite a carico della società registrate nel progetto di bilancio chiuso al 31 dicembre 2018, predisposto dal liquidatore, deve essere finalizzata prioritariamente all’accertamento della sussistenza dei presupposti richiesti dal Codice Civile (art. 2392 e segg.) per l’eventuale esercizio dell’azione di responsabilità nei confronti degli amministratori succedutisi nel tempo, a cui siano addebitabili i danni arrecati alla società a causa della inosservanza, da parte degli stessi, dei doveri ad essi imposti dalla legge e dallo statuto…».

«Considerato lo status di società in liquidazione volontaria, non si ritiene applicabile quanto previsto dall’art. 14 comma 2 del D.Lgs. 175/2016 circa la redazione di un Piano di risanamento finalizzato a focalizzare in modo approfondito le cause che hanno determinato lo stato di “allarme”, a rimuoverle ed a riportare i valori all’interno dei predetti “limiti”. Oggi, con la messa in liquidazione, le finalità della ordinaria gestione aziendale sono cambiate, la gestione ordinaria è entrata in una fase di "sospensione" e ci si sta attivando precipuamente a commutare in denaro gli elementi patrimoniali che risultano attivi, con lo scopo di azzerare le passività e solo in seguito ed eventualmente, si passerà alla distribuzione di ciò che resta dalla procedura di liquidazione, ai soci».

Attenzione: il liquidatore dell’Asv SpA, con quattro milioni di euro di perdite già cristallizzate al 31 dicembre 2018 e con le ulteriori perdite ipotizzate (ad oggi non contestate nella missiva), si sta attivando precipuamente a commutare in denaro gli elementi patrimoniali che risultano attivi, con lo scopo di azzerare le passività e solo in seguito ed eventualmente, si passerà alla distribuzione di ciò che resta dalla procedura di liquidazione, ai soci?

Respingendo ogni forma di demagogia, almeno sui fatti e sui numeri, riteniamo la commutazione in denaro degli elementi patrimoniali che risultino attivi servirà in prededuzione solo e soltanto a liquidare i compensi di liquidazione del fortunato professionista incaricato ancorati al massimo normativo, come se si stesse liquidando l’AEM Azienda Energetica Municipale SpA di Milano, l’AMA o ATAC di Roma.

Noi di Onda Civica avremmo privilegiato la strada del concordato preventivo, in via subordinata quella dell’auto fallimento, e comunque in ogni caso non avremmo giammai adeguato i compensi del liquidatore al limite massimo previsto dalla normativa, posto che il buon senso (lo stesso trattamento economico del Presidente del Consiglio Mario Draghi, peraltro rinunciatario, risulta inferiore!), avrebbe dovuto sollecitare una necessaria graduazione dei limiti massimi.

 

sabato 30 Aprile 2022

(modifica il 4 Luglio 2022, 16:37)

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