Attualità

Perchè c’è ancora qualcuno che non sa cosa sono le foibe?

Mario Sicolo
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Ci sono due mani, ossute e sole, che, graffiando disperatamente la pietra, cercano la luce.
rnLa verità della Storia.
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rnE’ solo il manifesto suggestivo di un incontro. Ma potrebbero essere le mani di Giovanni Ciccarone: nostro concittadino, agente di pubblica sicurezza tra gli anni Trenta e Quaranta, in servizio a Gorizia, perseguitato dall’Ozna (acronimo sinistro che sta per "Organizzazione per la difesa della nazione") la polizia segreta Tito e scomparso nel nulla.
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rnE quanti furono strappati agli affetti, ai loro borghi natii, ai loro cieli e al loro mare, caricati sopra treni squallidi, stipati come sardine pur essendo uomini, costretti ad attraversare tutta la dorsale adriatica, giù giù fino all’appulo tacco, dopo aver subito l’infimo oltraggio alla stazione di Bologna, quando furono accolti da manifestanti comunisti con tanto di striscioni dileggianti e fu impedito loro di scendere anche soltanto per abbeverarsi un po’, possono considerarsi davvero i superstiti delle foibe.
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rnGià, perchè nessuna tragedia è stata più infoibata di questa nelle ignobili segrete della Storia.
rnE non si tratta di mettere stoltamente sui piatti della bilancia il numero dei morti. Anche uno solo grida vendetta. Questo è bene scolpirlo subito su questa pagina bianca.
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rnChiediamoci piuttosto perchè per altre immani barbarie c’è stata, sì, la connivenza simultanea di chi avrebbe potuto evitare il tutto, ma non certamente il successivo vile silenzio di sessant’anni.
rnSessant’anni. Sessant’anni di pagine vuote nei libri di testo e di ore zero dedicate al mesto capitolo di storia non scritto nelle scuole.
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rnPer coloro che tra Istria, Dalmazia e Venezia-Giulia, tra il 1943 e 1945, furono rastrellati, legati col fil di ferro, messi in fila uno dietro l’altro sull’apertura d’una voragine d’origine carsica di nome foiba (dal latino fovea: fossa), che videro il primo di loro (forse un amico? Un fratello?) colpito al cuore per precipitare tutti per un letale e beffardo effetto domino in fondo all’inghiottitoio naturale, chiuso da una bomba a mano che ne faceva crollare le pareti – e da laggiù nessuno mai è uscito -, non è esistita per lustri e lustri la pietà di giornalisti, scrittori, docenti, politici, uomini che contano.
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rnE, ieri, durante l’interessante ed emozionante convegno dal titolo "Foibe ed esodo: la fine di un silenzio", organizzato dall’Amministrazione comunale e fortemente voluto dal vicesindaco Domenico Damascelli, moderato egregiamente dal prof Nicola Fiorino Tucci, c’era qualcuno che candidamente confessava di non sapere cosa fossero le foibe.
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rnCi auguriamo sia bastato loro ascoltare le parole severe del sindaco Raffaele Valla, che ha condannato "tutti i ciechi nazionalismi assassini". Il monito grave dell’assessore al cultura Antonio Giammarelli, perchè non più accadano queste tragedie". Il racconto dettagliato ed appassionato del vicesindaco, che ha invitato i presenti a "non fare differenze tra i morti della storia, perchè è sbagliato ragionare per schieramenti e steccati".
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rnPoi, è toccato all’esule prof Giuseppe Dicuonzo mostrare le ferite del suo cuore e tergere le lacrime che un filmato (chiarissimo sulla vicenda in questione al punto da dare una cifra degli scomparsi: più di cinquemila) aveva fatto scivolare piano sulle gote lisce e sulla barbetta innevata.
rnI suoi ricordi si sono intrecciati inesorabilmente con le vicissitudini di quella parte orientale che fu prima dell’Impero Austro-ungarico e, di seguito, dell’Italia monarchica e fascista e, infine, della Jugoslavia di Josif Brosz detto Tito.
rn"E se le persecuzioni del ’43 potevano rientrare nella logica del conflitto, quelle del ’45, fatte a Guerra Mondiale finita, rientrano sicuramente nel novero dei crimini contro l’umanità e nella pulizia etnica".
rn
rnQualcuno potrebbe obiettare: le truppe titine volevano liberarsi dei fascisti, che avevano vessato quelle zone. Piuttosto, toglievano di mezzo chiunque, persino giovani e bambini che l’orbace, il manganello e l’olio di ricino non sapevano nemmanco cosa fossero. 
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rnL’inconfutabile conferma ce l’hanno offerta gli occhi velati da un dolore nascosto della signora Francesca Seriaus Carelli: "Mi sono sentita per anni derubata di qualcosa. Ora se ne parla. Finamente. Ero piccola, vivevo in quel paradiso che è Rovigno d’Istria, fui costretta ad andare a lavorare al porto, genuflessa da mane a sera con le ginocchia insanguinate, perchè non ero iscritta al Partito comunista, ma solo all’Azione Cattolica. Poi, mi hanno dichiarata "nemica dello stato" e ho temuto il peggio. Per fortuna, papà ci prese e ci portò via. Ma lì lasciammo tutto. Siamo venuti qui, in Puglia, a Santo Spirito, dove abbiamo trovato gente meravigliosa, che ci ha accolto con tanto affetto, non facendoci sentire diversi".
rn
rnRagazzi vestiti a lutto con un coccarda tricolore sul petto hanno intonato l’inno nazionale nostro sotto la guida del maestro Pino Maiorano, il trombettista Sergio Schiavone ha suonato il silenzio, Fiorella Carbone ha letto una poesia, profonda ed incisiva, dal titolo significativo "Io ricordo".
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rnSperiamo che, da ieri sera, più persone almeno sappiano.
rnE, dunque, comincino a ricordare…

sabato 14 Febbraio 2009

(modifica il 29 Giugno 2022, 18:14)

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francescoli83
francescoli83
15 anni fa

Bisognerebbe parlarne o, meglio, studiarle a scuola tali questioni che riguardano la nostra storia, la nostra Patria. Perchè nessuno ne ha mai parlato a scuola? Questo mi chiedo oggi, dopo che qualche anno fa, mi sono informato personalmente sulle “foibe”.

dom69
dom69
15 anni fa

perchè non intitolare una strada ai martiri delle foibe affinchè tutti sappiano e ricordino questo drammatico episodio della nostra storia ???

dom69
dom69
15 anni fa

complimenti a mario sicolo per l’ottimo articolo

johndoe68
johndoe68
15 anni fa

Per chi dovesse essere interessato consiglio:
“L’esodo” di Arrigo Petacco
oppure leggete in questo link la storia di uno dei martiri:
http://www.facebook.com/home.php#/group.php?gid=38432612207
forse per questo se ne parla ancora molto poco (e non solo a scuola….)

Associazione congiunti dei Caduti infoibati o diversamente massacrati
Associazione congiunti dei Caduti infoibati o diversamente massacrati
15 anni fa

Concittadini infoibati o diversamente massacrati dai partigiani comunisti italo-sloveni ed italo-croati. Unica colpa: ESSERE ITALIANI
Ciccarone Giovanni
De Sario Emanuele
De Sario Giacomo
Murgolo Giuseppe
Planelli Emanuele – Conferita la Medaglia d'Onore al Senatoal nipote Planelli Emanuele
Schettini Valentino
Ungaro Giacomo

Associazione congiunti dei Caduti infoibati o diversamente massacrati
Associazione congiunti dei Caduti infoibati o diversamente massacrati
15 anni fa

Città che hanno onorato nella propria toponomastica e nella memorialistica i Martiri delle Foibe od altrimenti massacrati in Venezia Giulia e Dalmazia (1943-1947)
Un sentito ringraziamento a tutte le Amministrazioni per la lodevole iniziativa in Memoria
ABBIATEGRASSO (Milano)
ABETONE (Pistoia)
ACILIA (Roma)
ACQUAVIVA DELLE FONTI (Bari)
ACQUI TERME – fraz. Mombarone (Alessandria)
ACQUI TERME (Alessandria)
ADRANO (Catania)
ADRIA (Rovigo) 1 Memorial – Gli Istriani Fiumani Dalmati ai loro Caduti
AGNADELLO (Cremona)
ALBA (Cuneo) 1 Giardino Alle Vittime delle Foibe 1943-1945
ALBANO SANT'ALESSADRO (Bergamo)
ALBIGNASEGO (Padova)
ALESSANDRIA
ALESSANDRIA
ALGHERO – fraz. Fertilia (Sassari)
ALLERONA Scalo (Terni)
ALTAMURA (Bari)
ALTAVILLA VICENTINA