Musica

Beat Onto Jazz Festival: una passione lunga 21 anni

Marco Lovero
Beat Onto Jazz Festival 2019
Beat Onto Jazz Festival 2019
Intervista al direttore artistico Emanuele Dimundo, alla vigilia dell'evento internazionale che andrà in scena in piazza Cattedrale dal 1° al 4 agosto
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Il jazz torna a Bitonto con quattro serate, dal 1° al 4 agosto in piazza Cattedrale, organizzate dall’associazione musicale InJazz e dal Comune di Bitonto per il Beat Onto Jazz Festival.

Per l’occasione BitontoLive ha intervistato l’avvocato Emanuele Dimundo, direttore artistico della rassegna, giunta alla 21esima edizione.

 

Come nasce l’idea del Beat Onto Jazz festival?

«Ho partorito l’idea del Beat Onto Jazz Festival nel lontano 2001 con l’intento di creare un evento importante per una città in abbandono e, nello stesso tempo, contribuire a divulgare la conoscenza del mondo del jazz; un mondo che travalica gli stretti confini di una semplice musica di nicchia, ma rappresenta un vero e proprio fenomeno culturale che si è sviluppato in America nel secolo scorso ed ha rapidamente contaminato le espressioni musicali in tutto il mondo. Fondai quindi un’associazione culturale, l’associazione InJazz, con alcuni amici che condividevano le mie idee».

 

Quanto tempo occorre e quali profili professionali sono necessari per l’organizzazione dell’evento?

«L’organizzazione di un festival internazionale come il Beat Onto Jazz richiede una lunga preparazione, innanzi tutto come direzione artistica per la costruzione di cartelloni di successo e, in secondo luogo,  per l’esecuzione di tutti gli adempimenti funzionali alla materiale realizzazione dell’evento: pratiche amministrative per l’occupazione e l’allestimento della location, contratti per la fornitura di energia, acquisizione e nolo delle strutture, comunicazione, gestione dell’ospitalità degli artisti e, prima di tutto, acquisizione delle risorse economiche necessarie. Organizzare eventi a pagamento è già difficile e rischioso perché ci si deve affidare ai proventi dei biglietti di accesso, che non sono dati certi, ma la sfida più ardua è proprio organizzare eventi completamente gratuiti come il Beat Onto Jazz Festival. In tal caso è necessaria, infatti, una corposa raccolta di contributi pubblici e sponsorizzazioni private che consentano di coprire tutti i costi dell’evento.  Un’impresa titanica che richiede, da un lato, la capacità di comprendere gli articolati bandi pubblicati dagli enti pubblici e la padronanza della materia per poter rappresentare al meglio, nelle relative istanze, l’idoneità dell’evento a soddisfare gli interessi perseguiti dagli enti e, dall’altro lato, la capacità di stimolare le aziende private a sponsorizzare e condividere la visibilità dell’evento. Di quest’ultima attività si occupa egregiamente da anni l’insostituibile vicepresidente dell’associazione, l’architetto Carmine De Renzio, che non smetterò mai di ringraziare».

 

Quanta passione c’è dietro il festival?

«Naturalmente, per affrontare e sostenere per anni il difficile impegno che richiede l’organizzazione di un evento così complesso gli ingredienti principali sono la passione e uno smisurato amore per la propria terra».

 

Con la pandemia il mondo dello spettacolo è stato uno tra i settori più colpiti. Eventi come il Beat Onto Jazz Festival in che modo possono aiutare il settore?

«La pandemia ha, ovviamente, colpito gravemente il mondo dello spettacolo e della cultura in generale e sono certo che il ritorno del Beat Onto Jazz Festival nelle sue consuete dimensioni fungerà da volano per la ripartenza di altre attività che fanno bene all’economia del territorio».

 

In che modo la musica può contribuire alla promozione del territorio e del turismo?

«Avendo da tempo consolidato grande notorietà anche oltre regione, il Beat Onto Jazz Festival costituisce ormai un capace attrattore turistico, come possono esserlo tutti gli spettacoli dal vivo e di qualità».

martedì 19 Luglio 2022

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