L'evento

“Città degli Ulivi” colorato di blu celeste in ricordo di Michele Perrini

Danilo Cappiello
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2° Memorial Michele Perrini
Grande partecipazione al secondo memorial dedicato al ragazzo scomparso a 23 anni per un incidente sul lavoro
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È stato blu celeste, come il titolo della canzone di Blanco lasciata risuonare all’interno dello stadio “Città degli Ulivi”, il cielo di luglio, in occasione del secondo memorial “Michele Perrini”.

Davanti ad una cornice di pubblico straordinaria e commossa, con i familiari e gli amici di Michele in campo a rendere ancor più unica la serata, hanno voluto dedicare il proprio pensiero al giovane bitontino strappato alla vita a soli 23 anni a causa di un incidente sul lavoro, oltre a don Gianni Giusto e don Vito Piccinonna, allo zio Michele e al fratello Domenico, anche alcuni esponenti della politica bitontina: il sindaco Francesco Paolo Ricci, Domenico Damascelli e Arcangelo Putignano, che hanno ribadito all’unisono la totale attenzione e dedizione affinché cessino le morti sul lavoro.

A far sentire la propria voce, dedicandola al giovane Michele, è stato anche il cantante Nino Schettini, omaggiandolo con un brano dal vivo prima di lasciare che le note e le parole intrise di dolore e amore di Blanco e della sua “Blu celeste” facessero da cornice al lancio dei palloncini in direzione cielo.

Perché Miki, sono sicuro che di quei palloncini celesti che hai visto decollare da quel rettangolo verde, tu abbia atteso l’atterraggio su chissà quale terrazzo di chissà quale palazzo lontano dallo stadio, e lontano dagli occhi indiscreti che ti avrebbero imbarazzato, li abbia raccolti con una mano e con l’altra, te li sia cuciti sul cuore.

Perché lo hai fatto, e quelle stesse carezze d’elio colorate, sono state lasciate andar via apposta per quello, per sfiorarti un’altra volta ancora.

Non ci si abitua mai a quel tipo di emozioni che si prendono e si lasciano andare nello spazio circoscritto di una melodia ed una coperta di parole, materializzandosi poi in gocce di tristezza che rugano il viso ma irrigano un campo intero, quello della speranza, dei ricordi e della consapevolezza che, per forza di cose, bisogna guardare avanti.

Vallo a spiegare alla morte che ancora crede di aver vinto, che per i suoi festeggiamenti deve aspettare ancora un numero svariato di anni e che qui, in quello spicchio di mondo che guardi dalla finestra della tua nuova camera, c’è ancora un fiume di gente che ti ama e che difficilmente conoscerà un periodo di siccità.

Guardare avanti Michele, lo so che fa strano, ma va fatto. E prima di tutti l’ha fatto la tua metà più bella: tuo fratello Domenico. Perché un fratello così, o è un regalo della vita o è qualcosa di talmente bello da non poter essere spiegato.

Lo ha fatto sin dal primo giorno in cui ha capito che di te avrebbe dovuto farne necessariamente a meno. E da quello stesso giorno non ti ha mai lasciato andar via da solo, qualsiasi direzione tu sia stato costretto a prendere. Non ti ha lasciato andare, e non lo farà mai. Ha messo a disposizione la propria pelle trasformandola in roccia, in corazza, in armatura, lasciando limpido e fragile il cuore, custodito al proprio interno.

Ha fatto leva sulla propria tenacia, facendo sì che un giorno triste come quello dedicato al tuo ricordo divenisse un giorno di festa in cui riunire tutti quelli che, per un minuto solo o una vita intera, hanno potuto conoscerti, apprezzarti e amarti.

Non è solo Domenico, e mai lo sarà. Ha accanto a lui i tuoi genitori e li tiene sotto braccio, ha tutti i tuoi amici, ha tutti noi.

Sbatterà chissà quante altre volte ancora contro gli intoppi burocratici nella fase organizzativa del memorial, ma puoi starne certo che alla fine ci riuscirà, e ogni anno sarà sempre più bello dell’anno prima.

Perché alla fine di tutto, Domenico ha avuto lo straordinario potere di insegnarcelo senza mai imporcelo, che non sbagliano i vecchi saggi quando affermano che l’amore vince su tutto.

Non sarebbe stato in grado di costruire nemmeno il più piccolo dei tasselli di questo puzzle, Domenico, se non ti avesse amato così come ha fatto e come fa ancora oggi.

E tu lo sai Miki, lo sai e pensandoci ancora una volta, sono sicuro che un’emozione forte tu l’abbia provata prima, e lasciata andare poi, lacrime o sorrisi che siano, ma lo hai fatto e poi hai lasciato che quella bolla d’aria compressa celeste che avevi raccolto la notte prima, scoppiasse ad un sospiro dal mattino e dal suo letto, solo per dirgli “grazie”, solo per dirgli che lo ami ancora.

Ciao Miki.

 

 

lunedì 18 Luglio 2022

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