Attualità

Da Bitonto ad Assisi, in marcia per la pace

Mariella Vitucci
I bambini della Fornelli alla marcia per la pace Perugia-Assisi
Un gruppo di alunni della scuola primaria Fornelli, guidati dall'insegnante Mariangela Memoli, ha partecipato all'evento di domenica scorsa con trentamila presenze
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Bitonto ha risposto “presente!” alla marcia per la pace Perugia-Assisi, che domenica scorsa ha visto la partecipazione di trentamila persone. Un appuntamento che si rinnova ininterrottamente dal 1961, scandito quest’anno dallo slogan "I Care". La cura come nuovo nome della pace: il monito di Don Milani declinato in un concetto di  cura “globale” che abbraccia le nuove generazioni, il pianeta, la democrazia.

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A percorrere i 24 chilometri della marcia c’erano anche una ventina di alunni delle classi quarta A e quarta B della scuola primaria Fornelli di Bitonto, guidati dall’insegnante Mariangela Memoli con la collaborazione del maestro Carmelo Bacco, ormai un “veterano” della marcia per la pace. L’iniziativa, aperta alle famiglie, ha coinvolto anche i genitori accompagnatori.

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«Per me è stata la prima volta, desiderata da lungo tempo. Quest’anno – racconta Memoli – mi ero riproposta di vivere la marcia ad ogni costo. Avevo deciso che sarei stata ad Assisi già a luglio scorso, quando ho cominciato ad immaginare il percorso didattico per le mie classi, incentrato sui temi della pace, dell’uguaglianza e dei diritti a 360 gradi. Un programma di educazione civica che seguiremo per tutto l’anno ed anche il prossimo. Dopo aver dovuto vivere alla giornata per quasi due anni a causa della pandemia, sentivo il bisogno di spingere lontano lo sguardo, di allargare l’orizzonte».

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Nelle parole dell’insegnante il racconto di un’esperienza meravigliosa, addirittura commovente: «Ho provato e vissuto un coinvolgimento emotivo totale insieme ai miei alunni. Ci siamo preparati a questa marcia e ci siamo emozionati nel viverla. È stato un momento fortissimo di condivisione e unione, nel quale abbiamo messo in comune tempi, energie, fatiche e obiettivi».

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Sentirsi parte di un fiume umano mosso dalla stessa corrente positiva è stato elettrizzante. Mariangela Memoli racconta della sorpresa di fronte ai tanti anziani che precedevano i giovani nella marcia, determinati a raccogliere le forze per raggiungere la meta. Racconta dei tanti disabili e delle persone in carrozzina, delle bandiere della pace che sfilavano accanto alle immagini del pianeta distrutto, di animali bracconati, di isole di plastica. «Immagini d’incuria inaccettabile che ci hanno obbligati a riflettere e ad impegnarci per cambiare i nostri stili di vita. Abbiamo respirato una sensibilità globale che andava oltre la pace: questa è stata la vera scoperta per me e per i miei alunni, emersa anche nelle riflessioni che abbiamo voluto condividere con i compagni che non hanno potuto essere con noi domenica. Il percorso di preparazione alla marcia ci ha coinvolti tutti, e abbiamo voluto trasmettere le nostre emozioni a tutta la classe». Condivisione anche tangibile, attraverso i braccialetti della pace donati ai compagni rimasti a Bitonto. «Tutti si sono sentiti gratificati e hanno ringraziato. Difficilmente oggi i bambini ringraziano, e invece l’hanno fatto spontaneamente», sottolinea l’insegnante.

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Poi ripercorre i momenti più intensi della giornata di domenica, fotogramma per fotogramma. L’arrivo in pullman, all’alba, ad Ospedalicchio, percorrendo sentieri stretti; lo stormo di colombi (con due tortorelle “intruse”) che si è levato in volo al loro passaggio; la sosta nella chiesa di San Cristoforo, con messa e benedizione fuori programma. Un nuovo incoraggiamento, dopo il mandato a rappresentare la comunità bitontina ad Assisi, ricevuto dall’assessora comunale Angela Scolamacchia nella visita a scuola di venerdì scorso. E poi l’inizio della marcia, la vista della basilica di Assisi in lontananza, i momenti di stanchezza e sfiducia recuperati con la forza di volontà, l’arrivo alla tomba di San Francesco. «I bambini – sottolinea Mariangela Memoli – si aspettavano di vedere le reliquie e invece hanno trovato pietre. Hanno chiesto perché Francesco fosse sepolto sotto le pietre, e hanno trovato le risposte da soli, con riflessioni davvero profonde. Francesco che elemosinava pietre per ricostruire la chiesa di San Damiano crollata, Francesco che aveva chiesto ai fratelli di essere sepolto sulla nuda e fredda pietra, la pietra come simbolo di semplicità e povertà, quella povertà abbracciata come scelta di vita e virtù».

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Ma l’insegnamento più grande che i bambini portano a casa dalla marcia Perugia-Assisi è la bellezza della fatica. Hanno imparato che niente d’importante si ottiene senza impegno, sacrificio e sforzo. Ed  è bello condividerli.

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martedì 12 Ottobre 2021

(modifica il 28 Giugno 2022, 12:33)

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Mansur Muhammad
Mansur Muhammad
2 anni fa

Brava a questa insegnante ,insegna ai suoi allievi il valore della pace e del dialogo e del rispetto per ogni forma di vita

Franco
Franco
2 anni fa

Insomma la processione per i Santi Medici non si può fare per il divieto dei Vescovi e le norme antiCovid ma la Marcia della Pace si può e si deve fare. Qualcuno ci spieghi il perché.

Graziano
Graziano
2 anni fa

Non ho capito perché le bandiere arcobaleno della Marcia della Pace sono tanto simili a quelle del Gay Pride. È una coincidenza?