Analisi di Coldiretti Puglia

Xylella, tempestività e risorse per espiantare ulivi secchi e ripartire

Ulivi disseccati dalla xylella
Xylella
Solo nell’area infetta risultano contaminati 183mila ettari e 21 milioni di alberi
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Con l’archiviazione della procedura di infrazione da parte dell’Unione Europea che l’aveva aperta nel 2015 contro l’Italia per le inadempienze e i forti ritardi nella gestione della fitopatologia che interessa in Puglia 8mila chilometri quadrati di territorio costellato di ulivi secchi, si apre una stagione nuova in cui serve tempestività e risorse certe per espiantare tutti gli ulivi secchi e ripartire con i reimpianti e la produzione. Ad affermarlo è Coldiretti Puglia, sulla base della lettera di archiviazione della procedura di infrazione inviata dal collegio dei Commissari UE al MASAF.

“Forse finalmente ci si è resi conto che la Xylella è un problema europeo, oltre che nazionale e pugliese, e che se dovesse continuare a ‘camminare’, non ci sarà più olio da commercializzare, oltre al danno per l’economia ed il turismo con la perdita di ambiente e paesaggio. La zona di contenimento si è allargata pericolosamente a nord – dichiara Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia – e il fronte della malattia è molto ampio, le ‘eradicazioni chirurgiche’ vanno attuate tempestivamente, ma soprattutto vanno attivate misure per espiantare tutti gli ulivi secchi che ancora incombono nelle campagne salentine e finanziate misure per i reimpianti e la ripresa piena dell’attività olivicola e agricola in generale con la diversificazione”, conclude il presaidente Cavallo.

“La sperimentazione, gli innesti per salvare gli olivi monumentali e lo studio della biodiversità – aggiunge il direttore regionale, Pietro Piccioni – rappresentata dalle piante selvatiche nate da incroci spontanei sono temi di sicuro interesse e di concreta speranza che vanno supportati perché unica speranza contro la Xylella la pandemia degli ulivi, così come i progetti di rinaturalizzazione”.

Proseguono inoltre gli studi in Puglia, dove sono già oltre 35mila i semenzali spontanei osservati, numerosi semenzali già a frutto che hanno superato la fase giovanile, di cui 190 asintomatici selezionati ed analizzati con PCR quantitativa, 33 semenzali risultati privi del batterio a 3/4 successive analisi, di cui 23 già riprodotti e pronti per essere sottoposti ai test di patogenicità, dove i risultati attesi – aggiunge Coldiretti Puglia – riguardano nuove fonti di resistenza nuove varietà, uniche e nate in loco da genitori autoctoni, nuovi genitori locali per attività di incrocio, alla base del progetto di ricerca e sperimentazione ‘Resixo’ condotto dal CNR-Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante (IPSP Bari).

Bisogna velocizzare l’iter di autorizzazione per l’utilizzo delle nuove cultivar – insiste Coldiretti Puglia – che, sulla base delle risultanze delle sperimentazioni del CNR, presentano caratteri di tolleranza alla Xylella, assicurando la liberalizzazione del “brevetto” FS 17 nei tempi previsti. Va anche reso operativo ed efficace il “Tavolo di coordinamento emergenza Xylella”, come previsto dal Piano straordinario per la rigenerazione olivicola della Puglia, di fatto istituito sin dal giugno 2020, e convocato una sola volta a novembre 2021.

Solo nell’area infetta risultano contaminati 183mila ettari e 21 milioni di alberi e contro il dilagare della Xylella che è arrivata ad Alberobello sono determinanti monitoraggio, campionamento, analisi di laboratorio e continua ricerca, considerato che non esiste ancora una cura per la batteriosi, per l’individuazione dei focolai nei primissimi stadi della infezione –  ricorda Coldiretti Puglia – su piante sensibili e la successiva rimozione secondo legge, così come il controllo della presenza di potenziali vettori contaminati, restano l’unica soluzione per ridurre la velocità di avanzamento della infezione. L’efficacia e sistematicità è garanzia per le aree indenni della Puglia e delle regioni limitrofe, anche puntando sulle tecnologie innovative di monitoraggio remoto.

La diffusione della Xylella Fastidiosa potrebbe costare miliardi di euro nei prossimi 50 anni in Europa, mentre in Italia, se l’espansione della zona infetta non venisse arrestata, l’impatto economico potrà crescere fino a 5,2 miliardi di euro – conclude Coldiretti Puglia – sulla base dello studio della prestigiosa rivista americana PNAS (Atti della Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti d’America) sulla valutazione dell’impatto di Xylella fastidiosa pauca sull’olivicoltura in Italia, Grecia e Spagna, studio realizzato nell’ambito del Progetto H2020 POnTE da un team multinazionale di ricercatori guidato da economisti dell’Università di Wageningen (Olanda).

domenica 24 Dicembre 2023

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Annalisa
Annalisa
4 mesi fa

In pratica l’UE con l’alibi della Xylella voleva spianare milioni di ulivi e coltivare campi fotovoltaici nella. Regione più soleggiata d’Europa. Quando si dice il green…..