La Conferenza episcopale pugliese «non avrà un condottiero ma un coordinatore della comunione e del lavoro dei 19 vescovi della regione» perché «ci sono tante sfide da affrontare e sono le sfide riguardanti le nuove povertà, le sfide che la pandemia ha creato e quelle legate al lavoro, ai morti sul lavoro. E poi ci sono le sfide dell’immigrazione e della emigrazione di tanti giovani. Senza dimenticare le sfide pastorali». Lo ha detto l’arcivescovo di Bari-Bitonto, monsignor Giuseppe Satriano, nel corso della conferenza stampa a Bari a pochi giorni dall’elezione a presidente della Conferenza episcopale pugliese.
Satriano, 63 anni, nato a Brindisi, è vescovo da otto anni e in Puglia guida l’arcidiocesi barese da due. Del nuovo incarico, che durerà cinque anni, sente «la fatica» per «la consapevolezza di una responsabilità che proverò – ha evidenziato – ad affrontare con spirito di servizio». Citando le parole pronunciate da papa Francesco, quando cinque anni fa venne in Puglia per il 25esimo anniversario di morte del venerabile don Tonino Bello, Satriano ha ricordato che «Bari è una terra di comunione, di incontro, di ponte e su questo stiamo continuando a lavorare: non ci siamo fermati».
«Sicuramente – ha aggiunto – in uno scenario così difficile e delicato come quello che stiamo vivendo, i passi sono discreti ma sono anche efficaci”, ha continuato l’arcivescovo che confida «nell’aiuto del Signore, nella preghiera di chi crede e nel vostro aiuto (rivolto ai giornalisti, ndr) affinché non mi rendiate questo lavoro difficile».
Ma stiamo ancora al mantra della pandemia?