Cinema verità

La strage degli ulivi del Salento nel docufilm “Il tempo dei giganti”

Marco Lovero
Marco Lovero
“Il tempo dei giganti”
“Il tempo dei giganti”
Proiettato ieri sera al Coviello di Bitonto, racconta la devastazione prodotta dalla xylella. Intervista al regista Lorenzo Conte
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Far luce sugli effetti della strage degli ulivi millenari causata dal batterio della xylella nel tessuto economico, sociale e umano salentino: nasce con questo obiettivo “Il tempo dei giganti”, docufilm proiettato ieri sera al cinema Coviello di Bitonto. Diretto dai registi Davide Barletti e Lorenzo Conte, è stato prodotto da Dinamo Film e Fluid Produzioni con il contributo di Apulia Film Commission e Regione Puglia ed è distribuito da Dinamo Film con il contributo del Gruppo Intini.

Motore del film è il viaggio di Giuseppe Semeraro, residente nel Salento, verso la piana degli ulivi monumentali in Valle d’Itria dove abita il padre Francesco, per cercare di spiegargli il pericolo della xylella che minaccia tutti i suoi ulivi. Da qui l’opera dà spazio alla scienza e alle storie di chi prova a fornire una visione sul futuro di un territorio devastato dalla fitopatologia.

«“Il tempo dei giganti” – racconta il regista Lorenzo Conte a BitontoLive – è il frutto di un lavoro di quasi tre anni, fra ricerca, scrittura delle scene, riprese e postproduzione. Sembra semplice ma assicuro che non è stato facile parlare di un argomento così ampio, provando ad informare e a creare un’anima, un sentimento cinematografico. Il film nasce dalla visione delle campagne salentine, terra da cui provengono il regista Davide Barletti, Stefano Martella autore del libro “La morte dei Giganti. Il batterio xylella e la strage degli ulivi millenari” e Roberto Greco, che hanno contribuito a scrivere la sceneggiatura. Quando il caso xylella esplose, la tragedia era sotto gli occhi e il raccontare ci è venuto naturale, non potevamo rimanere differenti. Da qui è sorto incipit. Abbiamo iniziato a battere il territorio per provare a capirci qualcosa, incontrando contadini, olivicoltori, frantoiani, giornalisti, imprenditori per capire come stavano vivendo la tragedia degli ulivi, una pianta con cui siamo cresciuti e che per noi ha un forte valore identitario. Durante il lavoro ci siamo resi conto del legame profondo che l’ulivo ha con la Puglia e con il Mediterraneo, ha attraversato i secoli, c’è sempre stato e sempre ci sarà».

Il docufilm è molto legato al libro di Stefano Martella. «Sono due forme artistiche con radici comuni – spiega il regista – ma sviluppate in modo differente: il libro ha un approfondimento maggiore, ha più minuti per raccontare, mentre il film ha altri mezzi e lavora sulle emozioni. Con Stefano ci siamo aiutati a vicenda, intrecciando le due opere in più occasioni e analizzando il personaggio in due modi differenti, arricchendolo».

Ma com’è stato gestito il disastro xylella? «Il territorio si è diviso fra chi ha seguito le linee guida e chi ha confidato nella resistenza dell’ulivo. All’interno delle famiglie c’erano posizioni differenti e tuttora si continua a vedere una contrapposizione durissima, alle volte estremizzando la propria posizione. C’è stato poco dialogo, dialogo in cui politica non ha tenuto posizione: c’è stato un cortocircuito istituzionale che ha causato sfiducia nel rapporto con i cittadini, gli imprenditori e gli attivisti. Il fallimento è sotto gli occhi di tutti, il nostro è un racconto di sconfitta che ha coinvolto milioni di alberi».

E la risposta del pubblico? «Durante la visione del docufilm c’è stata una reazione di forte shock da parte del pubblico nazionale che non sapeva della portata della tragedia. I salentini hanno una consapevolezza diversa, hanno vissuto la tragedia sulla propria pelle. Da parte loro c’è stata una elaborazione del lutto, l’inizio di una accettazione. Questo può essere il punto di partenza per un Salento verde», conclude Conte.

 

 

 

mercoledì 29 Marzo 2023

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Stefano
Stefano
1 anno fa

Se il film deve generare emozioni va’ bene ma sul disseccamento degli ulivi non ci sono certezze univoche su vettori sputacchine e altro. E nessuno considera che il disseccamento può essere provocato dall’uso sconsiderato di diserbanti chimici e antiparassitari che si depositano nel sottosuolo vicino alle radici degli ulivi.