Si parte carichi di viveri a lunga scadenza e farmaci; si torna carichi di dolore e pochi effetti personali raccolti negli zaini e in qualche borsone. È questo il viaggio di andata e ritorno dalla frontiera ucraina che, ogni giorno, compiono i tanti mezzi umanitari che l’Italia sta mettendo a disposizione dei profughi. Persone che hanno perso tutto e che portano con sé la sofferenza della distruzione e dei lutti subìti, e la speranza di trovare salvezza e futuro.
Ieri mattina è partito un bus dal Duomo di Molfetta, organizzato dai volontari dell’Avis Bitonto e Modugno e dell’associazione Le Mani Tese di Modugno, che hanno raccolto le donazioni di persone comuni e imprenditori.
A bordo, insieme ai tre conducenti della ditta Autolinee Chiruzzi di Bernalda (Matera) e all’interprete ucraino Andrii, c’è il presidente dell’Avis Bitonto Massimo Rutigliano. Attraverso la sua testimonianza BitontoLive seguirà il viaggio fino alla frontiera ucraina con il confine Siret in Romania, la consegna del carico umanitario e poi il ritorno con una cinquantina di profughi ucraini che troveranno accoglienza nelle case delle famiglie ospitanti di Bitonto, Bari e provincia.
«Siamo a circa tre ore dalla frontiera con Trieste», raccontava Massimo Rutigliano ieri sera poco prima delle 20. «Siamo ansiosi di raggiungere il confine per poter consegnare questo prezioso carico che abbiamo raccolto grazie alla incredibile generosità di tanta gente, commossa dal dramma di un popolo intero. Condividere con i lettori di BitontoLive questa esperienza sarà importante per capire quanto sia grande la tragedia causata da questa guerra».
Oggi sarà una Domenica delle Palme di grande impegno per Massimo Rutigliano e i suoi compagni di viaggio. Ve la racconteremo domani.