Nei giorni scorsi, il presidente dello Sporting Club (a proposito, visitate lo splendido e dettagliato sito www.sportingclubbitonto.it) , Vito Lavacca, aveva promesso che i suoi uomini ce l’avrebbero messa tutta. E che, soprattutto, c’erano le migliori intenzioni per affrontare in maniera più che dignitosa il campionato.
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rnPurtroppo, i problemi di chi abbia la (balzana) intenzione di fare sport a Bitonto sappiamo quali sono. Per chi, poi, voglia onorare il pallone a spicchi, la situazione diventa ancora più difficile.
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rnSempre il ragioniere di cui sopra ci confessava che i nostri cestisti stavano effettuando la preparazione presso un centro sportivo privato, con conseguenti, onerose spese, e additrittura all’aperto. Quasi un’assurdità, se si considera che tutti gli impegni di regolar season si disputano al coperto e ciò significherebbe sentirsi ospiti persino sul proprio parquet.
rnOra, fatta salva la disponibilità del palazzetto del "Maria Cristina" per la domenica, tutti gli altri disagi permangono.
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rnPer di più, la notizia del ripescaggio in D è giunta a qualche giorno dall’avvio della stagione, ergo non era umanamente possibile approntare un roster all’altezza della nuova categoria. Non è un caso che le prime due gare siano finite con altrettante sconfitte (78-52 a Ruvo e, in casa, 48-80 con i Bulls Bari). Dunque, la squadra è un cantiere aperto e le novità potrebbero giungere da un momento all’altro. Grande lavoro attende il nuovo coach, Vito di Maso.
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rnIn conclusione, l’appello è questo. Chiunque abbia a cuore le sorti del basket bitontino e abia pure qualcosa di concreto nelle palte sorregga il più possibile questa storica società. Non esiste soltanto il calcio a Bitonto. Anche disputare un campionato di serie D di pallacanestro a testa alta può (e deve) essere motivo di vanto per tutta la città. Non ci va di passare un’annata da cenerentola…
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