fino al 2 maggio

Scultura e stampa 3D: il “mondo” di Filippo Mastropasqua in mostra al Torrione

Marco Lovero
Marco Lovero
Filippo Mastropasqua accanto a Moebius
Cardiologo con la passione per l'arte e la tecnologia, utilizza nuove forme espressive incentrate sulla modernità degli strumenti informatici
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Mostrare l’impatto che le nuove tecnologie possono avere nella produzione artistica. Così nasce la mostra “Tra tecnologia e tradizione. Nuove realtà nella scultura e nell’arte”, al Torrione angioino fino al 2 maggio, a cura dell’artista barese Filippo Mastropasqua che si racconta illustrando le sue opere a BitontoLive.

«Mi sono sempre interessato un po’ alla pittura e alla scultura quando ho avuto la manualità per maneggiare i taglienti come legno poi pietra, gesso. Sono uno dei primi utilizzatori di computer a fini grafici utilizzando sempre software adatti e con l’aumento della grafica tridimensionale si è aggiunta la possibilità di arrivare alla scultura con l’ausilio del computer. Questo mi ha portato a fare degli schizzi a mano libera per cominciare, lì per esempio c’è scritto come è fatto il Don Chisciotte con un grafico di tutte le fasi che portano alla scultura completa. Prima gli schizzi, poi il disegno al computer con software bidimensionali che poi si trasformano in tridimensionali sino ad arrivare alla possibilità di esportarlo in un formato compatibile con i software 3D che vanno poi alla stampa 3D. Questa aiuta molto nella definizione degli oggetti più piccoli come le mani, le gambe o i voti. Per il resto si tratta di scultura tradizionale in cui si usano pietra, gesso, marmo, legno in alcuni particolari. Tutti i materiali sono graditi».

«Il mio è un lavoro amatoriale. Sono un medico cardiologo, ho fatto quarant’anni di attività in ospedale e adesso che sono stanco mi dedico praticamente a questo come attività principale. Mi sono perfezionato in questo tipo di situazioni, non molti hanno la possibilità di fare questo percorso così complicato perché richiede utilizzo dei computer, di grafica e stampa 3d e poi la manualità per assemblare tutte queste cose. È un percorso che ho fatto tutto da solo che evidentemente porta i risultati che sembrano piacere».

Ma come nasce la mostra?

«È nata grazie all’interessamento di un collega in particolare che sapeva di questa mia abilità. Vedendo le mie opere ha detto “Ma perché non le esponi?” A Bitonto abbiamo questo bel manufatto angioino del dodicesimo secolo che pare fatto apposta per queste cose qui. Non sapeva che avevo davvero tanto materiale da esporre, per cui è rimasto impressionato anche lui. Il sindaco ha dato l’okay e lo ringrazio per questo, la location è davvero ottimale anche per i colori che uso, si adattano perfettamente all’ambiente».

Sono tre i temi della mostra: il classico, tradizionali soggetti di sculture d’arredo tratte da miti, leggende o libri, come il matrimonio, il minotauro o Don Chisciotte; il filone delle collaborazioni cioè tante persone che insieme ai gruppi due, tre, dieci, quindici persone insieme cercano la conoscenza e si aiutano a esplorare confini di cui non vedono il limite; l’ultimo è quello delle sculture da appendere, opere tridimensionali che si affacciano anche sul quadro, escono e sono in parte dipinte e in parte scolpite.

Fra i lavori esposti ne emergono diversi.

«Sono affezionato a Moebius, il più grande. Si tratta di un’opera che nasce come disegno tridimensionale perché è un foglio che si arrotola su sé stesso e delle due facce che di solito ha una striscia di un foglio di carta diventa una faccia quando si collegano i due estremi. E queste persone che rappresentano la collaborazione per arrivare a qualche meta o a conoscere qualcosa o a sapere lo scopo della vita girano purtroppo inutilmente lungo questa faccia continua senza arrivare al capo di nulla. È il destino dei miei personaggi: tutti si avvinghiano a cose che non portano da nessuna parte anche se loro cercano di trovare qualche soluzione, qualche conoscenza che non c’è. Ci sono altri soggetti di tipo più tradizionale come la modella, la ballerina oppure questo che è molto simbolico, il matrimonio: qui i due coniugi si devono scolpire vicendevolmente per adattarsi ai propri caratteri, alla propria vita».

La mostra sta riscontrando una discreta affluenza. «L’impressione di tutti quelli che vengono a visitarla è molto positiva».

venerdì 12 Aprile 2024

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