Giornata della Donna

Nonna e nipote unite dallo stesso destino: la storia di “Donna Francesca”

Annarita Cariello
Annarita Cariello
Francesca Dellorusso
Francesca Dellorusso, giovane imprenditrice agricola, gestisce una realtà aziendale all'avanguardia e aperta ai mercati internazionali
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La foto della donazione delle mandorle di Francesca Dellorusso all'arcivescovo
La foto della donazione delle mandorle di Francesca Dellorusso all'arcivescovo

«Se oggi sono quella che sono lo devo a mia nonna Francesca, perchè con lei ho trascorso tutta la mia infanzia e la prima adolescenza. Mi ha insegnato la cosa più importante: lavorare con passione».

Esordisce così Francesca Dellorusso, giovane imprenditrice mariottana che gestisce dal 2013 l’azienda agricola che prende il nome proprio dalla sua antenata. Una realtà, quella di “Donna Francesca”, che si è fatta spazio negli anni e si è guadagnata il rispetto e l’ammirazione per il coraggio di puntare ad obiettivi sempre più ambiziosi, senza mai dimenticarsi il punto di partenza: la propria terra e le proprie radici.

BitontoLive ha intervistato l’imprenditrice di Mariotto in occasione della Festa delle Donne, per raccontare non solo la sua storia ma anche quella della sua famiglia che dal 1986, a partire da nonno Michele, ha dato vita ad una delle realtà agricole più apprezzate del territorio. L’agricoltore, infatti, sostenuto dalla moglie Francesca – madre, casalinga e lavoratrice infaticabile  – in quell’anno seminò la prima pianta di mandorle Filippo Cea a Mariotto. Da allora l’azienda, dopo molti anni, Francesca ha continuato ha seguire le tracce dei suoi antenati, creando ex novo un’azienda all’avanguardia che trasforma prodotti dei propri campi, a filiera corta, producendo olio personalizzato e su misura, derivati dalle mandorle, conserve e passate di pomodoro.

Ma andiamo con ordine, come ci ha raccontato Francesca: «Mia nonna è scomparsa quando io avevo 15 anni, quindi si può dire che ho vissuto con lei il periodo più bello e spensierato della mia vita. La vedevo che si occupava del negozio di ferramenta e vendita di prodotti fitosanitari, mentre mio nonno provvedeva alla gestione dell’azienda agricola, conquistandosi il rispetto e la stima dei compaesani. È diventata il mio punto di riferimento e inevitabilmente ha condizionato il mio destino e la scelta di dedicarmi agli studi nell’ambito del commercio. Mi sono laureata, ho seguito corsi di formazione e partecipato a fiere in tutto il mondo, confrontandomi con realtà importanti come l’Ismea e l’ex Mipaf. Mi sono gettata a capofitto in un mondo, quello dell’agricoltura, dominato dagli uomini, dove avevo difficoltà a farmi sentire e apprezzare e soprattutto dove è stato difficile apportare dei cambiamenti, ma sapevo che erano necessari».

La giovane mariottana, infatti, ha spiegato come ha avviato la propria azienda agricola che ad oggi è a tutti gli effetti una realtà imprenditoriale  di successo.

«Ho creato “Donna Francesca” dieci anni fa, internazionalizzando l’azienda e aprendo porti e contatti oltre l’Europa (non a caso ora si trova in Giappone, alla Foodex Japan 2024, nel padiglione italiano). Attualmente il nostro marchio è conosciuto in tutto il mondo anche per il concetto di “sartoria agricola”: ogni prodotto, frutto della trasformazione delle nostre materie prime,  è fatto non solo mano, ma su misura del cliente».

Ma nulla si può fare da soli, perchè i sogni, sopratutto quelli grandi, hanno bisogno delle mani e della cura anche di altre persone. Accanto a Francesca c’è Piero, il suo compagno di vita che gestisce la parte commerciale e di marketing. Non solo: con lei, nel laboratorio all’avanguardia che si occupa della trasformazione, ci sono 4 donne, le uniche che si occupano di realizzare i prodotti firmati “Donna Francesca”. «La mia è una scelta: affidare nelle mani delle donne i prodotti della nostra terra, affinchè li trasformino con l’amore e la cura che solo una donna può donare».

È un destino, quello di Francesca, che da sempre è legato, infatti, ai tesori della sua terra, come le mandorle. Non è un caso che conservi ancora una foto, risalente a quando aveva poco più di 6 anni, in cui è ripresa mentre regala un cesto di mandorle dell’azienda agricola familiare all’allora arcivescovo. «Ricordo il profumo di quella giornata e la fierezza con cui mia nonna mi disse: se devi donare qualcosa della nostra famiglia al monsignore non possono essere che le nostre mandorle, che sono il cuore della nostra vita, il frutto delle nostre mani».

«Se mia nonna fosse ancora viva – conclude la giovane imprenditrice – sono certa che sarebbe orgogliosissima di me. Anzi, mi avrebbe seguito in tutti i viaggi che faccio per il mondo, perchè aveva sempre la valigia pronta per partire e vivere nuove avventure. Ma sono certa che, in qualche modo, una parte di lei è sempre con me, che sia a Mariotto o dall’altra parte del mondo, sento che lei c’è ancora».

 

venerdì 8 Marzo 2024

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