Agro bitontino

Addio Torre Ranocchia, abbattuto edificio storico nelle campagne bitontine

Torre Ranocchia
La notizia è stata pubblicata dall'esperto di storia locale Pasquale Fallacara. La struttura risaliva al XV-XVII secolo
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Addio Torre Ranocchia. Titola così l’esperto di storia locale Pasquale Fallacara su un post pubblicato su Facebook. A pochi chilometri dalla città, lungo un tratturo che si innesta sulla strada Bitonto – Palo del Colle, sorgeva Torre Ranocchia, databile al XV-XVII secolo. Con grande sorpresa, la struttura è stata però abbattuta nelle ultime settimane, lasciando solo un mucchio di macerie.

L’edificio con pianta quadrangolare, si elevava su due piani comunicanti, all’interno attraverso una botola ed una scala a pioli. Il piano terra era destinato a stalla e deposito; il primo piano a soggiorno stagionale. Tra i vani interni, con soffitto a botte e a crociera, spiccava al primo piano un ambiente con volta lunettata, abbellito da affreschi a motivi floreali. A pianterreno, un grande portale ad arco delimitava l’ingresso, un tempo presumibilmente adorno dello stemma araldico dell’omonima famiglia. L’accesso al primo piano era garantito da una scala in muratura esterna, addossata all’edificio, difesa da feritoie laterali e da una sovrastante caditoia. Al primo piano, i vari locali erano dotati di sedili in muratura, posti in corrispondenza delle caratteristiche finestre con stipiti in pietra. Su questo piano erano ubicati ambienti dotati di caminetto, tra cui uno adibito a cucina con dispense e fono in muratura per la cottura delle vivande. Esternamente adiacente la struttura era presente un caratteristico pozzo coperto dalla tipica chianca con foro circolare, e sullo spigolo del prospetto posteriore si evidenziavano due possenti contrafforti ed un abbeveratoio per animali.

L’origine della masseria-torre è ignota e la storiografia locale poco o nulla ci dice in proposito. Probabilmente è opera di mastro Matteo Lombardo di Verano, quivi trasferitosi sul finire del secolo XV e autore della torre di Minervino e del rifacimento della chiesa di San Luca a Bitonto. Nel 1515 Giovanni Lombardo di Francesco soprannominato il “ranocchio” per l’aspetto singolare, fu a capo della rivolta bitontina contro i feudatari di Spagna. Severamente punito, in questa torre trascorse i suoi ultimi giorni. Qui visse, poi, Giovan Donato detto il bitontino, autore di varie opere teatrali tra cui la famosa “Il fortunato amante”.

Nel catasto asburgico del 1728 la torre risulta di proprietà della famiglia Ranucchio, soprannome divenuto poi cognome Ranocchio, con la variante locale di “Nanocchio”. Citata da Silvestri Baffi e da Calderizzi nelle loro opere storiche sulla Puglia, Torre Ranocchia nel 1991 è stata schedata da Antonio Castellano e Mariano Lamonaca.

Come moltissimi commenti pubblicati dai lettori sotto il post di Pasquale Fallacara, in tanti si chiedono chi e perché abbia abbattuto questa torre storica, lasciata colpevole in stato di abbandono, seppur trattasi di un terreno privato.

giovedì 4 Gennaio 2024

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Annalisa
Annalisa
3 mesi fa

Ovviamente non basta sfogarsi sui social bisogna fare denuncia all’Ufficio urbanistico del Comune e alla Soprintendenza perché facciano le verifiche.

Annalisa
Annalisa
3 mesi fa

Per come vedo la foto il proprietario dirà che c’è stato un crollo e quindi è abilitato a ricostruire…..un villino.

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