Monsignor Vito Piccinonna
Ad ottobre la processione

Lettera aperta di monsignor Piccinonna ai Santi Medici

Il documento è stato letto dal vescovo di Rieti lo scorso 26 settembre, al termine della celebrazione per la solennità liturgica dei due anargiri
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Nel giorno della solennità liturgica dei Santi Cosma e Damano – lo scorso 26 settembre, monsignor Vito Piccinonna ha presieduto la celebrazione eucaristica e al termine ha declamato una lunga lettera rivolta direttamente ai due anargiri.

Sono stati tanti i temi trattati dal vescovo di Rieti ma su tutti spicca un pensiero particolare agli ammalati: “Chi può dimenticare di bimbi portati qui in braccio da un genitore disperato a cui i medici non hanno dato speranze di guarigione?”. E all’hospice che svolge una funzione importante per chi si appresta a vivere la parte terminale della propria viva terrena: “Vi ho visto entrare nelle camere del nostro Hospice, come in quelle dei tanti ospedali, come nelle case dove i letti sono diventati dei veri altari di luce. Sì, vi ho visto entrare e mi sono permesso, sia pur da lontano, come tanti, di seguirvi, di provare a ‘rubarvi il mestiere’. Non prendetela come una intrusione, né tantomeno come tentativo di pubblicizzare il vostro operato”. Quindi non c’è miglior auspicio che sperare nel progresso della ricerca scientifica: “Curare è dire anche ad un malato che la tua biografia mi è cara su tutto, che tu sei amato dentro le tue fragilità e le tue ferite. Sappiamo quanto sia da incoraggiare la ricerca scientifica specie quando serve la vita e la vita di tutti, dal suo nascere sin al suo naturale tramonto”.

Nella sua lettera l’ex rettore della Basilica cita anche due figure importanti dei propri tempi: Papa Francesco che qualche giorno fa si era recato a Marsiglia “a chiamare in causa la nostra sedicente cristiana Europa che da culla della civiltà è diventata tomba della dignità” e don Tonino Bello: “Chi non vive per servire, non serve per vivere”.

Infine monsignor Piccinonna ha spiegato il significato di tre parole che i Santi Medici hanno fatto proprie nella loro vita: gratuità, cura, fraternita. “Questo popolo, accompagnato da tanti devoti che Vi portano per tante ore per le strade della città nella terza domenica di ottobre, sa bene in fondo che siete voi a portare noi e ci riconsegnate la bellissima certezza di non essere soli nel cammino della vita, anche quando tristezza e pianto sembrano smentire le promesse di Dio”.

A questo link riportiamo la lettera integrale.

sabato 30 Settembre 2023

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Franco
Franco
7 mesi fa

Tristezza e pianto solo parte della vita e non “smentiscono le promesse di Dio” in alcun modo visto che Dio non li ha risparmiati neppure a suo Figlio.