La nota

Mozione messa in sicurezza provinciale 231, Natilla: «Inutile e offensiva»

Incidente sulla 231, morti 4 ragazzi di Bitonto
L'incidente del 25 aprile scorso in cui sono morti quattro ragazzi bitontini
Il consigliere di opposizione: «Mero e servile auspicio acché, forse fra altri vent’anni, si possa vedere risolto il problema»
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Il consigliere comunale di opposizione Franco Natilla (​​​​​I Riformisti Fronte del lavoro) interviene sul “caso politico” della mozione approvata per la messa in sicurezza della provinciale 231, ricostruendo un iter di vent’anni.

 

“L’ennesimo sinistro mortale verificatosi sulla strada provinciale 231 e soprattutto il decesso di quattro giovanissime vite meritava un maggiore rispetto e un minimo di coraggio in ordine alla denuncia e alla proposta. Il tutto, invece, si è ridotto al solito mero e servile auspicio acché, forse fra altri vent’anni, si possa vedere risolto il problema che affligge e ha afflitto la nostra comunità.

La pericolosità di quella strada maledetta è stata più volte e documentalmente, portata all’attenzione delle competenti autorità.

Risale al 2003 la firma di un accordo di programma tra Ministero dell’Economia, Ministero delle Infrastrutture, Anas, Enav, Regione Puglia e Provincia di Bari che prevedeva lo stanziamento di 20 milioni di euro per la messa in sicurezza della provinciale 231, ex statale 98. L’idea progettuale prevedeva ben tre interventi che riguardavano il nostro territorio da Modugno fino alla poligonale, l’eliminazione degli attraversamenti a raso e lo spartitraffico.

Da allora una serie di accordi non rispettati ora da un ente ora dall’altro… sino ad arrivare al 2016 quando le risorse vennero destinate ad altro e diverso intervento. Le uniche rimaste disponibili si erano ridotte a circa 4 milioni di euro.

Nel frattempo, alla Città metropolitana posero mano ad altre ipotesi progettuali per le quali occorrevano altre risorse e venne chiamato a contribuire anche il Comune di Bitonto con lo stanziamento di 800mila euro mai erogati, come pure l’Asi che non ha mai erogato il contributo sottoscritto.

Addirittura, dalla documentazione in atti, si evince un ritardo della Città metropolitana a riscontrare una richiesta regionale, reiterata due volte, soltanto dieci mesi dopo! Ancora una volta, nel mese di novembre 2022 le risorse ammontanti ad oltre 17 milioni di euro vengono revocate!

A questo punto la Città metropolitana tira fuori un progetto sul tratto che comprende l’incrocio con la strada per Palombaio sino alla intersezione con l’incrocio con via Ammiraglio Vacca, tralasciando gli altri due per mancanza di copertura finanziaria (si è appreso che l’ipotesi di finanziamento sarebbe prevista sul bilancio del 2027!).

Questi i fatti in estrema sintesi e di questo avremmo voluto discutere in Consiglio comunale, individuando le responsabilità politiche di quei vertici metropolitani responsabili di aver fatto scempio dei diritti della nostra città.

Riteniamo che il rispetto verso i cittadini e soprattutto il soddisfacimento degli interessi e delle attese della collettività non si realizza con timidi e servili declamazioni, ma attivandosi in maniera concreta soprattutto quando, cosa non sempre accaduta, vengono stanziate le risorse necessarie. È quindi giusto chiedersi, in oltre vent’anni, perché le predette risorse non siano state utilizzate, perché in oltre 20 anni i vertici della Provincia di Bari e successivamente  della Città metropolitana e i responsabili amministrativi (sindaci e assessori di Bitonto) nulla hanno fatto, pur avendone la possibilità, sino ad arrivare alla beffa di vedersi revocare l’assegnazione delle somme e ancor più grave utilizzare, solo da ultimo, una risorsa residuale per opere sostanzialmente meno importanti, così tradendo le originarie motivazioni e destinazioni delle stesse.

Capiamo l’imbarazzo dei consiglieri di maggioranza, vista la necessità di “coprire” le responsabilità di esponenti della propria parte politica, ma così facendo si tradisce e si offende la verità dei fatti, aggiungendo alla tragedia la beffa.

Un Comune serio non può non rassegnare in primis una precisa denuncia e in secondo luogo una chiara e circostanziata (quanto ai tempi) proposta operativa per risolvere il gravissimo problema.

Queste le ragioni per le quali non potevamo sottoscrivere la “annacquata” e sostanzialmente inutile mozione approvata con la ingenua complicità di un neofita consigliere di opposizione, le cui buone intenzioni sono state cinicamente strumentalizzate.

E per quanto riguarda il sindaco, ha perso una favorevole occasione per fare una dovuta e doverosa sintesi delle diverse posizioni al di là della narrazione falsa e scioccamente strumentale ed evasiva resa da qualche consigliere di maggioranza per cercare di lavarsi la coscienza di fronte ad una così grande tragedia”.

 

venerdì 12 Maggio 2023

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MICHELE CORTESE
MICHELE CORTESE
11 mesi fa

MERITEREBBERO UNA DENUNZIA ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA E RISARCIRE TUTTI I MORTI AVVENUTI SULLA 231 EX 98 Grazie ad una politica incosciente.

Vincenzo Castellano
Vincenzo Castellano
11 mesi fa

Esistono svariate segnalazioni “per tabulas” inviate dal sottoscritto negli anni dal 2015 al 2018, quando in qualità di A.U. curavo gli interessi di A.S.V. S.p.A., che segnalavano l’estrema pericolosità dell’arteria in particolare per quel che attiene al tratto a cavallo dell’intersezione con l’ingresso alla sede operativa dell’Azienda, situato al km. 5+400 della S.P. 231 (ex S.S. 98) in parola, per effetto delle continue situazioni di “fuori servizio” dell’impianto semaforico (peraltro affatto, in generale, rispettato) ivi allocato.
In una circostanza, quella nella quale fu sfiorata analoga tragedia che vide coinvolto, alle prime luci del giorno, il dipendente Francesco Colaninno speronato, mentre era fermo, in attesa di poter fare ingresso alla sede de quo, sulla corsia apposita, da una autovettura proveniente da Bari-Modugno ad altissima velocità che, a sua volta, dopo l’impatto si schiantò, abbattendolo, contro il palo semaforico posizionato a lato della corsia in direzione Modugno-Bari, la segnalazione fu anche inviata alle competenti autorità della Città Metropolitana di Bari.
Risultato … “vox clamantis in deserto”!

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