Resoconto della seduta monotematica. Parte 1

Discarica Fer-Live, ieri il consiglio monotematico. Decaro grande assente

Tommaso Cataldi
Tommaso Cataldi
L'intervento dell'avvocato Caputi Iambrenghi
L'intervento dell'avvocato Caputi Iambrenghi
Nella prima parte sono intervenuti i rappresentanti delle associazioni ambientaliste e di categoria agricole, prima di lasciare spazio all'avvocato Caputi Iambrenghi che difende il Comune di Bitonto nella vicenda delle autorizzazioni da parte della Città metropolitana
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Si è tenuto ieri il consiglio comunale monotematico per individuare le azioni a contrasto della realizzazione della discarica Fer.live in contrada Colajanni, nelle campagne bitontine.

Numerosi sono stati gli inviti rivolti alle associazioni ambientaliste e a quelle agricole per partecipare alla discussione, oltre che al sindaco della città metropolitana, il quale ha inviato un messaggio per spiegare la sua posizione in merito: “Un sindaco non può ingerire nelle decisioni dirigenziali – sono le parole di Antonio Decaro – ma farò tutto quello che è nelle mie possibilità e responsabilità istituzionali per evitare l’insediamento della discarica. Sono preoccupato per la nota dell’autorità di bacino e ho chiesto di verificare agli organi preposti. Sono sempre stato coerente e ho sempre rispettato i ruoli”.

 

Quindi spazio ai rappresentanti delle associazioni ambientaliste presenti in aula.

 

Il primo ad intervenire è stato Beppe Cazzolla (Fare Verde): «È una questione tecnica e politica, ma anche culturale. Nel 2023 continuiamo a parlare di discariche quando dovrebbero l’ultima ipotesi, secondo le direttive comunitarie. Dobbiamo cercare di ridurre meno rifiuti e la politica deve fare la sua parte, pare non lo si voglia perché c’è una separazione di potere tra le parti. Prendiamo atto ma siamo costretti come associazioni ad intervenire. A Bitonto c’è un problema di salute, anche se non sappiamo in che termini. Dev’essere quindi adottata una misura preventiva perché non sappiamo tra dieci anni cosa potrà produrre questo mostro».

 

Poi è stato il turno di Loredana Modugno (Legambiente): «Ci chiediamo cosa dovesse succedere ai rifiuti in caso di alluvione. Inoltre il documento programmatico preliminare considera quell’area come zone di contesto rurale di pregio quindi sarebbe fuori luogo la discarica. Decidiamo qual è la visione che abbiamo per la nostra città, ci vuole buonsenso ed etica per pensare alla salute pubblica e alla salute dell’ambiente».

 

Per Domenico Masciale (Italia nostra) i due punti salienti sono «la valutazione di impatto ambientale difforme dal progetto attuale e il bacino di laminazione contrario a questo insediamento. Sono in programma iniziative atte a sensibilizzare le scuole, vogliamo unire la città».

 

L’ultima delle associazioni ad intervenire è stato il comitato Ambiente è Vita, con Maria Antonia Retto: «Chiediamo se sia possibile controllare da parte del comune un monitoraggio, che non venga fatto solo da Fer.live. Ci sono vincoli paesaggistici che non si possono aggirare».

 

Alla seduta monotematica hanno partecipato anche rappresentanti delle associazioni di categoria agricole.

 

Secondo Massimiliano Delcore (Confagricoltura) «un territorio vocato all’agricoltura come eccellenza produttiva, con la dop incentrata proprio nell’area interessata dall’eventuale discarica. Saremo vicini al comune e agli imprenditori agricoli che vedono la discarica come un potenziale pericolo. Decaro ci sta dicendo che è vero che la politica non si può sovrapporre al potere amministrativo ma la politica deve assumersi la propria responsabilità, ed è stata presa una decisione errata».

 

Parola poi a Savino Muraglia (Coldiretti): «Bitonto è conosciuta come città degli ulivi, un baluardo per l’export di dop, igp e biologico. Una discarica andrebbe a ledere l’immagine della nostra agricoltura. Riprendo anche il tema dei rifiuti in campagna, con terreni periferici divenuti ormai discarica».

 

È intervenuto quindi l’avvocato Vincenzo Caputi Iambrenghi, che difende il comune di Bitonto nel ricorso presentato al Tar, riepilogando tutta la vicenda: «È una controversia antica contro una società che si occupa di ogni tipologia di rifiuti. Le discariche sono vietate dall’Unione europea, sono l’ultima spiaggia, dovremmo andare invece verso la cultura del riciclo. La ditta non aveva la valutazione di impatto ambientale, l’ultima risale al 2011 e ha durata di cinque anni, è stata prorogata ma è caduta nel 2018, quindi non si spiega come si possa ancora andare avanti. Abbiamo situazione curiosa e insolita degli ultimi giorni per il rilascio dell’autorizzazione all’attività, che è stata data e che abbiamo impugnata. Ci sono problemi di gravità ambientale esposti in primis dall’autorità di bacino perché abbiamo una lama e un torrente e in caso di acquazzoni andrebbe ad inficiare i terreni lì vicino. L’Arpa dice di fare un monitoraggio dell’acqua per un anno per verificare un eventuale inquinamento, ancora prima di insediare una discarica. L’ultimo atto consta nella lettera che Decaro ha indirizzato al direttore generale della Città metropolitana per attuare tutto il necessario, considerato il diniego dell’Autorità di Bacino».

mercoledì 18 Gennaio 2023

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