Incontro pubblico

Palombaio grida il suo “No” alla discarica Fer.live

Tommaso Cataldi
Tommaso Cataldi
Incontro discarica Fer.live a Palombaio @Bitontolive
Grande partecipazione all'assemblea promossa da parrocchia, Anspi e associazioni ambientaliste. Santoruvo: "Il comune si doterà di un registro dei tumori"
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Incontro discarica Fer.live a Palombaio @Bitontolive
Incontro discarica Fer.live a Palombaio @Bitontolive

Se qualcuno si aspettava che la tematica relativa alla discarica Fer.live non fosse di interesse generale e non portasse frutti sarà rimasto deluso.

In primo luogo nel vedere una grande affluenza di cittadini all’incontro promosso dalla parrocchia “Maria Santissima Immacolata” di Palombaio e l’associazione Oratorio San Gaspare Bertoni Anspi, assieme alle associazioni ambientaliste locali che stanno collaborando col comune di Bitonto per mettere in campo tutte quelle misure di opposizione alla creazione della discarica. E quindi perché tutto questo dibattere ha generato almeno un’azione positiva, ossia l’istituzione del registro delle malattie tumorali del comune di Bitonto, come affermato dall’assessore alle politiche ambientali Giuseppe Santoruvo. “Il sindaco ne ha fatto richiesta all’agenzia regionale sanitaria – ha dichiarato l’assessore – che ha fornito i dati dal 2014 al 2018. Dati che dimostrano un incremento di tumori nel nostro territorio negli ultimi anni, e indagheremo su questo. Come amministrazione porteremo avanti questa battaglia, considerando anche il fatto che l’attuale progetto è difforme da quello originario”.

Gli ha fatto eco il delegato sindaco di Palombaio, Emanuele Avellis, il quale ci è andato giù pesante con le conseguenze che un’ennesima discarica, per giunta distante appena tre chilometri a linea d’aria dalla frazione, porterebbe per gli abitanti: “Siamo in un territorio circondato da cave abusive e poco conosciute, spesso mal gestite e mal utilizzate. Come amministrazione ci stiamo opponendo con tutti i mezzi e siamo per un ‘no’ totale alla discarica”.

Il tema si è riacceso nelle ultime settimane dopo che la Fer.live ha acquisito l’autorizzazione integrale ambientale da parte della Città metropolitana, contrapposta però dal parere negativo espresso in merito dall’autorità di bacino.

Tante le associazioni ambientaliste che hanno partecipato all’incontro – Ambiente è vita, Fare verde, 2hands, Italia nostra, Vogliamo Bitonto pulita, Inachis – e ognuna di esse ha fornito il proprio contributo ad una battaglia che per certi versi va avanti dal 2011, come ricostruito da Domenico Masciale con un preciso excursus storico. “Tra vittorie al tribunale amministrativo regionale e controricorsi, la vera mobilitazione è cominciata nel 2017 – ha affermato l’esponente di Italia nostra – e nel 2020 la società Fer.live ha ripresentato l’istanza. Ma la valutazione positiva fornita dalla Città metropolitana non rispecchia le caratteristiche del territorio e noi siamo convinti di avere le carte in tavola per vincere”.

Stiamo parlando infatti di una cava dismessa immersa tra gli ulivi di contrada Colajanni, un luogo ad alto rischio idrogeologico e adiacente alla Lama Balice e al torrente Marisabella. “Il progetto iniziale prevedeva il trattamento di rifiuti ferrosi mentre adesso la volontà è quella di smaltire rifiuti speciali”, spiega Nicola Scoppio, di Ambiente è vita, che snocciola alcuni numeri interessanti. Uno su tutti fa comprendere la portata di questa discarica. Se pensiamo che ogni anno in Puglia vengono accumulate 650mila tonnellate di rifiuti, nella discarica al confine tra Palombaio e Sovereto ne verrebbero stipate 180mila tonnellate, poco meno di un terzo dell’intera regione. Altro dato principe è che in Italia la media di recupero dei rifiuti è del 58% mentre la Puglia si ferma al 49%. E nel nostro comune in particolare, dove da pochi mesi è cominciata la raccolta differenziata porta a porta, sarebbe un enorme controsenso perché il rifiuto dovrebbe essere recuperato, non semplicemente distrutto.

Un discorso ribadito da Beppe Cazzolla, esponente all’associazione Fare Verde, che inoltre tende a specificare la pericolosità dei rifiuti che verrebbero introdotti nella cava: “Ci sarebbero rifiuti provenienti da attività industriale, con una sicurezza di smaltimento che nessuno si azzarderebbe a certificare. E immessi in una zona carsica, che di regola dovrebbe essere una vasca di laminazione per proteggere da eventuali alluvioni, creerebbe danni a lungo termine, alla popolazione e alla coltivazione degli ulivi”.

Ulivi, quindi olio dop ed economia di una popolazione che vive prettamente di agricoltura, come ribadito anche dal consigliere comunale Arcangelo Putignano, intervenuto all’incontro pubblico: “Se si fa la discarica, il nostro olio verrà inquinato e non potremo produrlo – è il grido dell’ex delegato sindaco –. Chi ne risentirebbe maggiormente sarebbero i nostri bambini e avremmo sicuramente grossi problemi per la nostra salute”.

venerdì 2 Dicembre 2022

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