Teatro

Raffaello Fusaro: «Voglio vivere gettato nel futuro, come Pasolini»

Mariella Vitucci
Mariella Vitucci
Raffaello Fusaro
Raffaello Fusaro
Il regista bitontino porterà in scena al Traetta il 2 novembre uno spettacolo dedicato al grande intellettuale, scritto dal professor Nicola Pice  
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Raffaello Fusaro recita Pasolini
Raffaello Fusaro recita Pasolini

L’attrazione fatale per il teatro e il palcoscenico l’ha portato negli anni a studiare, recitare,  scrivere e dirigere. Raffaello Fusaro continua a cercare nuove strade per esprimersi, ma ogni percorso artistico ha inizio dall’amore per la parola e la letteratura.

Negli ultimi anni si è dedicato soprattutto alla regia e alla parte autoriale. In questi giorni è a Bitonto, sua città di origine, per portare in scena uno spettacolo dedicato all’infanzia e alla giovinezza di Pierpaolo Pasolini, dal titolo “Vivo sempre gettato nel futuro”. Partendo dal testo di Nicola Pice, Fusaro ne firma insieme al professore la drammaturgia. Sarà unico attore in scena, per una performance che unisce la potenza della parola alla forza emotiva del suono e delle immagini. L’ideazione luci è di Fabio Fornelli per Power Sound, il disegno luci di Andrea Mundo, che cura i contenuti multimediali insieme al fonico Riccardo Tisbo per Power Sound. Macchinista è Samuele Martucci.

Il debutto al teatro comunale Tommaso Traetta è fissato per mercoledì 2 novembre, data già sold out. Lo spettacolo, che rientra nel cartellone della stagione teatrale 2022/23, è prodotto dall’Amministrazione comunale con il Teatro Pubblico Pugliese.

È un atto unico sull’appassionante primo tempo della vita di Pasolini, che abbraccia gli anni fra il 1922 e il 1950, quando arriva a Roma in fuga da Casarsa. Un periodo fecondo in cui germogliano i temi sviluppati poi nei romanzi, nelle poesie, nei film. La performance letteraria svela il Pier Paolo ragazzo atletico, febbrile, esuberante e poco conosciuto. Dal bambino timido e testardo, al ragazzo avidamente innamorato della vita che racconta avvenimenti e sentimenti che lo riguardano attraverso alcune lettere del fitto epistolario. Un giovane Pasolini inedito, sorprendentemente attuale ed umano nel suo flusso tumultuoso di pensieri rivolti agli amici più cari, al fratello, alla mamma, scanditi da brani musicali del poeta oppure tratti da colonne sonore dei suoi film, e amplificato dalle immagini proiettate.

«”Vivo sempre gettato nel futuro” – spiega Raffaello Fusaro – è una frase di una lettera di Pasolini del 1943, quando era studente. Colpisce che fosse un ragazzo con una vivacità di testa e fisica incredibile. In questa lettera urla la maledizione di sentire ogni cosa al doppio, tipico delle menti geniali e poetiche che vivono di opposti. È una presa di coscienza del suo essere».

Il regista attore racconta a BitontoLive la genesi dello spettacolo: «Ad inizio estate il professor Pice mi consegnò il suo testo, e confesso che mi gettò nello sconforto per la sua complessità, anche emotiva. Ho iniziato a lavorare ad un’idea di regia, ho adattato il testo in forma più consona a me, e ad agosto ne ho presentato un’anteprima molto embrionale al festival “I mille volti di Pasolini” di San Benedetto del Tronto. È stato accolto con una standing ovation che mi ha dato ulteriore forza per continuare nel lavoro di limatura».

«Conosco Nicola Pice dai tempi del liceo classico Sylos. È stato mio professore per un brevissimo periodo – continua Raffaello Fusaro – ma rimasi profondamente affascinato dal suo modo d’insegnare. Credo che questa città gli debba molto per l’impegno e la passione che spende per narrare il territorio e la sua storia. È un pozzo di sapere, una delle migliori menti in circolazione: traduce, scrive libri e spettacoli».

Queste del ponte di Ognissanti sono ore febbrili di prove, al teatro Traetta, in vista della prima del 2 novembre e delle repliche per gli studenti. Ma si stanno già progettando nuove date. «Voglio sottolineare l’importanza di questa coproduzione di Comune e Teatro Pubblico Pugliese, che valorizza gli artisti bitontini. Ci sarà un’altra produzione del Traetta che mi vedrà alla regia, con Rossella Giugliano in scena. È un segnale molto positivo questa rinnovata attenzione ai talenti di casa nostra. Ed è giusto perché si tende sempre a prendere da fuori. Quando a maggio del 2019, prima del lockdown, portammo in scena in piazza Cavour “Scie luminossisime”, fu un’emozione straordinaria. A casa propria il pubblico è molto più giudice, e sottoporsi al suo giudizio è doppiamente impegnativo ma anche doppiamente appagante. Anche l’esperienza del Galà dell’Olio, ad inizio ottobre in piazza Cattedrale, è stata davvero speciale. Sono stato entusiasta di essere coinvolto in questo evento, una maniera intelligente e contemporanea di portare Bitonto, la città degli ulivi, fuori dalle sue mura ed il mondo fuori degli ulivi dentro le sue mura. Ne va dato merito ad Emanuele Natalizio e Antonio Moschetta, menti del galà».

Per Raffaello Fusaro questo è un momento di nuovi progetti, ma non di bilanci. «Non sono per me – dice – né commerciali né emotivi, perché fermarsi a tirare le somme è anche adagiarsi, mentre io voglio vivere “gettato nel futuro” come Pasolini. Sento la necessità di guardare avanti, dopo questa fase di transizione che è coincisa con la scomparsa di Piero Angela. Sono stato coautore e regista del suo spettacolo “I Segreti del Mare”. La tournée è iniziata prima della pandemia e si è conclusa la primavera scorsa al Teatro degli Arcimboldi a Milano. L’ultimo giro, prima della scomparsa del maestro. Ora avverto il desiderio di dedicarmi a cose mie, più che alla collaborazione pur importante con e per altri».

E di collaborazioni eccellenti, Raffaello Fusaro ne ha collezionate tante. È stato coautore dello spettacolo in cui Christian De Sica racconta se stesso, regista dell’ultima tournée di Roberto Vecchioni, ha collaborato con Rocco Papaleo, Alessandro Haber, Monica Scattini

Dopo la maturità classica, lasciò Bitonto per trasferirsi a Roma per studiare teatro all’Accademia nazionale d’arte drammatica Silvio D’Amico e lettere all’Università. Anni di duro impegno e disciplina, poi il palcoscenico, la scrittura, la regia di spettacoli dal vivo, documentari, videoclip, concerti ed eventi.

«Il rapporto sano con le proprie cose – dice – è pensare che ci sia sempre uno migliore di te. Ed è un approccio raro, in un mondo competitivo, bugiardo e complesso come quello dello spettacolo».

 

 

domenica 30 Ottobre 2022

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