Spalla

I sindaci scendono in piazza

La Redazione
La manifestazione dei sindaci
Decaro: «Non chiediamo impunità ma rispetto per il nostro ruolo e il nostro lavoro quotidiano»
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“Non siamo venuti a lamentarci ma a costituirci. Siamo rei confessi e il nostro reato è fare il nostro mestiere di sindaci”. Così il sindaco di Bari e presidente Anci, Antonio Decaro, ieri in piazza a Roma insieme a molti altri sindaci per chiedere al Governo dignità nei confronti del ruolo svolto dai primi cittadini dei Comuni italiani.

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”Ho portato l’arma del delitto – ha detto Decaro, estraendo un pacchetto dalla tasca della giacca – è una penna che ho conservato, come accade per i reperti. Con questa ogni giorno firmiamo decine di atti e corriamo dei rischi. La vorremmo consegnare simbolicamente a tutti i rappresentanti del Governo e del Parlamento perché capiscano che in quei secondi che precedono la firma di ogni atto, noi sindaci siamo divorati da un dubbio amletico: firmare o non firmare. Perché se firmi rischi di essere indagato per abuso d’ufficio. E se non firmi per omissione di atti d’ufficio”.

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Decaro ha ribadito: “Non vogliamo immunità o impunità, ma il rispetto per il ruolo del sindaco e per il lavoro quotidiano che svolgiamo. Vogliamo essere giudicati per le nostre responsabilità ma purtroppo non è così perché oggi, per come si sono create le condizioni nell’ordinamento giuridico del nostro Paese, i sindaci sembra siano diventati responsabili di qualsiasi cosa accada nella propria comunità e non è possibile. Chiediamo rispetto per il ruolo dei sindaci e per la loro dignità, lo facciamo per noi e per chi verrà dopo di noi”.

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Ancora il presidente Anci ha rimarcato il senso della richiesta consegnata ieri nelle mani del premier Draghi. “Non accettiamo più di ritrovarci indagati per omicidio colposo per una manutenzione stradale o per un allagamento di un sottopasso, come è successo ad alcuni sindaci. Non accettiamo più di ritrovarci con cinque avvisi di garanzia di seguito, come è accaduto a molti colleghi. Tanti casi hanno portato al proscioglimento, all’archiviazione, all’assoluzione, ma chi restituirà ai sindaci accusati e alle loro famiglie la serenità che mesi e anni di esposizione mediatica hanno perso”.

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“Noi sindaci oggi chiediamo soprattutto rispetto, perché non siamo più disposti a prenderci colpe che non ci appartengono. Saremo i primi a denunciare abusi e corruzione, ma siamo stanchi di diventare il capro espiatorio di ogni situazione possibile”, ha continuato Decaro. E ha concluso con un impegno solenne: “Da sindaco e presidente della nostra associazione, vi prometto che non mi fermerò fino a che non vedremo riconosciuti i nostri diritti. Voglio farlo e devo farlo per noi, per i nostri colleghi che hanno pagato ingiustamente, per le migliaia di sindaci assolti a cui nessuno ha chiesto scusa”.

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giovedì 8 Luglio 2021

(modifica il 28 Giugno 2022, 13:07)

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