A 27 anni dalla Strage di Capaci, avvenuta il 23 maggio 1992, pubblichiamo il contributo di una nostra concittadina, che ha voluto lasciare, secondo le sue parole, “un umile, semplice omaggio ai giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e agli uomini della scorta”.
OMERTÀ
«Il silenzio: complice criminale, si nutre di ricatti e subdole promesse.
Serpeggia nella macchina istituzionale,
alimentando facili guadagni di chi lusinghe tesse.
“Lo Stato al servizio del cittadino”: lo slogan che offende l’intelligenza.
Dei diritti il primo assassino,
meritevole di condanna senza clemenza.
E, viceversa, UOMINI con le palle, ligi al dovere, al servizio di un sistema corrotto.
Nel sacrificio degli affetti, fino alle ultime sere,
intercettando le prove per sventare il complotto.
Prevale la legge del più forte su chi, con fermezza, ha creduto nel suo ruolo.
Il processo davanti alla Corte,
dietro l’angolo il pieno di tritolo.
Tra le parole e i fatti c’è un abisso e la coerenza del coraggio è testimone.
Nell’aula del tribunale è appeso un Crocifisso:
la VOLONTÀ che traduce l’AZIONE».
(Vita Marchionna)