Provincia

Piccola storia (senza pretese) del ciclismo a Bitonto

Mario Sicolo
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Persino in tempi come questi, tutto si può improvvisare fuorché una passione.
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rnGiro – che verbo m’è venuto, c’è pure un dio che muove i polpastrelli degli scribi? – per le strade del nostro paesone, sempre a mezza via tra un paesotto di provincia ed una città dalle ambizioni segretamente (per pudore, penso) smisurate.
rnOsservo la pista ciclabile, che una modifica in extremis ha strappato all’oblio definitivo: sezione minuscola, interruzioni di percorso varie, auto parcheggiate sulla zona delimitata, finanche qualche cassonetto per i rifiuti da scavalcare con un cross. Mah…
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rnPoi, mi imbatto nelle rastrelliere per il bike-sharing.
rnServizio innovativo, certo. Forse troppo, per noi.
rnLe bici immote e strette per sempre a quei ganci di ferro: indelebile situazione ossimorica. Che tristezza.
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rnCorso Vittorio Emanuele. Dinanzi a me, si para un signore alto e pensoso. E’ il papà di Gimino Santoruvo, pedatore grande, oggi frusinate, che sa cos’è la sofferenza.
rnIl tempo di scambiare una battuta sul celebre figlio e: "Dottore, quando può, venga a casa, ché devo farle vedere la tessera del Velo Club di mio padre, era il suo grande amore".
rnCi sono persone che vorresti abbracciare solo per quel che ti dicono (e non è per il titolo che, ormai, quasi nessuno più ti riconosce, astrazion fatta per i parcheggiatori abusivi). Questo vorrei fare al solo sentire parole così belle.
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rnCorriamo, anzi pedaliamo indietro nel tempo.
rnLa farmacia Vacca era (ed è, anche se un po’ più spostata verso Porta Baresana) in piazza Cavour.
rnQuella stanza, con le scansie lignee finemente intarsiate, era il cuore del Velo Club, chi adorava la pedivella portava i suoi sogni e lì dentro li stipava felici come in uno scrigno. 
rnTra gli altri, i fratelli Masci – uno dei due, Luciano, esponente del "drogaismo", fili neri e dolenti che respirano i misteri del mondo -, Albanese, il dottor Angelo, il grande Tonino Cardone, nostro maestro.
rnIl campione prediletto era MIchele Paparella, palmarist: tubolari a tracolla, quintali di polvere mangiata, sprint belluino e destino georgico.
rnIgino Italia (ma sul cognome suggerito dalla mia fallace memoria non ci giurerei) era il tecnico che consigliava di guardare negli occhi gli avversari, sin dal momento della punzonatura.
rnIl cantore delle imprese, il prof. Antonio Amendolagine, nel ricordo mio austera figura che coltivava insieme l’arte, intesa come connubio di scrittura e disegno, e lo sport, al punto tale da essere il mentore della XX Settembre, gara di rilevanza regionale, un giorno omaggiata persino da Ginettaccio Bartali, il grimpeur col naso irto come una salita.
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rnE non vi sto parlando di miliardari, sicuro. L’anticavallo breriano era un diletto democratico, che, anzi, poteva sublimare sorti plebee in improvvise e catartiche glorie.
rnCi voleva cuore. E basta. Solo in questo modo quel che facciamo diventa serio e credibile. 
rnSono gli anni che viviamo che ci hanno imposto, purtroppo, di pensare sempre al dio ammazzasogni SoldoMilioneMiliardo.
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rnE ripenso – per contrasto, ovvio – al caro prof. Paolo Rubino.
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Il severissimo e buonissimo vicepreside della scuola Media "Vincenzo Rogadeo" custodiva come una pietra preziosa la bicicletta che Francesco Moser cavalcò, sembrando vento, a Città del Messico, in occasione del record mondiale dell’ora.  
rnIl prof – anzi, allora mica li chiamavamo in codesta guisa i nostri docenti, ma con un molto cacofonico "pressòò" – organizzava "Bitonto in Bicicletta", passeggiata onirica e faticosa per la nostra città.
rnI premi: penne, quaderni, libri. E una medaglia che ti faceva sentire già campione del mondo. Altro che playstation…
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rnE chiudo col giovane Romeo Gentile: mi ha immalinconito rivederlo in banca con tuta segnata da duro e nobile lavoro, mentre deposita spiccioli, perchè sogna ancora di farsi una bici come si deve per tornare chissà quando a correre.
rnE’ stato inutile il suo esilio al nord in una formazione dilettante. I morsi dello stomaco gli hanno ordinato di tornare a casa e rimettersi a sudare in officina.
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rnChiedo venia, subito, a chiunque abbia dmenticato in questo excursus senza alcuna pretesa scientifica e pensato come opera in fieri.
rnPerciò, chiunque voglia aggiungere qualche particolare, può farlo agevolmente nello spazio dei commenti.
rnGliene sarò eternamente grato…

lunedì 10 Maggio 2010

(modifica il 29 Giugno 2022, 15:46)

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