Intervista al regista e fotoreporter bitontino

KINTSUGI: la povertà educativa minorile “vista” da Lorenzo Scaraggi

Mariagrazia Lamonaca
Lorenzo Scaraggi, Valentina Mastropasqua, Alberto Iovene e Giuseppe Valentino
Lorenzo Scaraggi, Valentina Mastropasqua, Alberto Iovene e Giuseppe Valentino
Il suo documentario, presentato all'ultimo Giffoni Film Festival, racconta le storie di tre dodicenni nei luoghi del sisma del teramano. Musiche di Alberto Iovene e collaborazione di Giuseppe Valentino
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Lorenzo Scaraggi con i tre ragazzi protagonisti del documentario KINTSUGI
Lorenzo Scaraggi con i tre ragazzi protagonisti del documentario KINTSUGI

C’era un po’ di Bitonto, lo scorso 22 luglio, al Giffoni Film Festival, la rassegna cinematografica per bambini e ragazzi che si svolge ogni anno, per la durata di circa dieci giorni, nella città di Giffoni Valle Piana in provincia di Salerno.

Quella sera ha fatto il suo esordio il documentario KINTSUGI del nostro concittadino Lorenzo Scaraggi, fotoreporter e regista impegnato da anni nella realizzazione di documentari e storie girati in giro per il mondo, con il suo unico mezzo di trasporto: Vostok100, un vecchio camper del 1982.

In Giappone, quando un piatto si scheggia, viene decorato con filamenti di oro (kintsugi appunto), in modo da trasformare un difetto in una risorsa, una cicatrice in ornamento. Quindi, persino dal dramma del terremoto, hanno ricavato qualcosa di bello. Grazie a questo documentario, che racconta la povertà educativa minorile nei luoghi del sisma del teramano, attraverso la voce di Angelo, Cecilia e Daniele, tre dodicenni.

L’opera – prodotta da “Con i bambini”, un fondo per il contrasto della povertà educativa minorile, in collaborazione con “IF Imparare Fare” – ha visto la collaborazione del bitontino Alberto Iovene, autore delle musiche del documentario, e del cerignolano Giuseppe Valentino, che ha accompagnato e supportato Lorenzo Scaraggi durante le riprese. Alla produzione ha collaborato anche la società “Omero su Marte” dello stesso Scaraggi e di sua moglie Valentina Mastropasqua.

«Lavorare a KINTSUGI è stato difficile – rivela l’autore a BitontoLive – prima a causa dei vari lockdown perché il materiale e i luoghi su cui dovevo lavorare mutavano. Ho incontrato molti ostacoli e, man mano che andavo avanti, dovevo adeguarmi a nuove situazioni. Quindi ci ho messo quasi due anni per termin1arlo».

«Anche lavorare con i bambini – spiega – non è semplice, devi capirli e devi conquistarti la loro fiducia, però alla fine sono riuscito a tirar fuori il meglio dei protagonisti, considerando che non si tratta di fiction perché i bambini parlavano spontaneamente. Per girarlo sono stato in Abruzzo più volte, anche senza usare la videocamera certe volte. Proprio perché volevo che i protagonisti si sentissero a loro agio. Le interviste sono state dei veri e propri fiumi in piena, fatti da cose e persone meravigliose e spontanee. La maggior parte del pubblico era composta da giovani spettatori che, all’improvviso, hanno gridato a gran voce i nomi dei protagonisti in un turbine di emozioni».

«Ho imparato molto da loro – conclude Scaraggi – perché sono sempre stati spontanei e insegnano qualcosa senza avere la pretesa di insegnartela. Il modo migliore per lavorare con loro, perché poi arrivano le sorprese più grandi».

Terminata questa esperienza, Lorenzo si è rimesso in viaggio con il suo fedele camper dell’82, alle prese con nuove ed emozionanti avventure tra cui, come ha rivelato a BitontoLive, il giro del lago di Varano in kayak.

La nostra redazione gli augura buon viaggio!

lunedì 1 Agosto 2022

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[…] “Kintsugi” – questo il titolo del documentario – raccoglie al suo interno solo musiche originali composte appositamente da Iovene, fra cui il tema principale, la colonna sonora dal titolo “Compagni di Banco”. […]