Buone notizie per i dipendenti dello stabilimento Bosch di Bari, che dà lavoro a molti bitontini. È stato raggiunto venerdì sera un preliminare d’intesa che garantisce il ruolo del sito Bosch di Bari e scongiura il rischio di licenziamenti almeno fino al 2027. Erano stati annunciati dall’azienda tedesca almeno 700 esuberi nello stabilimento barese. A renderlo noto Fim, Fiom e Uilm. Il preliminare è stato definito con Bosch a Roma, con la presenza anche della Regione Puglia e del Ministero dello Sviluppo economico, e si articola in due testi: un`intesa quadro che apre un percorso per i prossimi cinque anni e un contratto di solidarietà per il prossimo anno. Il preliminare sarà sottoposto ad una consultazione di mandato ed entrerà in vigore se sarà approvato dai lavoratori dopo le assemblee sindacali che saranno indette nei prossimi giorni.
L`intesa quadro contiene l`impegno di Bosch a dare continuità produttiva allo stabilimento di Bari e a non licenziare per tutta la durata dell`accordo, vale a dire fino a tutto il 2027, a fronte del possibile utilizzo di ammortizzatori sociali conservativi e di uscite solo volontarie. Sono specificati alcuni primi investimenti che porteranno occupazione a circa 150 persone ed è contenuto un impegno più generale a cercare nuove produzioni anche in relazione alle attività di ricerca svolte a Bari e incentivate dalla Regione Puglia con un contesto di programma da 15,6 milioni di euro, nonché attraverso l’internalizzazione di produzioni oggi effettuate altrove. Inoltre sono prorogati alcuni accordi aziendali sull’organizzazione del lavoro che saranno oggetto di verifiche periodiche. Infine è previsto un tavolo di monitoraggio anche con Governo e Regione, per verificare che il processo di diversificazione industriale prosegua con nuove produzioni in grado di compensare progressivamente il calo dovuto al passaggio all’elettrico. |
Per quanto concerne il contratto di solidarietà, viene pattuito per un anno a partire dal 29 agosto e poi dovrà essere prorogato. Si prevede il principio della rotazione e della equa ripartizione del lavoro fra mansioni fungibili. L’azienda si è impegnata ad utilizzare misure di gestione dell’occupazione esclusivamente conservative come il contratto di solidarietà, e volontarie come le uscite e i part time incentivati.