Sono oltre 2mila i beni recuperati l’anno scorso dai carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, sequestrati in Puglia e Basilicata ma anche all’estero. In particolare, 5 reperti paleontologici, 255 opere di tipo antiquariale, archivistico e librario, 1.749 reperti archeologici e 107 opere d’arte contraffatte, per un valore stimato in circa 15 milioni di euro. Sono state denunciate complessivamente 139 persone. Nel corso del 2021, inoltre, sono stati consumati undici furti di beni culturali, di cui quattro in danno di chiese. Ed è stato messo a segno il più grande recupero di archeologia mai fatto in Puglia e Basilicata, ed uno dei maggiori a livello nazionale. Grazie ad un’attività investigativa durata oltre due anni e coordinata dalla Procura di Foggia, sono stati rimpatriati 782 reperti archeologici di origine pugliese databili tra il VI e il III secolo a.C, del valore di circa 11 milioni di euro, trovati nella disponibilità di un facoltoso collezionista belga.
Un’altra indagine, coordinata dalla Procura di Lecce, ha consentito di individuare un gruppo criminale composto da 26 persone tra mercanti d’arte, collezionisti e speculatori occasionali, con ramificazioni in tutta Italia, che aveva creato una rete commerciale di ricettazione e commercializzazione di 60 opere d`arte false attribuite al maestro astrattista Mauro Reggiani. I falsi venivano immessi sul mercato nazionale grazie alla complicità di gallerie, collezionisti privati e mercanti d’arte, prevalentemente attraverso l’utilizzo di piattaforme e-commerce. In particolare un mercante abruzzese, attraverso una serie di intermediari su tutto il territorio nazionale, avrebbe messo in circolazione le copie, geometricamente identiche agli originali di Reggiani ma con colorazioni diverse. Le opere sequestrate, vendute a prezzi compresi tra 15mila e 70mila euro, avrebbero fruttato oltre un milione di euro. Moltissime le vittime del raggiro che si sono ritrovate in casa dipinti falsi pagati migliaia di euro, in provincia di Lecce e in tutta Italia.