Cultura

Il fiorone “Domenico Tauro” comincia l’iter per la certificazione Igp

Tommaso Cataldi
Fioroni "Domenico Tauro"
Per il presidente del gal Nuovo Fior d'Olivi, il bitontino Antonio Saracino, «è il punto di partenza per una futura ricaduta economica positiva per gli agricoltori locali»
scrivi un commento 252

La strada verso l’attribuzione dell’Igp – indicazione geografica protetta – al fiorone “Domenico Tauro” è ancora all’inizio ma i presupposti sono dei migliori.

Varietà tipica locale, il fiorone “Domenico Tauro” viene coltivato principalmente nell’agro di Terlizzi e dei territori limitrofi, e rappresenta una prelibatezza delle nostre zone ma ancora poco valorizzata a livello nazionale ed internazionale. Parte da queste premesse l’iniziativa del gal Nuovo Fior d’Olivi di riunire i produttori locali di fioroni in un’associazione, con l’obiettivo di muovere i primi passi per la certificazione Igp. La trafila è molto complessa – si comincia dalle verifiche a livello regionale sino a giungere al Ministero delle Politiche agricole e alla Commissione europea – ma è l’unico modo per far conoscere sempre più in Italia e all’estero un prodotto dalle spiccate proprietà nutrizionali e che, nel medio lungo termine, può produrre una ricaduta economica positiva per gli stessi produttori.

Esperti universitari, di storia e di procedure tecnico istituzionali, ne hanno discusso in un evento pubblico a Terlizzi, nel Chiostro delle Clarisse. Da alcuni studi effettuati negli ultimi anni, si è compreso come il fiorone fosse un frutto conosciuto già undicimila anni fa, che purtroppo negli ultimi decenni ha perso gran parte della sua “cultura agricola”, passando da 30mila ettari di coltivazione a quasi un migliaio dei giorni nostri. Ancora in pochi conoscono le potenzialità della varietà di fiorone “Domenico Tauro”: antiparassitario e antiulcera, lenitivo per raffreddore e attacchi di tosse. Inoltre il frutto possiede un alto contenuto di zuccheri, mostrandosi quindi adatto a sportivi e lavoratori che disperdono molte energie fisiche. Senza dimenticare che il fiorone è ricco di antiossidanti e polifenoli che prevengono l’osteoporosi.

L’insieme di queste proprietà, unite alla storicità del frutto, danno al fiorone “Domenico Tauro” tutte le carte in regola per l’ottenimento della certificazione Igp. «Ma la trafila burocratica – avverte il presidente del gal, il bitontino Antonio Saracinonon durerà meno di quattro cinque anni».

«L’associazione “Pro Mingotauro” – spiega a BitontLive – è stata costituita solo ad aprile scorso e ne fanno parte i soggetti del territorio, ma l’obiettivo è ampliare grazie all’inserimenti dei produttori, delle confederazioni sindacali e dei Comuni. È un percorso lungo ma ci stiamo facendo accompagnare dall’Università di Bari, dalla Regione Puglia, da autori di testi riguardanti il fico. Nel frattempo dovremo anche certificare la commercializzazione del prodotto creando un principio di economia circolare, facendo entrare il fiorone nelle attività commerciali e di ristorazione di Terlizzi e dintorni, con degustazione di antipasti di prosciutto e fichi, gelato e sospiri al fiorone, pizze coi fioroni. Dopo la conclusione della trafila burocratica, il passo successivo sarà la costituzione di un consorzio per la messa in commercio del prodotto nella grande distribuzione. La finalità è che, attraverso il riconoscimento, si abbia una ricaduta economica efficace per gli agricoltori».

domenica 3 Luglio 2022

(modifica il 4 Luglio 2022, 17:07)

Argomenti

Notifiche
Notifica di
guest
0 Commenti
Inline Feedbacks
Vedi tutti i commenti