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Inclusione e comunità fragile: Damascelli e Ricci a confronto

Marco Lovero
Damascelli e Ricci a confronto su disabilità
Dibattito organizzato dalla ROAD ieri a Villa Sylos
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Un confronto per parlare di inclusione e comunità fragile, quello organizzato ieri a Villa Sylos dalla Rete Organizzazioni Area Disabilità – ROAD che ha coinvolto i candidati sindaci Domenico Damascelli e Francesco Paolo Ricci, moderato da Angelo Caldarola con il supporto dell’interprete Lis Antonia Morea.

«La ROAD è da sempre impegnata sull’inclusione. L’esperienza ci ha portato a scoprire la disabilità anche negli anziani o in chi stava attraversando un momento di difficoltà. Abbiamo quindi calibrato l’evento su tutte le versioni di fragilità»: ha detto Caldarola aprendo il dibattito.

 

Parliamo di inclusione: spesso questo concetto è rappresentato dal suo contrario, dall’esclusione. Inclusione è invece cultura della diversità, partecipazione, uguaglianza, agire in una comunità che accetta e rappresenta tutti. Come ROAD abbiamo iniziato 15 anni fa, in un territorio disponibile ma non ancora pronto in cui collaborato con le istituzioni per rafforzare la cultura della diversità.  Cosa potrà essere attuato sul percorso culturale della diversità?

Ricci: «La prima cosa che vorrei fare è recuperare il senso di comunità che credo sia alla base di tutta una serie di idee di progettualità della mia coalizione. Termini come inclusione e innovazione sono stati centrali nella nostra riflessione, tenendo in considerazione le fonti di finanziamento per attuare i percorsi di inserimento di tutti i cittadini. Sono i fondi nazionali del piano di ripresa e resilienza le cui azioni mirano ad interventi per bambini, anziani, soggetti fragili».

 

Damascelli: «La nostra parola d’ordine sarà non lasciare mai nessuno indietro. Qui si racchiude tutto il nostro impegno. Le fragilità sono tante e di diversa natura: bisogna curarne tutti gli aspetti, iniziando ad avere strumenti d’inclusione concreti come lo sport, in cui ci si possa sentire protagonisti. Un’altra idea che spesso ho proposto è quella di mettere in comunicazione il terzo settore con l’agricoltura, attraverso il contatto con la terra si possono sviluppare abilità cognitive con terapie alternative a quelle tradizionali. Così si possono avvicinare queste persone al mondo che li circonda».

 

Welfare e inclusione. Gran parte degli scambi di relazioni hanno avuto come tema salute e sanità, un argomento non strettamente di competenza del sindaco o del consiglio comunale; tuttavia, ci sono aspetti di tutela che non possono essere ignorati. Come collegare welfare, tutela della salute e sanità?

Damascelli: «L’argomento è delicato. La salute è il bene più importante che abbiamo, è normale che un sindaco debba lottare per tutelare la sanità. Non possiamo riaprire una cosa che non esiste più: ormai da venti anni gli ospedali civili non esistono più e hanno lasciato spazio agli hub, spoke, la medicina del territorio… qui abbiamo il presidio territoriale di assistenza dove vi sono ambulatori specialistici, neuropsichiatria, diagnostica… Chiedere alla Regione la continuità dei servizi erogati è un nostro dovere, bisogna riaprire l’unità di emergenza territoriale, chiusa con il covid».

 

Ricci: «Il primo cittadino ha l’obbligo di sensibilizzare la Regione, la direzione sanitaria, il direttore di distretto affinché ci sia chiarezza. Bisogna migliorare l’integrazione sociosanitaria, con cui si può dare un messaggio ai cittadini, ci sono una serie di interventi che richiedono una prestazione fra comune e asl. In passato, durante il mio assessorato, ho voluto entrambe le parti, sia i servizi sociali che la sanità. Non bisogna sballottare i cittadini da un ufficio all’altro».

 

Questi servizi sono parte della quotidianità di persone fragili. Nel vostro programma com’è previsto il potenziamento di servizi domiciliari, di supporto e trasporto?

Ricci: «In questo processo viene coinvolta la Regione. Quando si fa riferimento a questi servizi bisogna sapere che non possono essere interrotti, altrimenti si creano grossi problemi al comune, che spesso è intervenuto con le proprie risorse per proseguire l’erogazione di questi servizi. Sono servizi indispensabili su cui occorre vedere ciò che è stato pianificato nel futuro».

 

Damascelli: «Non ci può essere integrazione senza il funzionamento adeguato dei servizi. Un esempio è la neuropsichiatria infantile, esercitata in ambienti angusti, non idonei, Ci sono 200 bambini che attendono di essere valutati per ricevere questo servizio, dobbiamo abbattere queste liste di attesa. Altro esempio è la piscina comunale, in cui dovrebbero esserci percorsi per bambini fragili. Va infine potenziata l’assistenza domiciliare, interagendo con la Regione e chiedendo più fondi».

 

Parliamo di servizio civile universale. Come strutturare progetti che diano supporto, assistenza ai più fragili?

Damascelli: «Bisogna sostenere i giovani e i progetti che possono vederli coinvolti in attività teatrali e culturali, sport, musei. Bisogna creare progetti per promuovere l’inserimento nel mondo del lavoro, ad esempio a Trani, dove i ragazzi hanno trovato la dignità nel lavoro. Così si può riscoprire il senso dell’utilità che ognuno di loro può esprimere con la propria professione e impegno. Bisogna abbattere le barriere fisiche e culturali attraverso progetti d’inclusione».

 

Ricci: «Sono perfettamente d’accordo, il comune recentemente ha presentato un progetto con ROAD per l’inclusione dei soggetti fragili. Anche l’inclusione in ambito lavorativo meriterebbe un’attenta analisi».

 

Inclusione scolastica, servizi extrascolastici e comunità fragile. Cosa si può fare?

Ricci: «Si deve assicurare l’assistenza specialistica nelle scuole. Questo servizio è stato sempre assicurato, nonostante le carenze di personale. Il problema anche qui è di carattere regionale. Il servizio va assicurato insieme al rapporto 1 a 1. Spesso s’interviene con servizi annuali quando bisognerebbe garantire continuità con piani triennali. Il comune è in affanno proprio per questo, è chiaro che si deve effettuare un rewind. Si deve ricordare l’importanza di lavorare in rete con la scuola».

 

Damascelli: «Fondamentale è l’assistenza di personale qualificato che deve lavorare in sinergia con la scuola. Si devono coinvolgere i più fragili con percorsi scolastici e postscolastici, capendo le ore da dedicare ai progetti e su come raggiungere determinati obiettivi in questo lasso di tempo. Nei percorsi extrascolastici bisogna includere percorsi ludici, molto spesso i nostri parchi non sono idonei ad ospitare chi ha disabilità».

 

Approfondiamo trasporti, mobilità, PUMS, PEBA.

Damascelli: «Purtroppo ci sono ancora barriere architettoniche da abbattere e scivoli pericolosi in determinate condizioni. Chiederemo al trasporto pubblico di seguire la legge regionale che permette di ospitare nei pullman chi è affetto da disabilità».

 

Ricci: «Errori di progettazione e strutture vetuste si sommano all’atteggiamento negativo dei cittadini. Va rivisto il piano di fruizione di marciapiedi e strade. Ci sono temi sensibili su cui non si può fare demagogia».

 

Sport e inclusione della comunità fragile, si chiedono servizi sportivi inclusivi.

Ricci: «Sullo sport va pensata la fruizione di spazi e impianti sportivi: ci sono impianti che devono essere potenziati. Il tema di sport e disabilità è importante ed occorre fare rete, specialmente con le associazioni».

 

Damascelli: «Lo sport è educativo ed è uno strumento d’inclusione. Dobbiamo impegnarci affinché si creino momenti che diano la possibilità di fare determinate attività, inserendo percorsi adeguati attraverso servizi di coprogettazione per rendere lo sport accessibile a tutti».

 

sabato 4 Giugno 2022

(modifica il 4 Luglio 2022, 16:28)

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