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Da Palo del Colle in Ucraina e ritorno, il racconto e i commenti

La Redazione
Il dottor Vincenzo Ricci sottopone a tampone anti covid i profughi ucraini
Si è conclusa martedì la missione umanitaria coordinata dal SASS Puglia
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Oltre 500 pacchi partiti da Palo del Colle sono stati consegnati nei giorni scorsi al centro di accoglienza e assistenza Centrum Pomocy Szczecin Ukrainie. Contengono farmaci, cibo per neonati e bambini, prodotti per l’igiene personale, alimenti, abbigliamento e giocattoli, e sono il frutto della raccolta umanitaria coordinata dai volontari del SASS Puglia, sotto la supervisione dell’Unità di crisi e del responsabile nazionale di Protezione civile ANAS Sanità 118, Claudio Cugusi.

Alla missione hanno collaborato il console onorario dell’Ucraina in Pomerania, il console italiano Angelo Rella, il vicesindaco di Stettino Krzysztof Soska, Anna Suvorova referente del Centrum Pomocy Szczecin Ukrainie, l’amministrazione comunale di Palo del Colle, le associazioni locali e i cittadini palesi, che hanno aperto le loro case e i loro cuori accogliendo i profughi che sono giunti a Palo del Colle martedì scorso.

«Condividiamo con soddisfazione e commozione – scrivono i volontari di protezione civile del SASS Pugliaquesta splendida azione umanitaria. Doveroso evidenziare il prezioso il contributo svolto da un gruppo di lavoro che instancabilmente ha supportato la missione sia nella fase organizzativa che in quella logistica. Ringraziamo in particolare le tantissime aziende e i tanti privati che hanno risposto tempestivamente al nostro appello, donando senza se e senza ma. Comunità come quelle di Palo del Colle, Bitonto, Bari, Bari Santo Spirito-Torricella, Bari Catino, Bitetto, Bari San Paolo e Grumo Appula, che hanno partecipato attivamente alla missione umanitaria».

«Sono felicissimo per aver portato a termine la seconda missione in due mesi. Ringrazio il SASS per il contributo fondamentale in questa seconda esperienza. Adesso si continua con l'aiuto ai più deboli», commenta uno dei volontari SASS, Rocky della Guardia:

Il collega Michele Ianieri ricostruisce la genesi della loro missione umanitaria in Ucraina: «Il 24 febbraio la Russia invadeva l'Ucraina. Ero stranito, incredulo. Iniziavano a circolare le prime notizie e le immagini dei bombardamenti, delle persone in fuga. Donne, bambini e anziani con un bagaglio di fortuna e via, verso la Polonia. Da soccorritore volontario, da riservista di Protezione civile ho iniziato a chiedermi cosa potessi fare. Per puro caso, una delle prime mattine di guerra, ho incontrato l'amico Rocky Della Guardia. Mi ha raccontato del suo progetto di andare insieme a sua sorella in Polonia, al confine con l'Ucraina, per portare aiuti e prendere profughi. Questo mi ha lasciato interdetto ma interessato allo stesso tempo. Gli ho chiesto di entrare più nel dettaglio e mi ha raccontato di aver preso contatti con un autonoleggio per fittare un minivan da nove posti, raccogliere beni di prima necessità tra parenti e amici, e partire. Il tempo di riflettere, di sentire mia moglie e ho deciso, nel giro di pochi minuti, di prendere un secondo minivan e intraprendere questa "mini missione umanitaria" insieme a loro».

«In pochi giorni – continua Ianieri – si organizza il tutto, si raccolgono i beni, si prendono contatti con persone in Ucraina (tramite ucraini presenti in Italia) e si parte. Non mancano gli imprevisti e, quando già per strada, si decide di contattare il console italiano in Polonia, il dottor Angelo Rella. Si cambia destinazione e si arriva su un altro confine tra Polonia e Ucraina. Missione compiuta: consegniamo le donazioni, visitiamo i centri di accoglienza e ci rendiamo conto dell'organizzazione polacca, e rientriamo in Italia con una famiglia di Kiev. Questo nostro primo viaggio diventa virale. Amici e parenti continuano a portare beni e a dare la disponibilità ad accogliere i profughi. Decidiamo, quindi, di sederci a tavolino e organizzare un secondo viaggio. Ma questa volte decidiamo di prendere un bus da 54 posti a noleggio con tre autisti al seguito. Sempre interagendo col console italiano in Polonia, questa volta collaboriamo anche con le associazioni di Palo del Colle, con i volontari e con l'Amministrazione palese. In due settimane si raccolgono circa 500 pacchi tra viveri, vestiario, coperte, giocattoli e materiale sanitario e si parte alla volta di Stettino in Polonia. L'equipaggio vede sempre la partecipazione di Rocky e la mia, di Tina (moglie di Rocky), di mio figlio Gabriele e del dottor Vincenzo Ricci (medico del SASS). Anche questa missione si è conclusa più che positivamente: beni consegnati e venti amici ucraini tornati con noi. Siamo molto felici per una missione che mai avremmo voluto dover compiere…».

È stata un’esperienza professionale e umana sconvolgente, racconta il direttore sanitario SASS, il medico bitontino Vincenzo Ricci: «Come tutte le cose belle iniziano quasi per caso, inattese, senza averle programmate. Solamente, capitano! E inaspettatamente è capitata una meravigliosa esperienza: “nel mezzo del cammin" della mia vita ho avuto la grande occasione di toccare con mano l'Umanità! Un'Umanità ferita, impaurita, sgomenta e fragile… Fragile sì, ma fortemente attaccata alla vita, alla voglia di riprendere a sorridere, di riprendere in mano il proprio destino, di fidarsi di qualcuno che tenda una mano. È questa la straordinaria occasione che la vita mi ha offerto! Di tendere una mano, la mia mano, di volgere uno sguardo, il mio sguardo, di offrire un sorriso. E per questo che oggi devo ringraziare immensamente la vita per quanto mi ha offerto. Devo ringraziare immensamente l'Umanità che ho incontrato e che ha teso a me una mano, ha rivolto a me uno sguardo, mi ha sorriso. E ho ricevuto mille volte più di quello che ho dato».

Luigi Presicce, comandante del SASS Puglia e referente di Protezione civile dell’ANAS Sanità 118 Puglia, ricorda che il SASS, come organizzazione di volontariato accreditata al sistema di Protezione civile della Regione Puglia, ha il dovere di supportare qualsiasi missione umanitaria. E promette: «Non ci fermeremo, organizzeremo al più presto una nuova missione, porteremo altri viveri, altri farmaci e cercheremo di garantire, attraverso il censimento delle famiglie, ulteriore ospitalità ai fratelli ucraini».

venerdì 20 Maggio 2022

(modifica il 4 Luglio 2022, 16:31)

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Annalisa L.
Annalisa L.
1 anno fa

Va bene ma non mi pare che il presidente ucraino Zelensky abbia mai chiesto pubblicamente nei suoi innumerevoli discorsi, aiuti umanitari per i profughi ma solo armi. E lui che spende 20 miliardi di dollari al mese per fare la guerra è strano che non riesca a spendere qualcosa per il cibo ai profughi. Tanto che lo si deve mandare addirittura da qui.

Graziano
Graziano
1 anno fa

Accolgo per sfamano i bambini ucraini e intanto provano ad affamare i bambini russi con le sanzioni. Per fortuna non ci riescono.