Cronaca

Missione umanitaria in Ucraina, ritorno da Siret con quaranta profughi. Giorno 3

Mariella Vitucci
Centro di raccolta degli aiuti umanitari a Siret
Continua il nostro racconto attraverso la testimonianza del presidente dell'Avis Bitonto, Massimo Rutigliano. Dopo la consegna di viveri e medicinali, ieri sera la ripartenza
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«Finalmente a Siret!». Alle 7.30 di ieri, dopo quasi quarantott’ore di viaggio, Massimo Rutigliano annunciava l’arrivo a destinazione del bus carico di aiuti umanitari raccolti dall’Avis Bitonto, insieme ai volontari di 2hands Bitonto, Avis Modugno e Le Mani Tese Modugno, donati da persone comuni e imprenditori. 

pullman delle Autolinee Chiruzzi di Bernalda (Matera) è giunto ieri mattina alla frontiera tra Ucraina e Romania. Alla guida si danno il cambio Dino Carbone, Giambattista Laterza e Ayoub Sasso, tutti di Bernalda. A bordo, insieme al presidente dell’Avis Bitonto, l’interprete ucraino Andrii Aleksandruk. Attraverso il “diario di viaggio” di Massimo Rutigliano, BitontoLive sta documentando questa missione umanitaria per testimoniare l’impegno del volontariato locale a sostegno della popolazione ucraina stremata dalla guerra. 

A Siret – racconta Massimo – c’è la neve. A centocinquanta metri dal confine con l’Ucraina è stato allestito un grande centro di raccolta degli aiuti umanitari: file di tende in cui vengono stoccati viveri, medicinali, prodotti per l’igiene e disinfettanti, giocattoli, libri… Quando arrivano i profughi ucraini, sfiancati da ore di viaggio, i volontari offrono loro bevande e pasti caldi. Qui la temperatura è rigida e di notte scende sottozero.

In mattinata arrivano tre volontarie ucraine a cui vengono consegnati gli aiuti raccolti a Bitonto e Modugno, caricati su un furgoncino. «Negli occhi di quelle donne ho visto la gratitudine ma anche la sofferenza per una condizione di bisogno che per loro era inimmaginabile fino a meno di due mesi fa. Il cuore si è rimpicciolito a vedere la realtà delle persone che arrivano a piedi e vengono accolte dai vigili del fuoco romeni e poi dai volontari. Questa gente ha perso tutto e porta con sé solo l’indispensabile: il loro futuro è chiuso in uno zaino. Vedere queste immagini in televisione è triste, ma viverle da vicino è un’altra cosa. È stata una botta emotiva forte», confessa Massimo Rutigliano.

Nel pomeriggio vengono radunati i profughi che i nostri volontari accompagneranno in Puglia, a casa delle famiglie ospitanti in provincia di Bari. Tre di loro si fermeranno a Foggia. Dopo il controllo dei documenti, la registrazione e le formalità burocratiche, alle 19 salgono sul bus i primi rifugiati. «Molti sono bambini, entrano in fila ordinata e quasi in silenzio, andando ad occupare il primo posto libero», osserva Massimo

Alle 21 ora locale (da noi le 20) l’autobus riparte da Siret. A bordo ci sono quaranta persone ucraine, sedici sono minori e tre anziani. Ci sono anche due cani: un beagle e un volpino. «Stanno tutti dormendo – ci scrive Massimo Rutigliano un’ora dopo la partenza – perché hanno attraversato il confine e sono in giro dall’alba. Il più piccolo ha due anni. I loro volti sono più sereni, si sentono in buone mani».

Domani il racconto della quarta giornata di viaggio. Qui la parte 1 e la parte 2

martedì 12 Aprile 2022

(modifica il 4 Luglio 2022, 16:43)

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