Il canto degli alunni delle scuole primarie della città ha accompagnato questa mattina la processione della Desolata, attesa con particolare emozione dopo due anni di stop.
Un canto straziante nel suo significato di lacerante abbandono, sottolineato dalle note dolenti della banda, ha unito le voci dei bambini che hanno sfilato per le vie della città, al seguito della statua della Madonna vestita di nero, circondata da fitte candele.
Nel suo volto pallido e straziato c’è il dolore universale di ogni credente che porta nel cuore una spina. Raccoglimento e preghiera hanno fatto da cornice a questo rito antico e sempre suggestivo, vissuto dai bitontini con sentita partecipazione.
Inno a Maria Desolata
“Eri bella come rosa,
la di Gerico sul prato.
Or sì mesta, sì pietosa,
dal sembiante scolorato,
sembri al suol reciso fiore,
ricoperto di pallore!
Muta ognor ripensi afflitta,
l'Unigenito tuo Figlio,
d'una spada al sen trafitta,
con la lagrima sul ciglio:
sei da tutti abbandonata,
Madre santa desolata!
Canta, o flebile veggente:
a chi fia che ti somigli,
di Sion figlia dolente?
Fra le angustie e fra i perigli,
grande, o Madre del Signore,
come il mare è il tuo dolore!
Tu che passi per la via,
vedi e dì se mai fu pena,
sì crudel come la mia
e se puoi tu il pianto frena:
sei da tutti abbandonata,
Madre santa desolata!"
(composto nei primi anni del Novecento dal canonico Cepollaro su versi del vescovo Pasquale Berardi)