Politica

Decoro urbano, Teofilo: «Serve amore per le persone e per i luoghi»

La Redazione
Felice Teofilo
Riflessione del coordinatore cittadino di Rete Civica-Italia Popolare su una città "a misura d'uomo"
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Di seguito una riflessione del coordinatore cittadino di Rete Civica-Italia Popolare, Felice Teofilo, su una città “a misura d’uomo”.

 

La contemporaneità è foriera di grandi cambiamenti per il futuro della città.

Spesso sentiamo parlare di progettare la città a misura d’uomo, una città cioè “adatta alle dimensioni umane”, una città “che permette a un individuo di continuare ad essere una persona con tutte le sue caratteristiche, i suoi desideri , i suoi bisogni umani e non già un numero, un’entità spersonalizzata, un ingranaggio del mondo produttivo”.

Il cambiamento comporta il recupero delle relazioni umane, la riscoperta del concetto di comunità sia come condivisione di valori e servizi pubblici sia come concreta solidarietà tra i cittadini.

La cultura, la bellezza, l’armonia e il decoro urbano ci rivelano chi noi siamo e incidono sensibilmente sul bene comune e sul benessere della persona.

La domanda che realisticamente dobbiamo porci e che dovrebbero porsi tutti e soprattutto coloro che sono o saranno chiamati ad amministrare la “cosa pubblica”, è cosa si potrebbe fare per rendere la città più umana, più rasserenante, più vivibile

Una città è vivibile nella misura in cui i suoi abitanti la amano, le sono affezionati, la rispettano; ma per poterla amare e rispettare, essa deve offrirsi a loro come un luogo ospitale .

Uno dei principali demeriti dell’area urbana è il traffico: le auto inquinano l’aria, fanno rumore, occupano più spazio dei trasporti pubblici e causano ogni anno feriti e morti. L’enorme spazio occupato dai parcheggi ha una priorità molto più alta dello spazio pedonalizzato. Oggi ad aggravare il problema ci sono i monopattini e le biciclette elettriche che, contro ogni regola del codice stradale, sfrecciano in tutte le direzioni tra le auto o addirittura sui marciapiedi con gravissimo pericolo per l’incolumità dei cittadini, dei pedoni e soprattutto dei bambini.

Per rendere più umana la città è necessario disincentivare seriamente l’uso del mezzo privato e offrire nel contempo una rete efficiente di trasporti pubblici, oltre a diffondere in misura maggiore la cultura della bicicletta. I pedoni, i ciclisti e gli utenti dei mezzi pubblici sono più importanti degli automobilisti.

Città pedonalizzata, ciclabile, respirabile: è questa la parola d’ordine per la città del futuro, per misurare l’attrattività delle aree urbane, la percorribilità delle strade e dei grandi viali che non possono essere deturpati dagli escrementi degli animali.

E poi… riconquistare gli spazi interstiziali per la collettività

Ci sarebbero tante altre cose da fare, ma quella più importante è che sia la stessa popolazione ad operare una rivoluzione del proprio modo di porsi rispetto alla città in cui vive: partire dall’amore per le persone e per i luoghi. Dovremmo essere capaci di vedere la città come la vedono i bambini, come la vedono i genitori che portano a spasso le carrozzine con i neonati, e come la vedono gli anziani: se una città risulta abbastanza vivibile per loro, vuol dire che si è sulla strada giusta; se invece la vivono male, vuol dire che è necessario associare alla città il concetto di comunità.

Solo la “prossimità” crea vivibilità, socialità, innovazione.

 

 

 

 

sabato 2 Aprile 2022

(modifica il 4 Luglio 2022, 16:46)

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