La pioggia non ha fermato la manifestazione per la pace ieri sera a Bitonto. Centinaia di bambini, con insegnanti e genitori al fianco, hanno portato in piazza Cavour le bandiere coi colori dell’arcobaleno, ombrelli colorati e candele accese: un’atmosfera di raccoglimento e preghiera.
Troppo cruente le immagini che le televisioni e i social ci stanno trasmettendo in questi giorni dal territorio ucraino, strazianti le storie che vengono raccontate: padri e mariti costretti a lasciare le proprie famiglie per arruolarsi a difesa della loro terra, bambini accampati in rifugi di fortuna per difendersi dalle bombe, soldati in trincea per respingere il violento assalto russo.
Le scuole bitontine, e i piccoli alunni in primis, hanno fortemente voluto dare un segnale importante: stanno forse assistendo alla prima guerra della loro vita. Una guerra non lontana ma vicinissima, grazie anche alle tecnologie che tendono a far scomparire la distanza geografica. Loro, i più piccoli, si sono immedesimati nei coetanei ucraini e stanno soffrendo con loro, con le loro famiglie, seppur a distanza.
Lo si è visto anche negli occhi di alcuni bambini che frequentano la scuola a Bitonto ma provengono da Iraq, Algeria e Romania e le guerre le hanno già vissute sulla loro pelle. Stanno rivivendo un incubo. La speranza è che i potenti del mondo accolgano questi messaggi che tutto il mondo sta sventolando con insistenza. La pace prevalga sulla guerra.