Attualità

Agorà sulla criminalità, tutti d’accordo: «Non è stato fatto abbastanza per contrastarla»

Tommaso Cataldi
Agorà democratica "No alla criminalità"
Dall'assemblea organizzata dal Partito Democratico sono emerse le possibili azioni di contrasto. Prima fra tutte: investire sui minori a rischio e le loro famiglie
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Non si è fatto abbastanza in questi anni per contrastare il fenomeno della criminalità organizzata che incombe su Bitonto. È il pensiero comune emerso ieri dall’agorà organizzata dal Partito Democratico, per discutere di criminalità ma anche per provare a pensare azioni di resistenza.

È qualcosa che già si sapeva, ma «risvegliarsi al mattino e leggere che esiste un altro tipo di società – ha affermato il segretario cittadino dem Francesco Brandiè una tragedia. Non è che non lo sapessimo, ma costatare che c’è un welfare alternativo a quello dello Stato deve interrogarci ed inchiodarci di fronte alle nostre responsabilità».

La discussione si è concentrata sulla giovanissima età dei ragazzi tratti in arresto nell’operazione di una settimana fa che le forze dell’ordine hanno operato in tutto il territorio cittadino, come ricostruito dalla giornalista Viviana Minervini, che ha anche ricordato come gli esecutori degli omicidi Tarantino e Caprio siano stati dei ragazzi poco più che ventenni. «Si parla di Sistema Scampia – ha detto – ossia una vera e propria azienda criminale che si basa sullo spaccio di cocaina, un prodotto richiesto non solo dai ragazzini ma evidentemente anche da liberi professionisti».

Sulla stessa linea il sociologo Leonardo Palmisano, che ha evidenziato la richiesta sempre crescente di droga a basso costo, che va ad alimentare i sistemi criminosi del nord barese: «Per fortuna le Procure stanno facendo un lavoro egregio, collaborando tra loro in tutta la Puglia. Come importanti sono anche i beni confiscati alle mafie: alla confisca però deve aggiungersi la produzione di lavoro e la vendita dei prodotti in un mercato riconoscibile, uno spazio che però al sud ancora non esiste». Secondo Palmisano, può essere questo un utile strumento per dare consapevolezza della forza dello Stato a discapito delle organizzazioni criminali.

Che l’opera di contrasto non sia stata sufficiente l’ha ammesso anche il vicesindaco Rino Mangini, ponendo agli occhi dei presenti la visione amministrativa degli ultimi dieci anni di lotta alla criminalità. «Si è lavorato sul welfare ma non è bastato. Per combattere questo fenomeno ci vogliono progetti di accompagnamento sui ragazzi – come lo sono stati ad esempio Lo scrigno dei talenti e Cortili Aperti – ma poi il ritorno dei minori nelle famiglie di origine smontava tutto ciò che veniva costruito. Questa è una città con una storia importante relativa al terzo settore, ma forse anche questo non basta». La ricetta? Secondo Mangini può essere «cambiare il paradigma e mettere questo tema al centro dei programmi amministrativi».

Tutti gli interventi hanno trovato un punto di convergenza: la strada per arginare la criminalità è un massiccio investimento sui minori a rischio e sulle loro famiglie. Qualcuno ha parlato di «mancanza di alternative per questi ragazzi», altri di un collegamento necessario tra le associazioni che operano sul territorio, qualcun altro di giustizia più incisiva e di un tavolo permanente che affronti il tema della criminalità. Altri interventi hanno infine sottolineato la necessità di rimpinguare gli organici delle forze dell’ordine per un controllo più efficace del territorio e, dall’altro lato della medaglia, l’urgenza di offrire servizi in ambito di prevenzione psicologia e cura delle dipendenze.

lunedì 28 Febbraio 2022

(modifica il 4 Luglio 2022, 16:56)

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