Attualità

Discarica in contrada Colaianni, le precisazioni del Comitato NO Fer.Live

La Redazione
No alla discarica Fer.Live
Dito puntato contro le associazioni che hanno preso posizione proponendo un proprio esperto, in particolare Anpi Bitonto
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Nella delicata questione della discarica di rifiuti speciali che la società Fer.Live intende impiantare nelle campagne di Bitonto, in contrada Colaianni, si apre una parentesi polemica: il comunicato di precisazioni del Comitato No Fer.Live (all'indirizzo delle associazioni Mowgli, VogliAMO Bitonto Pulita e Anpi Bitonto) che riportiamo integralmente, con l'auspicio che questa vicenda – che richiede compattezza per fare fronte comune contro la minaccia che incombe sul nostro territorio – non debba alimentare ulteriori polemiche e contrapposizioni.  

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"Sono a dir poco sorprendenti, in merito alla vicenda Fer.Live, i comunicati inviati alle testate giornalistiche online da alcune associazioni che si autodefiniscono ambientaliste pur non avendo uno statuto da cui si possa evincere tale ruolo.

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Si resta sconcertati, poi, se a sottoscrivere il suddetto comunicato è un’associazione nazionale come l’Anpi, il cui impegno sociale ed istituzionale è unanimemente riconosciuto tassello importante per la difesa della pace, della libertà, della democrazia e dei diritti, ovvero dei valori della nostra Costituzione.

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Se è comprensibile per quei movimenti spontanei di persone di buona volontà che si aggregano per buoni propositi, non conoscere quelle leggi che disciplinano i processi della pubblica amministrazione, non altrettanto si può dire per quella associazione nazionale che ha nel proprio statuto la difesa della Costituzione italiana. “Concorrere alla piena attuazione nelle leggi e nel costume, della Costituzione italiana”, è scritto nello statuto dell’Anpi.

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Siamo d’accordo, la difesa dell’ambiente è uno dei principi della nostra Costituzione ma lo statuto Anpi parla di concorrenza e non di sostituzione nelle competenze della pubblica amministrazione.

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Le tempistiche con cui sono indette le conferenze di servizi sono dettate dalle norme del diritto amministrativo! Non può essere l’associazione che chiede alla pubblica amministrazione l’indizione in tempi ristrettissimi della conferenza di servizi, non conoscendo lo stato dell’arte dell’iter istruttorio.

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Non può essere il tecnico dell’associazione a sostituire in conferenza di servizi le professionalità interne della pubblica amministrazione, non ne avrebbe titolo e mortificherebbe il ruolo del lavoratore selezionato per quel compito.

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Inoltre, per quanto disposto dall’art. 29 quater del D. Lgs. n. 152/2006 e simili, è il sindaco che, nell’ambito della conferenza di servizi, ha il compito di esporre osservazioni, criticità o prescrizioni. Pertanto, non si comprende il senso di quanto riportato nel comunicato che di seguito fedelmente si riferisce: “Inoltre, non si ritiene sufficientemente utile una nota a firma del sindaco, contenente perplessità di carattere ostative alla realizzazione dell’impianto”.

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In questo caso, dunque, censurabile è non riconoscere il ruolo attribuito dalle vigenti disposizioni normative al sindaco come autorità competente in materia ambientale e igienico sanitaria.

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In conclusione, la coesione invocata deve prescindere da un’appartenenza politica, così come ha dimostrato il Consiglio comunale del 28 ottobre 2021 che, all’unanimità, ha approvato un documento tecnico contro la Fer.Live.

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Se poi la questione la si fa diventare materia di scontro politico, è ovvio aspettarsi dalle associazioni ambientaliste, riconosciute portatrici di interessi collettivi, notoriamente apartitiche, una certa ritrosia ad entrare nella bagarre.

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L’Anpi non è e non può essere un’ associazione politica!   

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In merito poi alla parte seconda del comunicato di tali associazioni, si rendono necessarie precisazioni in quanto evidentemente gli esperti di cui parlano hanno esperienze diverse da quelle richieste dal caso in esame. Il 30 dicembre 2011 non venne rilasciata alcuna autorizzazione integrata ambientale (AIA) ma solo, si fa per dire, un giudizio positivo di compatibilità ambientale (provvedimento di valutazione di impatto ambientale – VIA).

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Le procedure amministrative previste dall’art. 208 del D. Lgs. n. 152/2006 e ss.mm.ii. si applicano solo ed esclusivamente a quegli impianti non ricompresi nella definizione di cui all’articolo 6, co. 13 del medesimo decreto, purtroppo la discarica in questione rientra nella fattispecie di tali installazioni.

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Siamo d’accordo che occorre fare fronte comune contro un simile ecomostro ma è necessario che chi vuole interessarsi, dal punto di vista tecnico, legale, amministrativo, abbia delle effettive competenze in materia impiantistica ambientale, affinché lo scontro giuridico tecnico sia quantomeno alla pari.

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Infine, il sospetto che si nasconde nella frase riportata nel secondo comunicato, “celate intenzioni tutt'altro che trasparenti”, potrebbe essere tranquillamente ribaltato agli estensori delle due note per due motivi.

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Il primo: fa specie che delle associazioni premano affinché venga convocata immediatamente una conferenza di servizi quando è necessario che tutti i cittadini abbiano il tempo di inviare delle pertinenti osservazioni agli uffici preposti dell’autorità competente, prima dell’indizione della conferenza di servizi decisoria.

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Il secondo: non è ancora stato chiarito se ci sono o meno “influenze” di carattere politico nella condotta di tali associazioni, perché solo una azione scevra da interessi di qualunque tipologia rende coesa l’unione delle forze politiche, del mondo dell’associazionismo, dei singoli cittadini contro la realizzazione di tale ecomostro".

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(Il Comitato NO Fer.Live)

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mercoledì 5 Gennaio 2022

(modifica il 4 Luglio 2022, 17:13)

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