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Lo sfogo di Nacci: il cerchio si allarga alle altre strutture sportive

Mariella Vitucci
Domenico Nacci
Dopo le criticità del polisportivo Rossiello, l'assessore allo Sport passa in rassegna PalaBorsellino, stadio e piscina comunale, e il progetto di rifacimento del campetto di Palombaio
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SECONDA PARTE

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Lanciato il sasso, il cerchio si allarga dal polisportivo Nicola Rossiello alle altre strutture sportive della città.  

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PALABORSELLINO

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E la famosa tribuna che è stata montata e poi smontata al PalaBorsellino?

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«Anche là c’è un problema: ho segnalato ad aprile scorso – all’Ufficio Lavori pubblici e all’Ufficio Sport – la necessità di adeguare la struttura. E l’ho fatto con cognizione di causa, perché ho un piccolo difetto: quando non so, studio. Mi sono interfacciato con un ingegnere del Coni, massimo esperto d’impiantistica sportiva, e mi ha confermato che quella struttura è assolutamente adeguabile al pubblico spettacolo. Nasce come impianto per attività sportiva amatoriale ma non è impedito all’attività agonistica e, seppur adesso in assenza di pubblico, può essere modificato con piccoli adeguamenti».

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L’errore tecnico, o meglio procedurale – spiega Domenico Nacci – è aver affidato la struttura, finanziata con fondi del Pon Legalità, all’Ufficio di Piano. «C’era la volontà di inserire altre attività per i minori a rischio. Ma anche qui non si è chiuso il cerchio, e se si aspettano i tempi della burocrazia, temo che rimarrà sempre aperto».

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«Il vulnus – aggiunge – resta sempre quello. Ho anche individuato dei fondi a bilancio, perché poi il mio compito è doppio: bilancio e sport. Nelle sacche, nei residui, ho trovato altri soldi da utilizzare per fare gli adeguamenti che servono».

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A quanto ammontano?

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«Ne ho già trovati 10mila, servirebbero altri 20mila euro. Ma anche meno…».

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Quindi non è un problema di soldi?

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«È un problema di volontà e di tempo. È un problema di priorità. Perché la cultura bitontina sugli impianti sportivi, e sullo sport in generale, è che è tempo perso, senza rendersi conto che dietro questo mondo c’è un tessuto di persone qualificate che lavorano».

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LO STADIO “CITTÀ DEGLI ULIVI”

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Il faro di attenzione si sposta poi sullo stadio “Città degli Ulivi”.

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«Quell’impianto – asserisce Nacci – finalmente diventerà a norma. Dal ‘90 ad oggi non c’è mai stata l’agibilità al pubblico spettacolo per quella struttura, e nel ‘90 non ero io l’assessore».

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Lo stadio dunque è sempre stato utilizzato senza autorizzazione alla presenza di pubblico?

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«Sempre con autorizzazioni e responsabilità assunte dai sindaci. Non c’è agibilità al pubblico spettacolo dal 1990 a tutt’oggi, le responsabilità vengono assunte dal sindaco, partita per partita. Stiamo parlando di una struttura che non è che ha avuto l’autorizzazione per un periodo e poi è scaduta e nessuno l’ha rinnovata. No, dal 1990 quando furono realizzati i duemila posti a sedere, non è mai stata convocata la Commissione comunale di Vigilanza, anzi in realtà una sola volta nel 2006 e andò deserta perché mancava tutta la documentazione necessaria».

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Ma adesso questa documentazione c’è?

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«No, perché finché non faranno i lavori, esistono le barriere architettoniche e non si potrebbe far accedere i disabili, non esiste un bagno per persone con disabilità in tutta la struttura, le misure sono cambiate dal 1990 al 2021 perché prima entravano 16 persone nello spogliatoio, ora ne entrano 23. Con i lavori che andremo a fare, andranno sventrati gli spogliatoi».

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Quando avranno inizio questi lavori?

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«Dipende dai Lavori Pubblici: mi auguro che inizino fra gennaio e febbraio».

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Questo vuol dire che la squadra dovrà trasferirsi a campionato in corso?

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«Sì, probabilmente a Bisceglie, c’è già un dialogo aperto con l’amministrazione, per un periodo di tempo non determinato».

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Che andrà a coincidere con le elezioni amministrative?

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«Un gran trambusto, ma bisogna farli partire i lavori, perché altrimenti slittano addirittura al prossimo campionato. Il presidente sarebbe più contento di fermarsi ora qualche mese, per poi avere a settembre-ottobre lo stadio a norma per la serie C. Noi abbiamo già acquisito i pareri favorevoli di Vigili del Fuoco, Genio Civile e Coni sul progetto da realizzarsi già a giugno 2020, prima ancora di candidare il progetto a finanziamento. Mi sono preso parolacce ma ero convinto di potercela fare, perché prima di candidarlo ci siamo fatti il conteggio del punteggio potenziale, fra fari a led che andremo a mettere, impianto fotovoltaico, videosorveglianza, abbattimento delle barriere architettoniche… Abbiamo vinto 700mila euro a fondo perduto e ne abbiamo già 570mila presi con il credito sportivo, per un intervento complessivo di 1 milione 270mila euro. Già pronti per essere appaltati».

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PISCINA COMUNALE

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«Sulla piscina riaperta c’è un altro capitolo… I gestori aspettano una risposta dall’Ufficio Tecnico da ottobre 2019 per la compensazione delle somme, poi vengono accusati in Consiglio comunale di non pagare i canoni… In realtà loro hanno anticipato, autorizzati dal Comune, 40mila euro di lavori. Il capitolato prevedeva che, laddove autorizzati, si sostituissero al Comune per fare prima. Visto che devono al Comune circa 42mila euro all’anno come canone per la concessione in gestione dell’impianto, andremmo a compensazione. Aspettano di essere autorizzati alla compensazione da due anni, e non possono bonificare la differenza dovuta».

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«Siamo nelle sabbie mobili ovunque – aggiunge Nacci – perché l’impiantistica sportiva non è una priorità amministrativa. Ma io non posso fare da parafulmine».

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Ma com’è possibile che un assessore non riesca a farsi ascoltare dagli uffici?

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«Se dovessi mostrare la mia chat con il responsabile dei Lavori Pubblici dal 2017 ad oggi, anche sui pali dell’illuminazione non funzionanti al pistino della piscina comunale: segnalazione del 20 giugno 2019. Dopo due anni e mezzo nulla è stato fatto».

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«Ho comprato a mie spese (178 euro) – continua l’assessore Nacci – la rete para palloni da mettere quando monteremo le tribune. Arriverà al mio studio, perché se aspetto l’Ufficio Tecnico non lo farà mai. Come i canestri del campetto di via Berlinguer, comprati per la terza volta… Ho le fatture e non vado in Ragioneria a farmele rimborsare. Ed ora sono letteralmente stanco di dovermi prendere le mazzate per colpa di chi ha deciso che lo sport può aspettare».

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PROGETTO PER IL CAMPETTO DI PALOMBAIO  

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Se Bitonto piange, le frazioni non ridono. L’effetto domino tocca anche il campetto di Palombaio, in attesa di ristrutturazione da anni.

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«Ho già scritto formalmente al responsabile dell’Ufficio Lavori Pubblici – dichiara Domenico Nacci – che c’è un altro bando regionale aperto e c’è il progetto definitivo per il rifacimento del campetto di Palombaio, già definitivo e pronto da cantierare per 100mila euro a fondo perduto. Ho scritto per sapere se è interessato e intenzionato a partecipare, perché non si dica poi tra venti giorni che l‘assessore Nacci non si è preoccupato».

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Ma quel progetto non è già inserito nel piano triennale delle opere pubbliche del Comune?

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«Sì, ma temo che, visto che siamo a metà novembre, la gara non si faccia entro il 31 dicembre e quindi si tratterà di mandarlo a residui. Perciò, nel dubbio, preferisco prendere un finanziamento regionale che rimane nel cassetto e non rischia di essere stralciato dalla prossima amministrazione comunale. Abbiamo il progetto definitivo, la delibera di giunta, abbiamo tutto, basta un clic».

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Parole che sono macigni, e che non potranno restare senza conseguenze. «Sono nella fase della stanchezza – spiega Nacci – e non esiste più il rapporto cordiale, soprattutto se poi si va in Commissione Controllo e Garanzia e si scarica la responsabilità sugli altri».

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Poi aggiunge: «Ho fatto un elenco di che cosa non c’era prima di noi, e non per prendermi meriti: nel 2012, quando ci siamo insediati, ero io presidente dell’Omnia e l’ho portata in prima categoria, e il Bitonto era retrocesso, non c’era la serie D e quindi non c’era calcio ad altri livelli. La prima squadra di rugby si chiamava New Omnia Rugby Bitonto e l’ho fondata io nel 2012; abbiamo fatto anche il golf con Carlo Sblendorio per un periodo, si chiamava Omnia Golf. Non esisteva il pattinaggio; il basket giocava in Promozione e non in serie D come oggi, perché non aveva una struttura omologabile, mentre ora si allena al PalaBorsellino, l’unica struttura che ha le misure idonee per poter essere omologata. Non c’era il futsal, e nel 2014 la prima squadra di calcio a 5 che si era iscritta era l’Omnia Bitonto Futsal (non ero più il presidente ma le idee le trasferivo a quel gruppo di amici). Le opportunità date hanno creato l’humus: io ti ho dato il terreno, tu ci hai messo il seme, l’hai coltivato e innaffiato e sei arrivato ad avere la serie A di futsal femminile,  la serie B di futsal maschile, la serie D di calcio e di basket».

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E conclude: «Il report dei numeri fatti sullo sport e di tutto quello che si poteva fare e non si è fatto, è già pronto».    

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mercoledì 17 Novembre 2021

(modifica il 28 Giugno 2022, 12:20)

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MICHELE CORTESE
MICHELE CORTESE
2 anni fa

Grazie Sig.Nacci, e' stato esaustivo con gli argomenti esposti a questo punti dobbiamo offrire alla cittadinanza il risultato e se a qualche responsabile non piace lo sport in generale potrebbe anche dare le dimissioni per le sue responsabilita' visto che i fondi ci sarebbero e non vengono realizzati i progetti esistenti.Buona giornata.

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