Attualità

Cibo Made in Italy “tarocco”, business da 100 miliardi

La Redazione
Olio d'oliva contraffatto
L'Italian sounding è una iattura per le nostre produzioni alimentari. Solo nel 2020 bloccata la vendita online di 177 finti oli pugliesi
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L’emergenza Covid,.con la frenata del commercio internazionale, spinge ad oltre 100 miliardi di euro il valore dei falsi Made in Italy nel mondo, sottraendo risorse e opportunità di lavoro all’Italia e alla Puglia. I taroccatori del cibo Made in Italy approfittano della pandemia per sostituire i prodotti tricolori con imitazioni di bassa qualità. A denunciarlo è la Coldiretti Puglia, in occasione dell’insediamento del Cnalcis (Consiglio Nazionale per la lotta alla Contraffazione e all’Italian Sounding) che si è tenuto al Ministero dello Sviluppo economico, al quale hanno partecipato i rappresentanti di 12 Ministeri e i referenti nazionali di forze dell’ordine, polizie locali e associazioni d’imprese, con l’intervento di Carla Palone, assessora al Comune di Bari e componente Anci presso il Cnalcis.

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«Il business dell’Italian sounding fattura nel mondo oltre 100 miliardi di euro e sfrutta anche il web per vendere prodotti che non hanno nulla a che fare con il patrimonio agroalimentare straordinario sotto attacco dell’agro pirateria internazionale. Le esportazioni di prodotti agroalimentari tricolori potrebbero triplicare se ci fosse uno stop alla contraffazione alimentare internazionale, visto che sono falsi quasi due prodotti alimentari “di tipo italiano” su tre», afferma Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia. Coldiretti ha coniato un neologismo per descrivere il panorama criminale: “agro pirateria”.

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«Il fenomeno criminale si sviluppa – insiste Muraglia – attraverso la vendita, le importazioni, la manipolazione e la trasformazione di prodotti agricoli di dubbia qualità e provenienza, che giungono nel nostro Paese e diventano Made in Puglia e Made in Italy, fregiandosi in modo fraudolento dell’immagine che accompagna, nel mondo, le produzioni del nostro territorio».

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Solo nel 2020 l’ICQRF (l’Ispettorato Centrale Repressione Frodi del Mipaaf) ha bloccato la vendita di 177 finti oli pugliesi su differenti piattaforme, quali Ebay, Alibaba e Amazon. Le frodi nel settore agroalimentare “viaggiano” anche sul web, con gli agro pirati che sfruttano l’Italian sounding di prodotti tutelati da marchi comunitari per vendere finto olio extravergine pugliese, con un danno inestimabile in termini di concorrenza sleale e immagine per l’autentico Made in Puglia.

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La contraffazione, falsificazione e imitazione del Made in Italy alimentare nel mondo (il cosiddetto Italian sounding) riguarda quasi due prodotti apparentemente italiani su tre in vendita sul mercato internazionale, secondo un’analisi della Coldiretti.

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I casi di agro pirateria nel settore vinicolo pugliese riguardano in particolare Negroamaro, Primitivo, Moscato, Aleatico e Malvasia. In America si producono Moscato, Malvasia e Aleatico, venduti con  Doc californiane Napa Valley o Sonoma County, ma commercializzati con nomi italiani. Il fenomeno sta colpendo, in maniera particolare, il primitivo pugliese. In America il vino “Zinfandel” viene venduto e si sta affermando sul mercato come “Primitivo”, e i siti non si lasciano sfuggire l’occasione di chiamare in causa continuamente la Puglia, per accrescere il valore e l’immagine del prodotto americano.

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L’85% degli italiani che hanno fatto nella propria vita almeno una vacanza all’estero si è imbattuto in un prodotto agroalimentare imitato o in una ricetta dei piatti tradizionali del Belpaese storpiata, secondo un sondaggio condotto sul sito www.coldiretti.it.

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Il risultato è che per colpa dell’Italian sounding – stima la Coldiretti – nel mondo più due prodotti agroalimentari tricolori su tre sono falsi, senza alcun legame produttivo ed occupazionale con il nostro Paese. Con la lotta al falso Made in Italy a tavola si possono creare ben 300mila posti di lavoro in Italia.

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Ma a pesare sull’immagine del Made in Italy a tavola sono anche – denuncia Coldiretti – le ricette dei più famosi piatti della tradizione culinaria ignobilmente storpiati. Un esempio sono proprio i ristoranti italiani , dove sono serviti ingredienti Made in Italy taroccati e vengono portate in tavola le più bizzarre versioni delle ricette tradizionali, come l’abitudine belga di usare la panna al posto del pecorino nella carbonara, quella tedesca di impiegare l’olio di semi nella cotoletta alla milanese, quella olandese di non usare il mascarpone nel tiramisù, fino agli inglesi che vanno pazzi per gli spaghetti alla bolognese che sono del tutto sconosciuti nella città emiliana, mentre gli americani utilizzano il parmesan al posto di Parmigiano Reggiano e Grana Padano. Tra le specialità più “tradite” ci sono anche la tipica caprese, servita con formaggio industriale al posto della mozzarella di bufala o del fiordilatte, mentre non mancano i casi di pasta al pesto proposta con mandorle, noci o pistacchi al posto dei pinoli. Per non parlare poi della pizza, che viene offerta nelle versioni più inimmaginabili.

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sabato 30 Ottobre 2021

(modifica il 28 Giugno 2022, 12:26)

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