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Consumi, record carne di pollo in Italia: 21,56 chili a testa nell’ultimo anno

La Redazione
Petti di pollo
In Puglia 96 allevamenti e 13 milioni di capi
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È record di consumi per la carne avicola, con 21,56 chili a persona nell’ultimo anno, quasi totalmente garantite Made in Italy per effetto della svolta salutista impressa dall’emergenza Covid. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti Puglia sui consumi di pollo. In Puglia sono 96 gli allevamenti, con 13 milioni di capi.

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Le carni avicole sono quelle preferite dai consumatori, che possono contare su una produzione nazionale che garantisce l’auto approvvigionamento e per questo è importante verificare sempre l’etichetta, per verificare l’origine italiana che assicura i più alti livelli di qualità e sicurezza.

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Le carni di pollo, con oltre 20 chili a testa all’anno – spiega la Coldiretti regionale – sono le più presenti sulle tavole degli italiani con oltre un terzo (35%) della spesa totale, seguite da quelle bovine (33%) e di maiale (20%). Ma nel confronto con il resto del mondo, i consumi dell’Italia si attestano sotto la media UE che supera i 25 chili, mentre negli Stati Uniti e in Canada si tocca il picco di 47,4 chili e in America Latina si arriva a 32,2 chili pro capite.

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A livello nazionale l’Italia può contare su una rete di 6.300 allevamenti professionali che offrono lavoro a 64mila persone, per una produzione totale di oltre 1,3 milioni di tonnellate di carni avicole in grado di garantire l’autosufficienza al Belpaese (dati Unaitalia). Una filiera che risponde all’esigenza di 8 italiani su 10 (82%) che per il loro carrello della spesa puntano sui prodotti Made in Italy, secondo l’indagine Coldiretti/Ixè. Una ricerca facilitata anche dalle informazioni contenute nell’etichetta di origine obbligatoria delle carni avicole, che ha compiuto i suoi primi 16 anni essendo nata ufficialmente il 17 ottobre del 2005.

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L’obbligo di indicare il Paese di origine in etichetta, grazie al pressing della Coldiretti, è in vigore per la maggioranza degli alimenti in vendita, dalla frutta alla verdura fresca, dalla pasta al riso, dalle conserve di pomodoro ai prodotti lattiero caseari, dal miele alle uova, dalla carne bovina a quella di pollo fino ai salumi per i quali si attende a breve la pubblicazione del decreto.

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L’allarme globale provocato dal Covid ha fatto emergere una maggior consapevolezza sul valore strategico della filiera del cibo e delle necessarie garanzie di qualità e sicurezza ma ne sta però mettendo a nudo tutte le fragilità sulle quali è necessario intervenire con un piano nazionale per difendere la sovranità alimentare e non dipendere dall’estero in un momento di grandi tensioni internazionali sugli scambi commerciali.

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venerdì 29 Ottobre 2021

(modifica il 28 Giugno 2022, 12:27)

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