Qualche giorno fa si è tenuta a Genova la cerimonia in ricordo del crollo del ponte Morandi in cui persero la vita 43 persone. Durante la commemorazione è intervenuta anche la Ministra alla Giustizia Cartabia che ha sostenuto che "questa tragedia sia da monito per tutti. Non dimentichiamoci che dietro a ogni regola di sicurezza c'è la vita".
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Un messaggio importante che ci si aspettava che la Ministra, o qualche rappresentante del Governo, pronunciasse circa un mese prima, durante la commemorazione della strage del 12 luglio 2016. Nulla di tutto ciò è accaduto. Un esempio che dimostra, purtroppo, la "diversità di interesse" per eventi che accadono nel mezzogiorno d’Italia e il resto del paese.
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Entrambe le opere riportano alla mente vere e proprie stragi in cui hanno perso la vita numerose persone. Eppure, mentre il ponte di Genova è stato ricostruito in pochi mesi, la tratta ferroviaria su cui viaggiavano numerosi pendolari è ancora bloccata e sono cominciati, a singhiozzo, i lavori di interramento nella nostra città.
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In più occasioni è stata rilanciata la possibilità di far tornare funzionanti quei binari ma, a tutt’oggi, tutto è fermo e oltre al danno anche la beffa di impiegare ore per raggiungere il capoluogo pugliese.
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Nulla contro i genovesi e il nord Italia, però è doveroso chiedersi perché nel nostro paese ci siano due Italie che viaggiano a velocità diverse contro quelli che sono i principi costituzionali e gli art. 2 e 3 della Costituzione.
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Fino a quando continueranno ad esistere queste disparità di trattamento più che parlare di Italia unita dovremo parlare di Italia del Nord che viaggia ad alta velocità su un’autostrada e Italia del Sud che viaggia lenta su un unico binario interrotto per un tempo indefinito.
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